The Bradipos IV – Lost Waves

LP
Giugno 2018
Tiratura: 300 copie
CD digipack
Aprile 2019
Tiratura: 300 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

15.00

7 disponibili

The Bradipos IV – Lost Waves

BIO BRADIPOS IV

Dopo piu’ di vent’anni di attività i Bradipos IV sono considerati tra i principali esponenti della musica surf-garage in Italia ed Europa.
Dal 1996 ad oggi I Bradipos IV hanno pubblicato tre album di pezzi originali (Instromania e Surf Session) oltre al nuovo 33 giri “Lost Waves” in uscita per AREA PIRATA a giugno 2018.

La band ha partecipato a svariate compilation con etichette indipendenti nazionali ed estere ricevendo ottime recensioni sulle riviste specializzate italiane (Rumore, Rockerilla, Blow Up, Mucchio Selvaggio) ed internazionali (una per tutte Maximun Rock’n’Roll), oltre che suonare in tutta Italia con qualche breve puntata anche in Germania ed Olanda.
Hanno partecipato alla colonna sonora del film L’imbalsamatore, di Matteo Garrone, e nel 2005 nell’ambito della IV edizione del Premio Toast per il MEI, hanno ricevuto una menzione speciale della giuria “per la notevole capacità di riaggiornare ad oggi certi parametri sonori sixties, percorso ben evidenziato dal brano A night on the Vesuvius”.
Un loro brano originale e’ stato inserito nella compilation “Surfin Rock” allegata a Tribe Magazine, curata da Dj Ringo, con storiche band come Beach Boys, Ventures, Shadows, Smash Mouth etc.
Ad agosto 2011 volano in California per il loro primo Tour americano, dieci date da S. Francisco a S. Diego.
Durante il tour vengono chiamati dalla KFJC (storica emittente californiana radio di Los Altos Hill) per uno showcase live, le cui registrazioni curate da Phil Dirt, uno dei più famosi DeeJay di musica Surf al mondo, sono state pubblicate nel cd “Live At KFJC” uscito nel gennaio 2011.
Nel 2013 realizzano uno split digitale (Italian Surf Attack) in collaborazione con il gruppo surf torinese I Monaci Del Surf, distribuito in esclusiva sul sito web di Rolling Stone italia.
Sempre nel 2013 a Marzo partono per il loro secondo tour europeo che li portera’ a suonare in Francia, Olanda, Belgio e Germania.

Nel 2016 partono per un secondo tour Californiano di circa venti date suonando nei piu’ importanti Festival dedicati al genere : il SURFIN GUITAR 101 a Los Angeles e il TIKI OASIS a San Diego.
Durante il tour presentano il nuovo EP pubblicato da GOODFELLAS “The Partenophonic Sound Of The Bradipos Four”, lavoro dedicato alla reinterpretazione in chiave Surf di pezzi della tradizione classica della musica napoletana.
La dimensione live è quella ottimale per apprezzare il suono e la grinta dei Bradipos IV che nei loro infuocati show propongono pezzi originali e cover di oscure band strumentali dei primi anni sessanta alternate a classici del rock ‘n’ roll.
Attualmente i Bradipos IV sono uno dei gruppi di punta della scena Surf italiana; presenti su molti siti internet (tra cui Vitaminic e Reverb Central), nonché sulle programmazioni di diverse stazioni radio statunitensi (Radio Rumpus Room, Dead End Radio, Dragsville, The Wayback Machine Radio Show, KFJC).

Keep on Surfin!!!

LOST WAVES

A due anni di distanza dall’ultimo EP, “The Partenophonic Sound Of The Bradipos Four”, il combo Surf è tornato in studio, influenzato dall’ultimo tour californiano. L’ispirazione però è arrivata più dal deserto in cui si sono addentrati per raggiungere Las Vegas e Joshua Tree, piuttosto che dall’Oceano.
Un disco più strumentale che prettamente surf, sebbene si apra col brano originariamente scritto da Ray Hunt e interpretato, per la prima volta nel 1961, dai Surfmen. Altre due le cover, A Heartful Of Nothing di Chris Barfield e Siboney scritta da Ernesto Lecuona, in mezzo a ben nove brani originali.
Fuori dal classicismo del genere, ma con quel tocco personale a cui la band casertana ci ha abituato fin dagli inizi, facendone un tratto distintivo.
Un dico anche un po’ malinconico, come ci ricorda la grafica, dominato dai toni minori e sempre però con i piedi ben piantanti sulle loro origini mediterranee.

