(Four songs, four covers to reclaim their roots, as well as a key to reinterpret some obscure classics their own way.
The record having been recorded entirely live in studio, represents an authentic snapshot of the band playing their all-time favorite tunes.
The EP is a genuine collector item with a special carved cardstock cover: it will be released in limited edition of 320 copies, which 100 of them are in pink vinyl!!)La collaborazione tra Dom Mariani (DM3 – Stems) e i nostrani Sick Rose prosegue.
Dopo aver curato la produzione artistica degli ultimi due album del combo torinese (‘Blastin’ Out’ e ‘No Need for Speed’), qui ci mette del suo come musicista e seconda voce e assieme uniscono le forze per realizzare questo 7”Ep che sembra un manifesto programmatico.
Quattro brani, quattro cover per rivendicare le loro radici, ma anche per rileggere degli oscuri classici alla loro maniera. In effetti si tratta di un’istantanea di alcuni loro brani preferiti di sempre.
Il disco è stato interamente registrato dal vivo in studio.
Si parte con The Flames, band in cui militano due Beach Boys formazione primi ’70, ed è il Beatles sound ‘potenziato’ a farla da padrone. Si prosegue con la creatura di Martin Briley, The Liverpool Echo, anche in questo caso il brano è una perla Power Pop, nata dalla miscela tra MerseyBeat, Pub Rock e melodia nel 1973.
Eccoci al lato B con ‘Lover come back to me’, siamo all’anno successivo, 1974, e qui sono gli Hudson Brothers di Portland, a subire il trattamento di Luca Re, Dom Mariani e soci. L’Ep si chiude poi con la sconosciuta (My girl) Mary Anne dei sottovalutatissimi The Spongetonesan, una ottima Power Pop band dei primi anni ’80 dal North Carolina.
Copertina speciale ed edizione limitata a 320 copie di cui le prime 100 in vinile rosa!!
Tracklist:
Side A
Get your mind made up (Fataar Champling-Fataar-Fataar)
Girl on a train (B.Engel, M.Briley)
Side B
Lover come back to me (Hudson and Bernie Taupin)
(My girl) Mary Anne (Steve Stoeckel)
Gran brutta bestia il power-pop,o il pop in generale.
Creare delle melodie fresche, semplici quanto accattivanti ma assolutamente non banali, potenzialmente vendibili ma che, ahimè, non venderanno al di fuori della ristretta cerchia degli appassionati, non è affatto cosa semplice né esattamente alla portata di tutti.
Ma chi ne è capace sa creare veri e propri gioiellini e, se si unisce a dei comprovati cavalli di razza, quali gli immarcescibili The Sick Rose, un mostro sacro del genere quale l’italo-australiano Dom Mariani, beh allora si può essere certi che il risultato finale sarà fra i più soddisfacenti.
I nostri local-hero, da quando sono stati folgorati sulla strada di Damasco dal pop energico, hanno sfornato dischi di altissimo valore, come d’altronde erano soliti fare quando si “sporcavano” con il garage e, ovviamente, l’incontro con il leader di Stems, Dm3 e Someloves non può che aver aggiunto loro un plusvalore che li porta ad essere fra i massimi alfieri mondiali del genere.
Prova ne sia questo Live in Studio registrato in quel di Settimo Torinese nel maggio del 2013 e composto da quattro cover di oscuri gruppi del passato quali Flame, Liverpool Echo, Hudson Brothers e Spongestones che, manco a dirlo, vengono ammantate di nuovo vigore e di un tocco di magica melodia.
Un altro motivo, se mai ce ne fosse ancora bisogno dopo quanto dettovi, per avvicinarvi a questo 7″, sta nella sua bellissima veste grafica caratterizzata da due copertine sovrapposte, una rosa ed una nera, che creano un gran bell’effetto visivo e che attirano inevitabilmente l’attenzione dei feticisti del vinile fra i quali posso fieramente annoverarmi.
Il disco esce in edizione limitata a 300 copie e, augurandomi che gli amici di Area Pirata ne possano vendere 3000, vi consiglio di farne vostra al più presto una copia.
Voto: 8,00/10
Il Santo – Indie-Eye.it 05/09/2014
Può sembrare improbabile attribuire lo status di disco della settimana ad un EP con quattro covers. Eppure al cospetto di cotanta meraviglia i dubbi spariscono.
