The Superslots Terrible Smashers – Kidnappings

CD digipack
Luglio 2016
Tiratura: 300 copie

Formato: Genere:

10.00

Label

Area Pirata

7 in stock

The Superslots Terrible Smashers – Kidnappings

(The Superslots Terrible Smashers are a garage punk band from Salerno, formed in July 2015 by the meeting of guitarist Nico Plescia (Nitroglycerine, Dead Flints, formerly The Bidons) with Bruno Ruggiero (vocals) and Roberto Mirabella (bass) , later joined by Gabriele Concas (drums) . The band is inspired by several giants of the genre (The Sonics, The Morlocks, The Fuzztones , The Cynics) by all the Nuggets bands and the latest Jay Reatard , Thee Oh Sees, Billy Childish & Mick Collins.
Their first hit single “Lickin’ Ears” was digitally released by Area Pirata in November 2015.
The band finished recording their first album at Kaspar House by Ferdinando Farro, it has been released for Area Pirata Records in Chono Records and the contribution of comic artist Luca Maresca (Bonelli Editore) for the cover art!)The Superslots Terrible Smashers sono una band garage punk di Salerno, nati dall’incontro del chitarrista Nico Plescia (The Nitroglycerine, The Dead Flints, ex The Bidons) con Bruno Ruggiero (voce) e Roberto Mirabella (basso), reclutando alla batteria Gabriele Concas.
La band si forma nel Luglio del 2015 e trae spunto da diversi colossi del genere come The Sonics, The Morlocks, The Fuzztones, The Cynics e tutte le Nuggets band, fino ai più recenti Jay Reatard, Thee Oh Sees, Billy Childish, Radio Birdman, Hoodoo Gurus e The Saints.
Nel novembre dello stesso anno entrano a far parte della grande famiglia Area Pirata con la quale pubblicano il loro primo singolo in versione digitale, “Lickin’ Ears”, riscuotendo subito le prime attenzioni da parte degli addetti ai lavori, con passaggi radio anche internazionali. Il team si chiude nel Bunker Studio e con la complicità degli alieni mette su in brevissimo tempo 11 tracce che trasudano punkrock australiano e garage filo americano contaminato di psichedelia. L’album si chiama Kidnappings e vedrà la luce il 4 luglio, come già previsto in un famoso film. Undici tracce registrate presso Kaspar House (da Ferdinando Farro, musicista e fonico esperto di tali sonorità) in uscita per l’etichetta Area Pirata con partner la neo label Chono Records. La copertina è stata disegnata e curata dal fumettista Luca Maresca (Sergio Bonelli Editore, The Valium), mentre il layout grafico, le foto e il supporto alla scrittura dei testi è di Girolamo Viola. Nel mentre i STS tengono viva l’attività live avendo già supportato band internazionali del calibro dei The Youth e partecipato a festival di genere come il Provokate Punkrock Festival.

Membri:
Bruno Ruggiero – vocals;
Nico Plescia – Fuzz, lead & rhythm guitar;
Roberto Mirabella – Electric bass;
Gabriele Concas – Drums.

lyrics by Girolamo Viola,  Bruno Ruggiero, Roberto Mirabella
photo & graphics support by Girolamo Viola

TRACK LIST:
1) Dead Lady
2) Wet Yell
3) Hypocondriac
4) Longman
5) Lickin’ Ears
6) Saint Tropez
7) Navajo
8) St.UFO
9) Deep Town Mountain
10) Bill Cosby
11) Kidnappings

HAVE YOU LISTEN THIS RECORD?

REVIEW

Un’insistente scia passatista continua a ridisegnare la geografia di nuove e nostalgiche produzioni nostrane. In particolar modo nella fascia subcostiera mediterranea si sta scavando a piene mani in quel mood tipicamente seventies del garage-punk più crudo ed arcigno. Quello scarno ed essenziale, costruito intorno al trio chitarra-basso-batteria, infarcito di fuzz ed argute acrobazie melodiche. È il caso della band salernitana The Superslots Terrible Smashers, con l’album d’esordio Kidnappings: rapimenti e sacrifici da battesimo psych-rock, in linea con la succitata scia campana composta da band quali The Bidons, The Valium e The Bubbles, tutte accomunate da una sfrontata ricerca di quel suono così sporco quanto rock’n’roll. A testimoniarlo è anche la neonata label salernitana Chono Records – strettamente connessa ai The Superslots Terrible Smashers – qui in partnership con Area Pirata Records, mentre la cover art è a cura di Luca Maresca (Bonelli Editore).

