The Barbacans A Monstrous Self-Portrait

Lp
Ottobre 2016
Tiratura Lp: 300 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

15.00

1 disponibili

The Barbacans A Monstrous Self-Portrait

(The Barbacans’ third album, titled “A Monstrous Self-portrait”, out soon on vinyl-only for Boss Hoss Records Italy, Coypu Records, and Area Pirata Records, collects songs ranging from garage, to rock and punk.

Characterized by their classic Farfisa sound, it will be presented with a Mexican tour in October 2016.

God save the fuzz and The Barbacans!)Nel 2007 un quartetto di musicisti di Fano (PU) composto da Carnarelli (voce / organo farfisa) Walker (chitarra) Guescio (basso) e Il Sindaco (batteria) forma i Barbacans (da Barbacan, termine che in gergo locale vuol dire persona pigra e dall’atteggiamento aggressivo): successivamente la Boss Hoss Records si accorge di loro e nel 2008 produce il loro primo singolo 7″ in vinile dal titolo Phantom Opera/What’s Fantastic e il relativo video.
Un anno dopo registrano in Spagna presso il Circo Perrotti di Gijon il loro primo LP dal titolo “God Save The Fuzz” ( 2009 Boss Hoss Records, distribuito da Godown). A distanza di tre anni, dopo qualche partecipazione a diverse compilations ed una serie di tour che li ha visti esibirsi in giro per Europa, Messico e Cina a fianco anche di band come The Morlocks e The Seeds e esce finalmente Il secondo album ufficiale “NO HITS FOR THE KIDS”, accompagnato da un cambio di formazione (Walker lascia la band ed alla chitarra entra Mary).
Due anni dopo propongono un 10″ in vinile dal titolo “Mai Sepolti”, con sei magnifici brani tratti dalla celebre raccolta americana “Back From The Grave”, con liriche in italiano e pubblicato per Boss Hoss Records, Area Pirata e Dead Music.
Infine il terzo disco dei Barbacans intitolato “A Monstrous Self-portrait” è in uscita per Boss Hoss Records Italy, Area Pirata e Coypu Records, esclusivamente in vinile e raccoglie brani che spaziano dal garage, al rock, al punk. Caratterizzato dal loro classico farfisa sound, sarà presentato con un tour in Messico il prossimo ottobre 2016.
Dio salvi il fuzz ed i Barbacans!

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Recensioni:

Ho avuto la fortuna e l’onore di seguire per intero la carriera musicale dei Barbacans sia attraverso i loro 7″ (alcuni a loro nome altri condivisi con altre band), al loro 10″ nel quale riproponevano brani tratti dalle compile Back from the Grave coverizzandoli in lingua italiana per finire ovviamente con i loro tre album l’ultimo dei quali è oggetto di queste righe.

Partendo dai loro trascorsi vi dirò che agli esordi i nostri erano un gruppo di puro garage revival di quelli che quelli che facevano il loro “mestiere” alla grande-almeno due brani sul loro album d’esordio God Save The Fuzz erano di caratura altissima-con il loro secondo album (No Hits For The Kids) già il loro spettro di influenze si andava allargando includendo, oltre all’immortale garage-punk, di cui parlavamo poche righe orsono psychedelia e punk ’77 fino ad arrivare al 10″ di due anni fa (Mai Sepolti) di due anni fa nel quale affioravano interessanti riminiscenze beat.

Questo loro nuovo disco che esce soltanto in versione vinilica se è possibile rimescola nuovamente le carte proponendo diverse sorprese, basti ascoltare il primo pezzo In Her Mind per sobbalzare dalla sedia, si tratta infatti di un brano oscuro e darkeggiante non lontano da certe cose dei Bauhaus o, per restare in Italia, e sottolineare l’uso delle tastiere, Paul Chain Violet Theatre. Seguono poi altre canzoni assolutamente valide quanto spiazzanti nell’ordine sono The Brightest Star la cui psychedelia coincisa e coinvolgente mi ha ricordato i Birdmen Of Alkatraz, You Tell Me dove hard-rock e psychedelia si mescolano dando vita ad una miscela che sa molto di 70’s, Price Of Love-il mio pezzo preferito-che riesce ad unire in un solo brano influenze britanniche (Creation) e americane (Love), Black Friday un lisergico strumentale rafforzato da un sax che ammalia, Tall Man dove sembra di ascoltare il beat “rafforzato” dei primi Deep Purple e 4-2-BBQS un’altro strumentale ma questa volta in odore di farfisa beat.

Chiude il tutto un traccia fantasma nella quale viene ripetuto in maniera cupa ed ossessiva il riff di Louie Louie con, al posto delle voci, grida e voci disperate. Con questo A Monstrous Self-Portrait i Barbacans hanno realizzato un album di vera e propria cultura psychedelia vale a dire composto di pezzi brevi e neanche lontanamente auto compiacenti o masturbatorii, caso che troppe volte è stato visto come un dogma per chi cercava di ricreare questo tipo di sonorità.

Onore quindi a questi rocker fanesi in grado di cambiare pelle restando comunque una band credibile, creativa e sopratutto interessantissima.

Voto 7,5/10
Luca Calcagno – IYE.ezine 27/12/2016

Terzo disco per i Barbacans, Farfisa sound appalla, e allora chi sembrano? Voce alla Joy Division, la farfisa e il sixties nelle vene, testi rigorosamente in english, You Tell Me, Price of Love, Wunderbar sono solo tre pezzi che delineano il suono ammaliante dei Barbacans, senza tanti fronzoli, suono anno 60-65 e farfisa, e poi tanta voglia di suonare e stupire il pubblico.

