(Two new songs for our Garage Beat heroes between Electric Prunes and late Small Faces. On the flip side a great Garage Beat band from Rome)Dopo l’uscita del Cd…
Dall’uscita del loro debut album, che per fortuna ha visto numerose (e soprattutto positive) recensioni, la band ha iniziato a suonare in giro per l’Italia presentando appunto il Cd ed iniziando a lavorare anche su pezzi nuovi.
Intanto abbiamo deciso di incidere due delle nuove song su vinile, all’interno di questo split con la Garage Beat band romana dei Viv Prince Experience.
Tra Electric Prunes e tardi Small Faces, queste due song hanno dato un’anteprima del nuovo album
uscito a Dicembre dove è presente Fire, ma non Joker and Ace!!
“Fire” è stato registrato nel giugno 2005 da Robert Fogel e
mixato da Gianni e Francesco Cerone. Il mastering è di OVI della West Link.
Foto di copertina di Jan Bekker grafica: Frisco
I
B BACK sono:
Madison Wheeler – batteria e voce
Frank Croco – chitarra solista
John Amato – chitarra e
voce
Paul “The Muppet” – basso e voce
Tracklist : Lato A 1) Fire (B-Back) 2) Joker and Ace (B-Back)
Lato B 1)Where Do We Go from Here (Viv Prince Experienxe) 2) Victoria Station (Viv Prince Experienxe)
Contatti con i B-Back:
Michele Landi
– Strada di Fogliano Grosso, 11
– 53100 Siena
Nell’ambito di tre uscite su vinile, in 45, promosse da Area Pirata assistiamo con grande piacere all’esordio dei romani Viv Prince Experience e alla conferma di toscani B-Back.
I primi spaziano nei tardo 60s americani tra Byrds, Standelles, il british beat di Move e Who (1967), il garage revival degli 80s dei Marshamallow Overcoat.
Il tutto con un’impronta personale e un grande brano come “Victoria Station”.
I B-Back, sempre in gran forma, dopo un superlativo album d`esordio, hanno i Beatles in filigrana, ma in versione più ruvida, dove si affacciano Chocolate Watch Band e Electric Prunes.
Puro nettare 60s.
Radio Coop – Tony Face 04/06
Et voilà amigos STANDELLSiani il dischetto (ovviamente in vinile) che stavamo aspettando da 3-4 mesi.
I romani VIV PRINCE EXPERIENCE esordiscono su disco con due brani che incrociano con passione 60’s e paisley underground californiano dei tempi d’oro. “Where Do We Go from Here?” mi ha ricordato molto, per le soluzioni corali, i LAST(chi cazzo se li ricorda?) di “Painting Smiles On A Dead Man”.Molto valida.
In “Victoria Station” su una classica struttura alla MOVE (gruppo che, ricordo ai più giovani, assieme agli WHO e ai CHOIR, è stato fondamentale nella genesi del power pop) si innestano reminiscenze DROOGS / PLAYN JAYN.
Sul lato b del singolo prosegue in piena astro-luminosità la saga dei senesi B-BACK.
“Fire” è un puro gioiellino pop che rimanda direttamente al folk rock /garage dei mid 60s , ai CYNICS più sognanti e alla swedish beat-garage renaissance dei mid 80s.
“Joker And The Ace” mi ricorda invece più gli STANDELLS (quelli di “Sometimes Good Guys Don’t Wear White” per intenderci).
Nel complesso : uno dei miei singoli preferiti di questa prima metà del 2006.
Pop ArtX – Michele Ballerini 04/06
Having a band name like Viv Prince Experience might’ve been enough for us “pretties” to love them unconditionally, but it still kinda makes me glad to realise that there IS quite a few more reasons for that. “Where do we go from here” actually does share a (pretty) thing or two with Viv Prince’s experiences from the mid’60s, mixing the Pretty Things early days’ freaky r’n’beat, with a bit of Jagger-through-Aguilar-like growl, while the descending chord progression of “Victoria station” finds them leaning against a bit more slightlydelic wall of sounds.
After turning the record to it’s B-Back, that’s exactly what you get, finding The B-Back (actually sharing the single’s “other” A-side) in all their mid’60s garage punk glory, with “Fire”, turning into a kind of a Gouldman-through-Yardbirds piece of freakbeat, after a punk-ish surf intro, with an occasional nod towards The Beatles as well, while “Joker and ace” takes more of an Americanized Brit-invasion-influenced jangly punk approach.
With both bands coming from Italy, may I add that it’s pretty strange how European bands sometimes “remember” the days of swinging Britain much better than the actual “native sons”.
Goran Obradovic / POPISM radio show – Serbia 10/06
Davvero un’ottima uscita per la sempre più interessante Area Pirata, che fa il colpaccio con due dei migliori esponenti del garage-psych nostano, intenti a dividersi questo bel 7″ con due pezzi a testa. I B-BACK di Siena sono ormai una realtà piuttosto consolidata e ci propongono una doppietta più che buona con con “Fire” e “Joker and Ace”, che (giusto per darvi una vaga idea) oscillano piacevolmente tra riferimenti che vanno dagli immancabili primi Beatles, ai Marshmellow Overcoat di Timothy Gassen, (do you remember The knights of fuzz?) fino a cose un po’ più sul versante garagepunk. Arrangiamenti praticamente perfetti e belle suggestioni… Standells, Electric Prunes, Chocolate Watch Band. Beat grezzo e screziato e quel folk rock rivissuto sotto la lente degli ’80 in cantina che anche nel nostro paese ha avuto precedenti illustri (tanto per fare un nome, gli Others di mr. del Pozzo). Nel caso dei romani VIV PRINCE EXPERIENCE – visti già come opening act di mostri sacri quali Fuzztones e Not Moving, e non per caso…- invece, si tratta della prima vera grande occasione di farsi conoscere dal volgo. Per loro hanno scomodato 13th Floor Elevators, Byrds, Small Faces, i Move sul finire dei sixties, e molti altri. Nomi ingombranti, certo, ma anche obiettivamente azzeccati. I quattro hanno già sulle spalle un lungo praticantato con bande piuttosto celebri negli ambienti garage/punk dell’italico underground (Dead Cigarettes, Les Photonics, Turturros e Applicants) e ora finalmente anche l’esperienza e le capacità necessarie per omaggiare appieno il loro amore per il freakbeat d’albione e le più ispirate bands di Nuggets. Rispetto al demo d’esordio i passi fatti sono giganti e stavolta tutto suona alla grande. Suono di quell’epoca, sì, ma senza finire nel mero antiquariato. Affilano le armi in “Victoria Station” (puro Arthur Lee esule a London town…) e “Where do we go from here”, belle dalla prima all’ultima nota. Quindi il consiglio è: appoggiate dolcemente la puntina del giradischi su questo pregiato pezzo di vinile, allentate il nodo all’ascot, datevi al southern comfort e lasciate pure che il lucor acido, finalmente, vi invada!
Loveless 11/06