Kidnappings è una piccola mappa ricca di punti di riferimento estremamente espliciti: dall’euforia dei The Sonics (Navajo), passando per le abrasioni in chiave garage-rock dei The Fuzztones (Wet Yell), preferendo sempre una linea stilistica riottosa di matrice Jon Spencer Blues Explosion che attraversa di netto l’intero album. Il risultato è una miscela al fulmicotone che si muove in un territorio vagamente lo-fi e che riesce a godersi momenti in cui si gioca con tavolozze bluesy (Longman) o acuti punk-rock (St.UFO) costruiti sul furore ardente del Jay Reatard di Blood Vision, dove sono sempre le trame chitarristiche a dettare tempi e traiettorie: uno schema ricorrente, a tratti eccessivo, che sulla distanza non stanca ma anzi riesce a trasformarsi in vero punto di forza di questo esordio. È significativo il voler tornare in spazi sempre meno battuti se non dai soliti noti (il ritorno dei The Sonics e dei JSBE nella scorsa annata, o il recente Post Pop Depression del sempreverde Iggy Pop), sintomo di un attaccamento che in prospettiva potrebbe portare ad una nuova ventata benefica per il genere.

Senza moti necessariamente innovativi, Kidnappings è un disco suonato con spregiudicatezza e col vizio dell’incoscienza. Un esordio che fa ben sperare per il futuro.

Voto 6,50
Carmine Vitale – Sentire/Ascoltare 11/07/2016

La Salerno underground pulsa dai bassifondi. Da pochi giorni è uscito per Area Pirata/Chono Records, il primo disco dei Superslots Terrible Smashers, un esempio di garage punk sporco, energico e dai suoni rudi che troppo spesso hanno accompagnato la mia fottuta vita. Pardon, la nostra… Per chi non è abituato al fuzz, magari ascoltando Kidnappings all’inizio la cosa non potrebbe risultare del tutto tranquilla, ma con gli ascolti questa primordialità cavernicola, rozza come poche, sferragliante e sfondata, entra nel cervello e si crea un proprio spazio autonomo. Le sinapsi vengono plagiate e dopo ascolti su ascolti, questo disco diventa un cioccolatino prelibato di puro garage e rock’n’roll, un perfetto esempio di lealtà sonora che diventa miele per le orecchie.

Un incantesimo che non si placherà con il passar del tempo: poi mi direte! Già la copertina di Luca Maresca, senza enfatizzare una sorta di Frank Zappa del fumetto (Sergio Bonelli Editore), grande opera d’arte, lascia trasparire militanza, attaccamento, una concreta speranza in questo confuso ed omologato futuro sonoro che ci attende. A tal proposito vi consiglio di approfondire la su citata Chono Records , sempre se non lo farò io per voi, prima di voi. I Superslots Terrible Smashers, sono dei raffinati conoscitori della storia della musica e credo siano in grado di sintetizzarne i più vari apporti in maniera oltremodo competente e smaliziata. Kidnappings va dunque inteso come una grammatica musicale, con tanto di morfologia e sintassi, degli anni ’60 e’70, che stilla esperienza sia da parte della stessa band, sia dalla parte di chi ha registrato questo disco: quel “Pataterno” di Ferdinando Farro che non è uno degli ultimi arrivati!

