CD digipack
Marzo 2015
Tiratura CD: 300 copie
–COPRODUZIONE–
€10.00
9 disponibili
I Classmates sono un gruppo bolognese che mischia il punk delle origini con garage, powerpop e qualsiasi altra cosa che ci stia bene insieme. Dopo alcuni concerti, registrano un demo live nell’estate del 2012 e all’inizio del 2015 pubblicano il loro primo disco “The Classmates” per Area Pirata.
Senza tanti fronzoli come la loro musica, i nostri si presentano con questo debut album pronti ad incendiare qualunque palco! Canzoni accattivanti con riff elementari ed esplosivi, una sezione ritmica che fa muro ed un cantato abrasivo e melodico. Il loro merito vero è sicuramente quello di far suonare fresco ed attuale il suono di quel Punk del ’76 che ha le sue radici nel Garage dei sixties!
Tracklist:
1) This Society
2) Cheatin’ Soul
3) Direction
4) When Sun Sets Down
5) Your Time Is Gone
6) Awake In My Bed
7) Mario
8) Bad Man
9) Black Heart
10) I’ll Do My Best
11) Little Piece Of World
CRITIQUES
Bertrand Tappaz – Chronique 2015 – semaine 25 – VOIX DE GARAGE GRENOBLE
Ce jeune trio italien sort ici son 1 er album qui ressemble à un disque ideal pour l’été !
Frais, sautillant, positif, entrainant, rythmé, ensoleillé… 11 chansons en 33 mn
Puisant dans le Garage (mais pas trop), le Punk (ligné Boys / Buzzcocks soit les faiseurs de hits immédiats), la Power Pop de toutes les époques, et, peut-être même piquant un peu de son talent de compositeur à Elvis Costello les Classmates enchainent les petites perles qui donnent du baume au cœur et l’envie de s’oindre d’ambre solaire pour foncer à la plage (bien qu’ils ne soient pas dans une veine Surf).
Les Classmates c’est une sorte d’étalon de l’Indie Garage de 2015 comme Love Boat (autre excellent groupe italien) l’était il y a une paire d’année. Rien de moins.
Une vraie régalade !!!
Disco d’esordio per questo trio proveniente da Bologna che si muove sui territori del garage punk. Un disco che scorre via veloce nelle sue undici pregevoli tracce, costruite senza fronzoli con l’intento di creare subito un clima da rock party. Aperto da “This Society” brano di deriva scandinava, con una bella chitarra killer, l’album prosegue con una bella “Cheatin’ Soul” destinata a diventare uno degli anthem del gruppo. La successiva “No Direction” mette in risalto il cantato adolescenziale e richiama alla mente mostri sacri come i Buzzcocks. Il disco poi prosegue con un po’ meno vigore con due ottime ballad quali “When Sun Sets Down” e “Your Time Is Gone” per poi riprendere a correre su territori più punk con i brani successivi. La sensazione, ascolto dopo ascolto, è quella di trovarsi davanti ad un disco godibilissimo per la sua freschezza e leggerezza. Ogni brano presenta una sua peculiarità e seppure il suono possa sembrare un po’ derivativo, questo non deve influenzare in negativo il giudizio su di un album nel suo complesso molto ben costruito e che lascia trasparire che il gruppo ha molti margini di miglioramento.
Eliseno Sposato – Sotteranei Pop 20/04/2015
Arrivano da Bologna e sono in tre, suonano un garage sixties che potrei sintetizzare a metà fra Ash (che con il sixties hanno ben poco a che fare) e il sixties pop più tirato…ma nomi di band stavolta non ve ne faccio…undici brani, tirati bellini e carini. Se This Society vi prende subito che dire dela seguente cheatin’ Soul …c’è da dire che questa musica si presta al ballo, non liscio ma va bene dal semplice saltellio al pogo…una dote non da poco. Your Time is Gone è veramente ok e così slittiamo verso la fine…c’è anche Black Heart con una partenza stile Gun Club e un crescendo molto bello. Che dire ragazzi…giovani in erba (non pensate male) e vogliosi di far bene! La licenza di rilascio è Creative Commons, basta questo per fargli un bell’applauso!
Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 15/04/2015
Bologna city limits, i Classmates riportano indietro le lancette dell’orologio e snocciolano undici anthem di puro garage-
punk virato pop, canzoni che si appiccicano immediatamente addosso e non hanno dalla loro chissà quale ingrediente
segreto: riff scarni ma energici, sezione ritmica che spinge, vocals graffianti ma in grado di farsi ruffiane al momento
dell’immancabile coro. Insomma, se mai abbiamo stabilito che non serva chissà quale complessità per creare un brano
riuscito, qui siamo all’esemplificazione perfetta, il che del resto non significa sia semplice riuscire nell’intento, perché
tra il catturare l’attenzione e il passare via lisci come l’acqua fresca il passo è breve. I Classmates si assumono la loro
buona dose di rischi e vanno dritti per la loro strada con tanta naturalezza che alla fine convincono e fanno propendere per il
pollice in alto, anche quando finiscono involontariamente per sterzare verso il radio-friendly con un pizzico di chewingum
attaccato sotto la scarpa (“I’ll Do My Best”). Il resto è solo puro e semplice rock’n’roll nella sua accezione
più estesa e completa, con una strizzata d’occhio ai Sixties e la voglia di suonare senza troppe chiacchiere o piani
predefiniti, un po’ come quando si parte in macchina per far serata senza una meta precisa, perché ciò che conta alla
fine è solo la compagnia e la voglia di divertirsi. Così, tra una puntata a Detroit e una in Scandinavia, una sosta a
Londra e un tuffo nel mare in California, si finisce per aver trascorso una bella nottata a zonzo con l’alba che fa capolino in
fondo alla strada e l’immancabile sosta al bar per un cappuccio con pastarella prima di andare a letto. Lunedì si ritorna al
lavoro, ma per ora bene così.