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 20/10/2016

La band marchigiana firma il terzo album della decennale carriera, costellata da numerose altre uscite discografiche. Il nuovo lavoro si prospetta in chiave evolutiva, restando fedele alle classiche influenze 60’s e rock n roll ma arricchendosi di sonorità più psichedeliche pur se Sonics, Seeds e Fuzztones rimangono i principali punti di riferimento.  “A monstrous self-portrait” è un disco maturo, più ricercato in chiave creativa, sicuramente riuscitissimo.

Tony Face – RadioCoop/ 18/10/2016

A dire il vero non saprei argomentare molto su Fano, luogo di provenienza dei nostri beniamini, a parte che è un coacervo di buona musica ormai da decenni . E i Barbacans non si sottraggono a questa definizione, anzi, le danno nuovi contorni sgargianti con il loro Farfisa Sound, che a volte sembra un acido discreto sulla lingua di un nerd a caso. “A Monstrous Self-Portrait” è il loro 3° album e si muove sinuoso sulle rotte di “Back From The Grave e quelle cose lì: qualche stilettata psych alla Morlocks e Seeds, qualche spruzzata di Music Machine, Crimson Shadows e Fuzztones, un paio di vocal che ricordano l’Ozzy dei bei tempi andati. Insomma, il suono c’è, il vinile anche con le sue 300 copie da collezionisti duri, ma nulla mi toglie la convinzione dopo il 20° ascolto consecutivo che questi maledetti Barbacans, dal vivo, siano ancora più devastanti perchè liberi di galoppare sul serio.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 10/11/2016

Quest’anno Area Pirata e la scena garage italiana ci stanno regalando davvero delle chicce da non perdere. E l’ennsimo esempio di questo 2016 bollente è il nuovo disco dei Barbacans, “A monstrous self-potrait”. La band marchigiana infatti ci delizia con un vinile in edizione limitata disponibile in sole 300 copie (oltre ad Area Pirata le altre label coinvolte sono Boss Hos Records e Coypu Records) in cui, nel giro di poco più di mezzora, garage, fuzz, punk, rock e beat si mescolanano in un’amalgama perfetta. Un mix insuperebile come il tonno (ma molto più gustoso), caraterizzato dal classico suono del farfisa, che ormai è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica per i Barbacans. Pezzi come “In her mind” e “Price of love” sono pura goduria sixities, con quel loro sound spaziale ed evocativo, più piccante di un burrito appena arrotalato in una bettola messicana. Ottimo anche il ritmo contagioso e tutto da ballare – grazie al solito farsifa e una chitarra sporca e indiavolata – di “Black friday”, mentre “Wunderbar” ci riporta direttamente ai bei tempi immortalati nella mai troppo citata raccolta “Nuggets”. E se il riffone di “Tall man” vi farà perdere la testa e vi ricorderà per un momento i primi Queens Of The Stone Age, grazie alla danza indiavolata di “4-2 Bbqs” farete definitivamente pace con gli Anni Sessanta più lisergici e colorati. Insomma uno di quei dischi da sentire e risentire come dei veri e propri trantolati garage.

Diego Curcio – Genova Quotidiana 24/11/2016

Il quartetto marchigiano giunge al terzo disco e prosegue bene – difficile avere dubbi data la natura cristallina della proposta – quella che pare proprio una missione: suonare in un certa maniera, cioè nel modo più fedele possibile ai canoni che ama di più, quindi garage-rock venato di punk con spruzzate di immancabile tastiera Farfisa quando serve.

La verve non manca, si evince dall’evidente piglio esecutivo, si nota in particolare in “The Brightest Star”, unita al chitarrismo esasperato e vivo, come nel bubblegum-punk di “You Tell Me”. Il secondo lato si apre con la tempesta fuzz di “Black Friday”, che ricorda la lezione dei padri Blue Cheer (meno pachidermici del solito, però) con protagonista un sax, elemento che riporta pure agli Stooges, mentre la successiva “Last Night Fun” tiene a mente le melodie dei Grand Funk Railroad. Avrete capito che è un po’ la fiera delle citazioni, ma non potrebbe essere altrimenti, viste le intenzioni eminentemente celebratorie della band (spiccano comunque “Tall Man” e la strana traccia in chiusura, tutta urla e parti funeree di basso, con l’organo a ricamare la melodia). Ai Barbacans piace suonare così e va detto che lo fanno bene, niente di più e niente di meno. Astenersi seguaci dei trend a tutti i costi.

Maurizio Inchingoli – The New Noise 14/01/2017

“A Monstrous Self­Portrait” è il terzo disco per i Barbacans , gruppo dedito ad un garage-punk, caratterizzato da un largo uso dell’organo Farfisa. In questo lavoro sono presenti quasi tutti gli elementi fondanti il garage-beat-punk-rock. Si parte con il beat puro di “In her mind” (molto Doorsiana, ndd), si prosegue con la scheggiata e semi-psichedelica “The brightest star” fino a giungere all’avvolgente ed evocativa “Price of love”. Nella seconda parte del disco è maggiormente presente l’elemento fuzz, sia nella frizzante “Black friday”, sia nel rock di “Tail man” e nella rocambolesca ed eccitante “Wunderbar”. Intriga, infine “4-2 bogs” nella quale vengono coniugati le malinconie del beat, il rock di frontiera e la psichedelia. L’album è stato pubblicato esclusivamente in vinile.

Vittorio Lanutti – Freak out 17/02/2017

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