Dodici mesi di attività, undici tracce che provengono dal fondo di un posacenere, che conosce tutte le novelle allucinate e i fatti più crudeli di questo mondo. La logica sa molte cose, ma la schizofrenia ne sa una più grande e che piace a tutti noi. Quei versi che si frantumano e che tornano indietro come lancette di un vecchio orologio in malora. La loro musica è nevrotica, talvolta psichedelica e ad alti volumi non per distruggere, ma per sentirsi addosso la vita. Se si deve crepare, molto meglio di overdose che di anoressia. Il disgusto, la passività, l’indifferenza, sono connotazioni contingenti, non universali. Vi potranno esaltare o no, vi potranno colpire o meno, credo che una cosa per essere rilevante non debba necessariamente piacere. Nella tua vita hanno la massima importanza il tuo cuore e la forza di gravità che ti tiene a terra; eppure dubito che cuore e forza di gravità siano la tua passione. E credo che una dinamica del genere valga anche per il rock and roll, valga anche per questo irrinunciabile cioccolatino.

Vinyl Gianpy – OrticaLab 12/07/2016

Non conosce sosta la rinnovata scena garage/rock n roll italiana che sfodera ogni anno abbondanti manciate di nuovi nomi che con serrate ritmiche, chitarre scarne e distorte, melodie di ispirazione 60’s, ripropongono e modernizzano un suono classico ma che ha ancora la forza di essere pienamente attuale. E’ il caso del quartetto salernitano, nato nel 2015 e già all’esordio per Area Pirata con undici brani che abbracciano lo scibile garage, da quello più ruvido e aggressivo a quello più affine al classico 60’s sound, passando attraverso asperità punk e primitive rock’n’ roll tra Sonics, Fuzztones, Pretty Things, Unclaimed. Ottimo esordio.

Tony Face Bacciocchi – RadioCoop 20/07/2016

Ultimamente quando si parla di garage band si può dire tutto e il contrario di tutto.
In questa categoria sonora troppo spesso si inseriscono alcuni di quei gruppi di cui non si arriva ad avere una dimensione ben definita; anche quando si scende a facili compromessi. Poi ti arriva questo cd prodotto da  Area Pirata  con la partnership della neonata  Chono Records Kidnapping  dei salernitani  The Superslots Terrible Smashers  e capisci che il garage è più un’attitudine che un genere musicale. Una robba da perdenti che si ostinano a sopravvivere piuttosto che prendere per buono tutto quello che passa sotto il naso. La band in questione, formatasi nel 2015 dalle ceneri di diverse formazioni campane, vanta quattro facce toste che insieme creano una miscela esplosiva; chi mastica musica del sottosuolo le avrà già viste in giro per club malfamati. Undici tracce in meno di trenta minuti  dove si racchiude tutto lo stile garage punk dei classici del genere. Nulla di nuovo… ma questo è già molto quando si parla di r’n’r’. Dentro ci puoi trovare il garage revival di matrice 80 (basta ascoltare i primi tre brani per essere catapultati indietro di 30 anni) su tutti  Hypocondriac  che si potrebbe ascoltarla per ore rinchiusi in gabbia. Poi c’è  Longman  che sembra la colonna sonora della mia sconclusionata vita … fatta di riff marci e cadute; di quelle che lasciano il segno… su cui fermarsi a riflettere. La quinta traccia è Lickin’ Ears , primo singolo digitale della band, ed è un’esplosione di proto-punk; si continua con  Saint Tropez  e vedo il compianto  Lemmy  aggirarsi per la cittadina portuale francese con la sua bottiglia di Jack Daniels sempre meno piena; born to lose, live to win . Con  Navajo  &  St. Ufo  invece ho l’impressione che i  The Superslots Terrible Smashers  abbiano stretto un patto di sangue con i  The Hives . Poi ci sono altri due episodi degni di nota come  Deep Town Mountain  e  Bill Cosby  ad impreziosire un album d’esordio che ha pochi punti deboli se non il fatto di non poterli ascoltare su supporto vinilico.  In conclusione c’è la title track  Kidnapping  ed è un mescolarsi di effetti che ti friggono il cervello per poco meno di tre minuti.
Cosa altro aggiungere se non che non vedo l’ora di rincontrare le loro facce toste su qualche palco di quei malfamati locali di cui sopra