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Recensioni:

Prima di serrare le imposte per la stagione estiva, Area Pirata ci saluta con un paio di produzioni che della bella stagione hanno tutto l’odore e la voglia di fregarsene di tutto il mondo creato andandosi a rifugiare in un microcosmo dominato dalle onde e popolato da esotiche creature zoomorfiche metà donne e metà marziane. Nel caso dei Ghiblins di Piacenza, che raccolgono il testimone dei Diabolico Coupé, questo pianeta prende il nome di Surfinia. Ce lo descrivono, muti, facendoci percepire il barrito dei pachidermi e il rumore delle placche dei rettili marini che di certo lo abitano assieme alle altre creature amene. Riverberi e risacche primitive riempiono gli anfratti delle sei canzoni del loro debutto, analogamente a quanto accade nel quarto album dei Casertani Bradipos IV, sebbene il suono di Lost Waves sia meno crepitante e solare. Il mare nella loro città non c’è ma i bradipi riescono a portarci addirittura l’oceano e il fragore delle sue onde. L’immaginario, rispetto alle produzioni che li vedevano impegnati in una “rivisitazione” del patrimonio musicale locale, torna ad essere quello dei grandi spazi americani, Californiani in particolare, come nella tradizione del genere. Genere di cui peraltro i Bradipos IV sono tra i migliori a livello mondiale. Questo album ne è l’ulteriore riprova. Attenti a chiudere le finestre di casa, prima che una mega-onda arrivi a sommergervi mentre siete in panciolle aspettando la prova costume. Quella delle donne, si capisce.

Lys Di Mauro 09/07/2018

 

I Bradipos IV sono una vera e propria istituzione. E con questo nuovo album targato Area Pirata e intitolato “Lost Waves” dimostrano di essere, ancora una volta, dopo oltre 25 anni di dischi e concerti, i re indiscussi della musica surf europea. Se siete alla ricerca sfrenata di suoni innovativi e o moderni, forse, è meglio che vi teniate alla larga da questo pezzetto di vinile, perché la formula utilizzata dai nostri è quanto di più “alla vecchia” vi potrebbe capitare di ascoltare in questi giorni di calura estiva. Oltre ad aver studiato con cura la lezione di Dick Dale e dei Pyramids, tanto per fare due nomi classici che potrebbe citare anche un bambino, la band di Caserta dimostra anche una certa passione per i gruppi più oscuri del surf (i Phantom Surfers sono abbastanza underground o dico cazzate come al solito?) con imprevedibili sferzate garage – e anche una certa vena dark – che irrobustiscono le trame sonore delle canzoni. Chitarre scintillanti e liquide, riff ossessivi e taglienti: ogni pezzo è un’escursione in bermuda e camicia a fiori alla ricerca delle melodia perfetta. Fra i brani più belli di quest’album solido e da ascoltare tutto d’un fiato spiccano la magnetica “Hangover Serenade” e “A heartful of nothing”, che grazie alle sue schitarrate concentriche e il suo andamento indolente, vorresti durasse per ore, come un viaggio mistico a due passi dalla riva.

Diego Curcio – Hello Bastards blog 11/07/2018

 

Più di vent’anni sulla cresta dell’onda e non fare una piega.
Suonano così, ancora incredibilmente bene, i Bradipos IV ed oggi arrivano al traguardo del 4° album, questo “Lost Waves”, che non sposta di un millimetro l’amore del combo casertano dalle consuete coordinate che guardano al nuovo continente d’oltreoceano. E più precisamente alle spiagge californiane dei primi anni ’60, nel pieno dell’impeto innocente e ingenuo pre Vietnam e pre Summer Of Love. Con in più una verve emo(tiva) ereditata dal recente tour che li ha portati a spasso nel deserto tra Las Vegas e Joshua Tree. Luogo colmo per antonomasia di visioni e finzioni, solitudine e creatività, dissoluzione e viaggi astrali, e che ha decisamente influenzato il loro spettro compositivo elevandolo ad una maturità che in precedenza pareva già acquisita, ma che in realtà oggi si è sviluppata ben oltre ogni confine creativo di genere.
Da tutte queste nuove esperienze nascono le 10 bellissime tracce originali e le 2 cover di pregio (“Ghost Hop”, “Siboney”) dell’album che vanno così a puntellare un blend perfetto tra musica strumentale e surf, non solo grazie a chitarre scintillanti e chirurgiche, ma anche al minutaggio medio che fila via veloce senza un attimo di tregua o noia.
I Bradipos IV con “Lost Waves” confezionano l’album più equilibrato e vibrante della loro carriera confermandosi, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, come una delle migliori band strumentali al mondo.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 16/07/2018

 

Scenario : Matrimonio di Simone (il boss) e della splendida Loriana; il ricevimento – o la festa trovate voi la definizione che più vi aggrada – è sulla spiaggia, siamo all’inizio dell’estate e tutti sono sù di giri per il lieto evento e per le generose libagioni ad esso seguite.