I Sick Rose rinnovano la collaborazione con Dom Mariani (DM3 – Stems) che già aveva curato la produzione artistica degli ultimi due album della band torinese (‘Blastin’ Out’ e ‘No Need for Speed’) e che stavolta compare in veste di musicista e seconda voce. Interamente registrato dal vivo in studio l’Ep va alla scoperta di oscure ed entusiasmanti gemme power pop perdute negli anni ’70 ‘n giro per il mondo. “Get your mind up” è uno stupendo brano tratto da un strepitoso album che nel 1970 i sudafricani The Flame realizzarono per l’etichetta dei Beach Boys (band nella quale due di loro, Blondie Chaplin e Ricky Fataar, confluiranno a breve) a cui segue “Girl on a train” degli sconosciutissimi Liverpool Echo a cui i Sick Rose danno una carica garage beat che riporta alla mente la verve che fu degli indimenticabili Prisoners. “Lover come back to me” degli Hudson Brothers e l’incredibile melodia del ritornello di “(My girl) Mary Anne” dei Spongetones, rivitalizzata e resa ancora più energica e travolgente, chiudono un lavoro (rigorosamente e giustamente in vinile) che non si può fare a meno di rimettere in continuazione sul piatto del giradischi.
Luca Frazzi – Rumore #273 08/2014
Di solito, quando i Sick Rose fanno qualcosa, lo fanno bene.
In questo caso, benissimo.
In questo EP registrato in presa diretta, Luca Re e soci (con la partecipazione di Dom Mariani, nientemeno) si cimentano con quattro cover di oscuro power-pop d’annata. Spicca My Girl Maryanne degli Spongetones, ma il 7″ piace in blocco. Anche per la confezione, tipicamente seventies. II solito gioiellino griffato Sick Rose.
Voto 8/10
Radio Coop – Tony Face – 17/09/2014
Una cosa simile i signori Sick Rose l’ avevano già fatta nel 1989, ovvero chiudersi in studio, divertirsi a suonare delle cover e metterle su un dischetto da sette pollici.
Se allora si trattava di “disfarsi”, in qualche modo, delle ultime scorzette agrodolci del garage punk, questo nuovo E.P. ha invece la funzione di rafforzare il legame artistico con Dom Mariani e, insieme, col power pop cui la band si è votata con risultati egregi da qualche anno a questa parte. Oscurissima roba anni Settanta, riproposta con abilità e giusto rispetto degli originali. Si parte con la Get your mind made up che apriva la seconda facciata dell’ unico disco dei sudafricani Flame, all’ epoca prodotto nientemeno che da Chris “Beach Boy” Wilson e pubblicato sull’ etichetta personale dei fratelli Wilson, quindi la Girl on the train che Martin Briley e Brian Engel buttarono giù sul loro disco-tributo al Merseybeat nel 1973 e che, riascoltata qui, pare fosse stata scritta pensando proprio alle voci di Luca Re e Dom Mariani e alle chitarre di Diego Mese e Giorgio Cappellaro (coincidenza: anche l’ ultimo album della band torinese è uscito, proprio come quello dei Liverpool Echo, con una riproduzione “fake” di una rivista inglese, NdLYS).
Sulla facciata B, Lover come back to me degli Hudson Brothers, all’ epoca (siamo nel 1974) superprotetti di Elton John (il pezzo tra l’ altro porta la firma di Bernie Taupin) e (My girl) Maryanne degli Spongetones, la più recente del lotto, ribadiscono il concetto tra chitarre aitanti e melodie bubblegum.
Peccato non poterlo infilare nel lettore cd dell’ auto, per vedere le nostre strade meno grigie di quanto non siano.
Distorsioni / Reverendo Lys Blog 19/09/2014
Non è facile recensire un disco così. Il rischio è quello di fare un comunicato stampa di quelli incensanti, che puzzano di finto dopo mezza riga e ti viene voglia di non ascoltare nemmeno un pezzo del cd o album o che altro a cui si riferiscono.
Questa pippona iniziale per dire che sì, miseria ladra, anche questa volta i Sick Rose hanno fatto un bel lavoro – ancora con l’aiuto del signor Dom Mariani, che già li ha seguiti negli ultimi due album. Per l’occasione la band di Luca Re & c. si cimenta in quattro cover suonate live in studio (da qui il titolo), senza troppe menate e con l’energia tipica di questa dimensione.
The Flames, The Liverpool Echo, Hudson Brothers e Spongetonesan sono gli autori degli originali (che spaziano dai primi Settanta agli Ottanta come arco temporale)… confesso di non conoscere i pezzi nelle versioni dell’epoca, ma le riletture dei Sick Rose sono convincenti al 100% – banalmente, sembrano in scioltezza brani del loro repertorio più power pop degli ultimi anni.
Non ho mai nascosto il mio amore per la fase di fine Ottanta-primi Novanta, più protopunk, dei Sick Rose, ma a parte il gusto personale, una signora band così è semplicemente da ascoltare e rispettare. Giù il berretto. E fate vostro questo 7″ dalla copertina “animata”.
VinylHunter – Black Milk magazine 10/10/2014