Freddie Koratella (Dead Music Roma) – Komakino ‘zine 26/07/2016

Salerno è una gagliarda enclave italiana di garage, punk e sonorità affini che traggono origine dai ’60 e dai ’70 più marci. Penso al punk’n’roll tozzo dei Wild Week-End, al beat di Tony Borlotti, al garage dei Bidons; proprio da quest’ultimi arriva il chitarrista Nico Plescia che mostra un buon manico nell’intessere trame ritmiche e nell’affondare bordoni fuzz: Hypocondriac e Lickin’ Ears sono le facce della medaglia. Musicalmente i STS non fanno una piega, per quanto derivativi e profondamente dentro il mood di Nuggets. Intrigante il modo di porgere la voce di Bruno Ruggiero che ha il vibrante lirismo e l’altrettanto vibrante incazzatura del giovane Eddie Vedder (ascoltate la seconda parte di Longman) . Il che è un bene anche se, Seattle per Seattle, avrei preferito virasse più verso Mark Arm.
Voto 7/10

Manuel Graziani – Rumore #383 09/2016

Arrivano da Salerno e si sono formati nel 2015, musicalmente spaccano! Lo dico subito almeno mi tolgo il pensiero, a chi assomigliano? Nelle influenze citano  The Sonics, The Morlocks, The Fuzztones , The Cynics e hanno tutte le ragioni per farlo, quindi direte voi niente di nuovo! Esatto! Niente di nuovo ma tanta bella energia, che suona molto bene e fresca. Dead Lady e poi la title track che mi ricorda tanto i Doo Doo Drivers, Hypocondriac molto i Ray Daytona…mentre Longman è veramente una chicca! La loro novità è la loro freschezza, quel ventolino rinfrescante che ci vuole quando si parla di garage e roba simile, per me ottimi!

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 19/07/2016

Ebbene sì, è giunto il momento, dopo anni di onorato servizio, di rivelare una triste quanto sorprendente verità: questa webzine (addirittura fanzine quando era ancora cartacea) non ha mai versato nelle mie esangui casse né una lira né un euro.

Ciò fa di uno scrittore, sia pur dotato, come il sottoscritto un semplice dopolavorista della kritica musicale ed è per questo motivo, ed anche per altri a voler essere sincero, che le mie recensioni vengono redatte con colpevole ritardo. Ma ci sono band ed etichette che vedono coinvolte persone troppo umanamente belle perché una loro uscita sia da me trattata mesi dopo il suo arrivo. Tra queste si possono indubbiamente annoverare Tiziano e Jacopo di Area Pirata e Joe, chitarrista del combo in questione, non me ne vogliamo gli altri membri del gruppo che saranno certo persone squisite ma che non conosco personalmente. Ma bando ai preamboli e via con l’analisi di questo album che è una bomba di rock’n’roll diretto e vibrante come non mi capitava di sentire da un pezzo. Partendo dall’inciso che Kidnappings va goduto nella sua interezza, vado a segnalarvi i brani che più mi hanno colpito; si inizia con il sacrosanto tributo agli Stooges di Wet Yell che della band di Detroit di Ann Arbor presenta pure lo stesso tipo di percussioni tribali. L’anima garage-punk della band si palesa in tutta la sua irruenza in brani come Hypocondriac e Navajo ; trovano poi spazio un pezzo di puro rock’n’roll come Lickin’Ears (il giro iniziale sembra quello di Louie Louie, versione Kingsmen, of course), una timida apertura al power-pop in Deep Town Mountain ed una coda finale di psychedelia strumentale degna dei primi Pink Floyd (quelli con Syd Barrett, anche se sarebbe inutile ricordarlo) offerta dalla canzone che da il titolo all’intera raccolta. Io, chi mi conosce lo sa, sono un vecchio petulante modello loggionista dei Muppets e tendo a ripetere i soletti concetti, uno di questi è quello che un album di rock’n’roll non deve durare più di mezz’ora, e questo, guarda caso, dura ventisette minuti e mezzo. Per chi scrive un disco di rara intensità che tutti gli amanti del raw rock’n’roll dovrebbero ascoltare ma io, si sa, sono assolutamente e palesemente di parte…

Voto: 8,5/10
Il Santo – IYEzine 22/07/2016

Sci-Fi prestata alla Psichedelia . Una copertina – disegnata da Luca Maresca (Sergio Bonelli Editore, The Valium) – che mette fin da subito le cose in chiaro sull’immaginario della band, ed un approccio che conserva l’irruenza delle primissime formazioni di  Garage Rock – In pieno Nuggets style -, fino alla rivisitazione  Eighties di genere.  Cynics e Morlocks sugli scudi, farciti da un gusto Aussie fra Radio Birdman e Hoodoo Gurus .