Per l’occasione sono arrivati dalla Campania i Bradipos IV, una band che avevamo già precedentemente fatto suonare e della quale ci eravamo da subito follemente innamorati. Il surf del gruppo ammalia i presenti e sulla sabbia ci si si lascia andare alle danze in preda ad una eccitazione mista di gioia ed alcool (forse le due cose sono strettamente conseguenziali). Da quel giorno, che ricordo ancor’oggi con immutato piacere, è passato un bel po’ di tempo ed i Bardipi hanno realizzato un buon numero di dischi ma, contrariamente a quanto accade a molte altre band, la qualità dei loro prodotti, è rimasta immutata se non addirittura migliorata.

Non fa eccezione questa loro nuova fatica intitolata Lost Waves e destinata a diventare un ospite fissa del mio stereo per molti giorni a venire. L’album comincia con una doppietta che lascia subito presagire a quale meraviglia ci si trovi ad ascoltare; si comincia infatti con una cover robusta e sostenuta di Ghost Hop in pezzo che io conoscevo nella versione fatta dai Surfmen ma che scopro – dalle note di copertina – essere di Ray Hunt, segue il pezzo che da il titolo al disco, un brano magnificamente sognante. Ma se devo qual’è il mio pezzo preferito , e vi giuro in mezzo a cotanta magnificenza non è compito semplice, indico la splendida Deep Mojave una canzone che farebbe ballare un esercito di ottuagenari. Segnalazione d’obbligo anche per i ritmi lenti ed ammalianti di The Steel Valentine e per la versione languidamente latineggiante di Siboney una composizione di Ernesto Lecuona datata originariamente 1954 (!!!).

Comunque come accennato alcune righe fa qui si parla di colossi del genere, il surf strumentale per quei pochi tapini che non lo sapessero, a livello mondiale – ne siano testimonianza gli ormai abituali tour negli States – e quindi l’ellepì in questione va ascoltato ad occhi chiusi dall’inizio alla fine. Citando un altra band a me carissima, i milanesi Impossibili, se avete un grande amore in fondo al cuore fate di tutto perché duri per sempre. Lacrimuccia.

Fine della recensione….

Voto: 8,5/10
Luca Calcagno – InYourEyes ‘zine 01/08/2018

Influenzati dall’ultimo tour californiano, svoltosi nel 2016, i Bradipos IV sono tornati in studio per pubblicare il loro quarto disco in ventidue anni di carriera, caratterizzata anche da moltissime collaborazioni sia in colonne sonore di film, che in compilation, split ed EP.
“Lost waves” si differenzia dalla loro produzione passata per essere un po’ meno surf e più strettamente strumentale. La stessa title-track, infatti, ha un incedere più morbido e meno garage surf, caratteristica più di Ghost hop, Tumbleweed stomp e Night creeper.
Ambientazioni più aperte e riflessive caratterizzano A heartful nothing, mentre la malinconia pervade The steel Valentine. Le lunghe distese desertiche californiane si intravedono nel folk-surf di Siboney e nelle dilatazioni vibranti di Pj run.
Un lavoro complesso nel quale i Bradipos IV hanno iniziato ad abbracciare anche altre sonorità.

Voto 3,5/5
Vittorio Lanutti – Kathodik webzine 16/11/2018

 

Après plus de deux décennies de surf instru-mental – et un EP réputé de chansons tradi-tionnelles napolitaines reliftées reverb’ – The Bradipos IV nous plonge avec ce troisième album, Lost Waves, dans une ambiance un zes-te moins iodée, inspirée par leur traversée du désert entre la Californie et Las Vegas lors de leur dernière tournée américaine. A noter quand même une reprise vigoureuse de “Ghost Hop” popularisé par les Surfmen mais aussi une adaptation du standard cubain “Siboney” d’Ernesto Lecuona (enregistré notamment par Dizzie Gillespie et Nana Mouskouri… oups…) ou les effluves twanggy et western de, “A Heartful Of Nothing” de Chris Barfield. A la fois mélancolique et vivifiant.

Sylvain Coulon – Dig It! #74 01/2019

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