Michele Giorgi – The New Noise 08/07/2015
La toscana Area Pirata Records prosegue imperterrita nel suo intento
di scoprire piccoli nuovi talenti R’n’R e Garage, risolutamente incurante di ogni tendenza e di ogni nuovo amore Indie Rock nato e
già morto su magazine online “giusti”. La politica della piccola label è chiara; produrre e stampare solo
ciò che piace e sticazzi dei riscontri del “grande” pubblico (pubblico, piccolo o grande…Esiste ancora? Chi li
compra più i dischi?).
I bolognesi Classmates sono un power trio di Punk/Powerpop secco, nervoso e tirato, con un occhiolino sempre strizzato verso la
melodia e un piglio da tutto e subito, buona la prima e così sia.
Musica che va dritta al punto e che, presa tutta di un sorso in un assolato pomeriggio estivo, concede tutta la sua
vitalità memore di ricordi ’78-79 (quando il punk si stemperava nel Powerpop più grintoso e caciarone) e di ribellismo
Mod.
Inutile negare che a tratti emerge un po’ di ripetitività, soprattutto nell’uso della voce maschile; sarebbe opportuno in
futuro, ma i ragazzi prendano il consiglio con le dovute precauzioni, insistere sull’alternanza voce maschile/femminile.
Nell’approccio frenetico ricordano un pochino i Dissuaders di Alex Vargiu e quando imbroccano il ritornello giusto sono realmente
trascinanti, basti pensare a brani come la tripletta iniziale composta da Cheatin’ Soul , This Society e Direction , quest’ultima
con un riff spezzato tra Jam e Beat, ma anche alle (leggermente) più meditate Your Time Is Gone e Bad Man.
Insomma, una grossa carica d’energia per un esordio che mostra diverse ottime carte in tavola.
Denis Prinzio – Impatto Sonoro 09/07/2015
Il rock’n’roll filtrato dalle fetenzie punk è spesso canonico, dritto per dritto in modo esagerato, senza particolari picchi creativi. Ma con poche mosse, quelle giuste, può essere dannatamente rigenerante. Di solito questo miracolo di serie B accade negli esordi e di rado si ripete al secondo disco. È successo al primo, eponimo album dei bolognesi Classmates che è immediato e muyfrizzante, a cavallo tra il punk melodico stradaiolo di marca british, il power pop a stelle e strisce e il gioioso glam-junk-rock: la doppietta d’apertura This Society e Cheatin’ Soul parla chiaro. Quando si fa avanti la voce femminile la mente torna a quel piccolo capolavoro che è stato l’omonimo disco delle Elastica; più in generale vien da pensare a dei Supergrass retrocatapultati nel ’77. Promossi al primo colpo.
Manuel Graziani – Rumore #280 05/2015
Quando noto nella mia cassetta della posta un pacco contenente qualcosa di nuovo da ascoltare la mia reazione è quella che
avevo da adolescente: voglia matta di aprirlo e tenere il supporto tra le mani, analizzarne la copertina, metterlo nello stereo,
sdraiarmi sul divano e assaporarlo come fosse ogni volta una grande novità. Terminato l’ascotto però arriva l’annoso
problema che si pone a chi ha collezionato un certo numero di dischi, decidere dove collocarlo. Guarda e riguarda ho trovato per i
Classmates quello che penso sia il loro adatto posizionamento, il loro cd l’ho inserito fra quetti dei Briefs, dei Cute Lepers e
degli Exploding Hearts; eh già ho trovato che il loro power-pop energico ottimamente miscelato con spruzzate di punk settanta
settino più occhieggiante al pop, tipo Buzzcocks per intenderci, andasse ad intersecarsi benissimo a quetto, ottimo, dei
gruppi sopracitati. I due pezzi che meglio potrebbero spiegare la mia scelta sono l’iniziale This Society
e la pregevolissima Direction, ci sono poi i pezzi più mediatati che potrebbero rimandare agli
ultimi Peawees tipo Your Time ls Gone e Black Heart per chiudere il cerchio con
la curiosissima Mario un geniale incontro tra i B52’s più punk ed i Devo più basici. ln
conclusione si può tranquillamente affermare che l’esordio di questo terzetto botognese sia l’ennesima dimostrazione di come
si possa produrre, anche nella nostra bistrattata penisola, un disco di grande rock’n’roll senza fronzoti ma con badilate di energia
ed attitudine.
Luca Calcagno – Sottoterra #2 06/2015
Punk, garage e power pop sono gli ingredienti di questo esordio omonimo dei
bolognesi The Classmates. Essenziali e senza fronzoli i tre compagni di classe si
dilettano e divertono con brani di facile presa, ma non banali.
L’attitudine pop, infatti, è ben bilanciata con il garage e il punk. Tra
stop’n’go (“When suns sets down”) e momenti circolari (“Black
heart”), il trio spara anche sferzate serrate (“I’ll do my best”),
non dimenticando la lezione del punk newyorkese settantasettino (“Awake in my
bed”).
Insomma si tratta di trentotto minuti piacevoli, godibili nei quali ci si lascia
andare e ci si rilassa con queste sonorità cariche e avvolgenti al momento
stesso.
Vittorio Lannutti – RockOn.It Webzine 05/11/2015