L’esordio dei  The Superslots Terrible Smashers, band di Salerno già entrata nei radar degli addetti ai lavori con il singolo “Lickin’ Ears” – pubblicato in versione digitale nel 2015, e contenuto in questo Kidnappings -, nasce per colpire al cuore tutti gli amanti del selvaggio Garage-Punk. I rapimenti (alieni) del titolo, trovano coincidenze curiose nella data di uscita del lavoro: il 4 Luglio – ricordate Independence Day? Mentre i riferimenti stilistici talvolta abbracciano soluzioni di genere più recenti; pensate a Jay Reatard o ai The Hives (“Navajo“). Semplice. sporco e ruvido Rock’n’roll , vi piacerà.

Voto 4/5
Alessandro Rossi – RockLab 26/07/2016

L’ Italia suona bene e si sente più che mai. Questo dovrebbe essere il commento in calce al debutto dei Superslots Terrible Smashers “Kidnappings”, freschissimo di stampa nel luglio impossibile del 2016. 11 tracce che ti catapultano in un paradosso spazio temporale, dove la musica è bellissima e i problemi stanno a zero. I kids di Salerno sferragliano con stile in territori garage punk ed indie rock con corone di fiori al collo e Voxx Phantom imbracciate manco fossero AK 47. In questo periodo di grigiore e crisi esistenziali, loro sono una garanzia di gioia e note intonate. Che aspettiamo a portarli in giro per il mondo vantandocene come se non ci fosse un domani? Occhio Billy Childish & Co, qua c’è trippa per tutti!

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 12/08/2016

UN RAPIMENTO SINAPTICO.
KIDNAPPINGS è l’album d’esordio della band salernitana THE SUPERSLOTS TERRIBLE SMASHERS co-prodotto da Area Pirata , label che da più di dieci anni non fa che regalarci gioie, con la collaborazione della neonata etichetta Chono Record.
La band, di cui fa parte Nico Plescia ,ex chitarrista dei The Bidons, è partita subito alla grande. Nel loro primo disco ci propongono 11 fantastici pezzi scritti in meno di un anno e vanta già di una interessante attività live che li ha visti supportare una band di fama internazionale come i The Youth e a partecipare al Provokate Punkrock Festival dello scorso aprile.
Un suono crudo e sporco, un rock’n’roll intenso, aspro e originale che la band sa personalizzare guardando al garage più moderno.
Fin dai primi accordi le sinapsi vengono dominate dall’irruenza e dalla ruvidezza dei suoni e della voce , dalle accattivanti ed indomabili NAVAJO e HYPOCONDRIAC, entrambe espressione di una dichiarata anima garage punk, al puro e travolgente rock’n’roll di LICKIN’EARS.
Accattivante l’ intro etilico e bluesy di LONGMAN. I testi sono surreali, no-sense e descrivono personaggi mistici protagonisti di situazioni paradossali.
Con l’ultimo pezzo poi, KIDNAPPINGS, che da titolo al disco, veniamo definitivamente conquistati da un’inaspettata psichedelia strumentale che si materializza infatti nella copertina curata da Luca Maresca, talentuoso e giovane disegnatore salernitano (Bonelli Editore). Ragione in più per munirsi di copia originale…!!!
Fortunatamente a giorni atterreranno dalle nostre parti e potremo goderci il loro live, provvedete anche voi subito a intercettare la loro prossima data, non perdeteveli!

PinUp and Review by PARTY Tonite Booking 18/08/2015

E via con i rapimenti alieni: l’ex chitarrista dei Bidons con alcuni fidati compari ha fondato, circa un anno fa, The Superslots Terrible Smashers . Ed eccoli qui alle prese con Kidnappings , un concentrato di punk, garage e psichedelia. Si va dalle dinamiche più moderate di un pezzo come Wet Yell ad assalti come quelli di Saint Tropez. Senza dimenticare un pezzo dedicato a Bill Cosby, oppure le basi blues di Longman . Album energico, crudo il giusto, divertente e animato da buone passioni.

Fabio Alcini – Tracks_Musica Indipendente 22/08/2016

The Superslots Terrible Smashers è un quartetto salernitano nato l’anno scorso e si ispira al miglior garage punk Usa-australiano. Nelle corde degli undici brani di “Kidnappings” si trovano echi e riferimenti a The Sonics, The Morlocks, The Fuzztones, The Cynics e tutte le Nuggets band, fino ai più recenti Jay Reatard, Thee Oh Sees, Billy Childish, Radio Birdman, Hoodoo Gurus e The Saints.
Il disco parte con il garage noise-blues di “Dead Lady”, per passare al bellissimo omaggio ai Sonics di “Wet yell”, che fa il paio con “Lickin’ ears” e proseguire con il proto-punk serrato e circolare di “Hypocondriac”. Diversi i brani più propriamente garage-blues: “Navajo”, “St.UFO”, mentre con “Bill Cosby”, il quartetto vira verso un irruento e deciso garage-punk.
La title-track, posta nel finale, invece ci porta verso la psichedelia cosmic-blues-stoner. un cambio di marcia tanto inaspettato, quanto piacevole, per questo esaltante esordio, di cui in Italia c’era tanto bisogno!

Vittorio Lanutti – RockOn.It – 31/08/2016

Dopo le vecchie conoscenze The Bidons, torniamo a parlare di garage con i The Superslots Terrible Smashers da Salerno, una scheggia impazzita uscita direttamente dal revival anni Ottanta e devota ai padrini del genere (Fuzztones e Morlocks in testa), ovviamente senza dimenticare le radici, affondate nei Sessanta, e i prime-movers dell’epoca d’oro del Nuggets sound. La cosa curiosa è che la band non rifiuta di guardare anche a momenti più recenti e non si fa problemi a citare tra le sue influenze un Jay Reatard, così da creare una ragnatela a maglie larghe tra cui muoversi senza rischiare mai di restare impigliata troppo a lungo in un fotogramma statico. Ecco, se proprio dovessimo definire la musica di Kidnappings con un aggettivo, questo non potrebbe che essere “dinamica” o magari “cangiante”, perché i Superslots Terrible Smashers sono incapaci di star fermi e saltellano per far danni come dei novelli Gianburrasca. Eppure la sensazione non è mai quella di un’eccessiva eterogeneità della scrittura o di un andamento spezzettato, perché la cifra personale è comunque ben presente e la band sa come tenere insieme il tutto alla luce di un proprio “comun denominatore”. Questa è pura musica da perdenti, da gente che se ne frega dello scorrere dei decenni e lega con un filo rosso tutti quelli che sono transitati per il vicolo dei ribelli senza causa, roba per stomaci forti irrorati dall’alcol e ben poco avvezzi a usare la diplomazia. Fuori tempo massimo senza dubbio, refrattaria ad ogni progresso di certo, ma non legata ad un solo periodo lontano e in piena sintonia con una linea di sangue che non è stata mai spezzata e che, in fondo, ha più nell’attitudine che nel linguaggio il suo vero tratto di famiglia. Ancora una volta, it’s only rock’n’roll…

Michele Giorgi – The New Noise 03/09/2016

Pronti via. E’ un assalto sonico a base di chitarre sporche e voce graffiante quello messo in atto dai salernitani The Superslots Terrible Smashers, che, ad appena un anno dalla formazione, se ne escono freschi freschi con l’esordio “Kidnappings” pubblicato dalla mitica Area Pirata. Un disco che coniuga alla perfezione la rabbia del punk 77 ai suoni sferraglianti del garage Anni Sessanta, infilandoci dentro persino una spruzzata di primo grunge (che poi era la summa delle due cose in fondo, no?). Come se i gruppi contenuti nel cofanetto Nuggets (Count Five, Sonics, 13th Floor Elevators o Nazz, fate un po’ voi) coverizzassero le peggiori e più oscure band della prima ondata punk o si cimentassero in “Touch me I’m sick” dei Mudhoney.
Raffiche di mitra sparate sopra riff ossessivi e brutali, melodie sudice e dissonanze psichedeliche; lo spettro dei Crime (anche se sotto acido) è dietro l’angolo, per un album letteralmente posseduto dal demone del rock’n’roll. Un disco d’altri tempi, insomma, suonato con passione e senza starsela troppo a menare.
Senza contare poi che nei Superslots Terrible Smashers figura anche un certo Nico Plescia, già noto per aver prestato i propri servigi a un’altra super band, i Bidons. Ma “Kidnappings” non è solo rumore bianco suonato a rotta di collo, c’è anche spazio per canzoni come “Longman” – che per una buona metà assomiglia quasi a una ballata, salvo poi esplodere nel solito bellissimo casino, e la titletrack che chiude l’album: un bel finalone psichedelico da meno di tre minuti. Un altro super pezzo è anche “Deep Town Mountain”, che ha uno di quei riff di chitarra che ti acchiappano immediatamente.
Bando alle ciance – o nevermind the bollocks, come dicono Oltremanica – fatevi un tuffo in questo bel dischetto di “fracico” punk rock.

Diego Curcio – Genova Quotidiana 08/09/2016

Veramente un bel disco riuscito da parte di questo quartetto di Salerno, pubblicato dalla pisana Area Pirata, sinonimo di qualità nel settore sixties oriented che, nella immediata ed efficace forma canzone dei due minuti e poco più, ci offre un disco di garage che si ascolta tutto d’un fiato senza un secondo di cedimento, cosa piuttosto rara in un genere che sovente vive su clichè ben radicati e per certi versi inamovibili.
La particolarità dei Superslots Terrible Smashers è quella di non essere condizionati dallo schema del garage ’80 ma di tradurlo, viceversa, nella freschezza di linguaggio degli innovatori attuali come Jay Reatard, Ty Segall, The Oh Sees, mantenendo un legame coi sixties molto marcato.

I brani miglior sono quelli dove la band sviluppa la canzone su forme molto ritmate e cadenzate, vedi nell’incipit del disco con “Dead Lady” che mi ha ricordato certi maestri insuperabili nella costruzione di simili strutture ritmiche come i Love.
“Hypocondriac” è il capolavoro, in tal senso, del disco; una song che ti rimane in testa con un fuzz assassino. Pura frenesia sixties portata nella attualità.
Altra canzone su questo stile è “Navajo”, un bellissimo garage punk che nulla ha di vecchio.
Le cose più vicine al suono contemporaneo Oh Sees sono “Wet Yell” con una bellissima chitarra e poi anche “Bill Cosby”, molto punk oriented.
Assolutamente diversa da tutte le canzoni contenute nel disco è la folk rock ballad à la Ty Segall, “Longman”, che mi ha ricordato anche certe cose più intimiste di Lee Joseph degli Yard Trauma che poi esplode improvvisamente in un garage punk furioso e abrasivo.
Molto Sonics e Kingsmen è “Lickin’ Ears”, come in gran parte Sonics è “Saint Tropez”, con un approccio molto speed punk stile Crypt Records .
“St. Ufo” ha la bellezza delle prime cose garage dei Sick Rose di Torino, manifesto degli ’80, mentre una vena psychedelica la ravvisiamo in “Deep Town Mountain”, un mix tra i passaggi lisergici dei Cynics e di certe cose della mai dimenticata Midnight Records di JD Martignon, un altro vero cult degli ’80.
Un disco che scorre via meravigliosamente senza annoiare mai.

Enrico Lazzeri – Rockit.it 09/09/2016

INTERVIEW