(Now may be better than with the 1st album, they’re able to make a great mix between Beatles, Kinks and Small Faces along with Standells and Electric Prunes, but without missing the lesson of the 80s Garage of the early Miracle Workers and Chesterfield Kings!!)Possiamo finalmente presentare il nuovo album dei nostri eroi del Garage Beat, i B-Back!!
Dopo ritardi e imprevisti questo Natale non sarà comunque senza di loro!
Si tratta di 12 song registrate da Robert Vogel nel 2005, mixate successivamente da Gianni & Francesco Cerone e quindi masterizzate agli inizi del 2006 presso il West Link Studio da Ovi.
La copertina ed il retro sono stati realizzati dallo psichedelico Francesco Ciaponi, che si era anche occupato del loro ultimo 7″ split.
Come e forse anche meglio che nel primo album, la band riesce miscelare alla perfezione Beatles, Kinks e Small Faces con Standells ed Electric Prunes, ma senza dimenticare la lezione Garage 80s di Miracle Workers e Chesterfield Kings!!
L’edizione è limitata a 500 copie!!
Track listing : 1) Are You Ready? 2) Brother Ringo 3) Enjoy Yourself 4) Fire
5) Psycho Movie 6) Shout 7) Billy Is Over 8) Tex Willer 9) Blue Mellowtone 10) Sonny Song 11) How Do You Feel? 12) Little Guilty Man
I toscani B-Back sono al secondo album ma alle spalle ci sono anni di attività e gavetta, grazie ai quali confezionano un capolavoro di gusto ed equilibrio che unisce i 60’s più classici di Beatles, Small Faces e Kinks con quelli più oscuri di Standelles e Shadows of Knights con la verve del neo garage 80’s di Miracle Workers e Lyres.
Le 12 songs sono dirette e immediate, pulite e cristalline, mai sguaiate ma sempre grezze e ruvide al punto giusto.
Grande capacità compositiva, suoni eccellenti e perfettamente ossequiosi alle fonti di ispirazione ma splendidamente attuali.
Un piccolo capolavoro.
Radio Coop 12/06
Pensi ai B-Back e la mente vola alla seconda metà degli anni ottanta quando contavamo ancora qualcosa, dopo l’ondata hc che ci invidiava mezzo mondo) nel rock indipendente internazionale.
Alla guida del gruppo toscano non a caso c’è uno che la storia l’ha scritta e vuole continuare a scriverla. Con questo secondo album la spider guidata da Madison Wheeler procede ancor più spedita sull’autostrada edificata da Kinks, Monkees e Small Faces.
12 canzoni dal songwriting cristallino, in perfetto equilibrio tra British Invasion, beat e garage-rock.
Impossibile rimanere insensibili ai richiami sonicsiani delle iniziali Are You Ready? e Brother Ringo, all’epica fuzz di Shout, o al sixties pop di Sonny Song. Poi alzate il volume su Tex Willer e ditemi se quel retrogusto beatlesiano non farebbe sprofondare di vergogna i fratelli Gallagher.
Fatevi un favore: regalatevi questo splendido gioiellino garage, nella vostra stanza comparirà magicamente un arcobalenoche illumina e scalda.
Manuel Graziani – Rumore 02/07
Neppure due anni fa i B-Back se ne uscivano dal nulla con quel piccolo capolavoro di “In Time!”: un disco assolutamente esaltante, un concentrato di stile e passione per i Sixties.
Adesso la formazione guidata da Michele Landi/Madison Wheeler (ex Pikes In Panic, Barbieri e Ray Daytona) ritorna in pista con un’altra gemma intrisa di Sixties-sound fino al midollo.
Second Hand, questo il titolo del nuovo album del quartetto, riprende il discorso laddove era stato interrotto con “In Time!”.
Ovvero un gioioso caleidoscopio sonoro in cui troviamo tutte le innumerevoli sfaccettature di un suono ricco e accattivante. Si parte con la briosa Are You Ready un concentrato di vitamine e gioia di vivere, da lì in poi è tutto uno srotolarsi di “good vibrations” attraverso undici brani dal tiro sonoro cangiante e coinvolgente.
Brother Ringo e la successiva Enjoy Yourself sono due sussulti garage-beat che mettono in luce tutta la forza e la fantasia dei B-Back, mentre in Fire emerge il lato più malinconico e byrdsiano della formazione toscana.
Ma Second Hand possiede molti altri numeri degni di nota: dalla briosa Psycho Movie all’ipnotica Shout, passando per il freak-beat, intessuto di Farfisa, di Billy Is Over e della splendida Blue Mellowtone, i riff evocativi di Tex Willer e la malia beatlesiana di How do you feel?.
Ancora una volta i B-Back ci regalano una piccola gemma sonora, un prezioso scrigno di suoni e canzoni, di quelli che non troverete né su Mtv, né in rotazione sulle radio commerciali. Proprio per questo, però, Second Hand è uno di quei dischi “magico-misteriosi” che vanno ricercati, acquistati e consumati a furia di ascolti. Ne è convinta anche la splendida Brigitte Bardot che fa capolino dal retro del disco, rapita da questa mezz’ora di suoni fantastici e buone vibrazioni.
Roberto Calabrò – Freak Out 07/02/07
60’s garage di origine controllata per la nuova band dell’ex-Ray Daytona Madison Wheeler, giunta ormai al secondo full-lenght: Second hand, un disco all’insegna dell’amarcord ma con rinnovate sonorità, dove l’influenza dei nuggets è palpabile pressochá in ogni brano, rivista, corretta e rimiscelata al meglio. Per essere più esplicito: non appena ho messo sul piatto questo disco dei B-Back, mi sono trovato al cospetto di due brani (“Are you ready?” e “Brother Ringo”) che ricordano molto la maniera dei Sonics; a seguire, invece, una canzone orientata sul sound dei Monkees più duri (“Enjoy yourself”), e subito dopo “Fire”, dove non si faticherà a richiamare alla mente i migliori Electric Prunes.
12 tracce di puro punk ante litteram, forti di un’ottima verve e senza alti e bassi, con alcuni episodi assolutamente degni di nota (la già citata “Fire”, “Billy is over” e “Sonny song”). Prodotto, tra gli altri, da Robert Vogel, ex-membro della beat band italiana degli anni ottanta a nome I Barbieri, che ha già suonato più di una volta l’organo per i nostri.
Artwork dal gusto psichedelico per un disco assolutamente da avere. Pollice in alto per la band toscana, nonchá per l’Area Pirata, una delle pochissime etichette in Italia ad investire (anche) su determinate sonorità.
Lamette 14/12/06
Dalla magnifica Toscana il secondo episodio dei B-Back, garage beat di alto pregio che vede, tra le file, il grande Michele Landi (Ray Daytona, Pikes in Panic ecc…).
Come per magia il secondo disco si evolve (nel genere non è così scontato), riuscendo a sfornare dodici pezzi niente male. Fra Gravedigger V, Miracle Workers e Kinks il disco snocciola pura energia alternativa, sulla registrazione c’è lo zampino del grande Gianni Cerone (un mito da queste parti), la masterizzazione affidata ad un altro mito: Ovi Sportelli del Westlink studio di Pisa.
Ho in mano una delle 500 copie stampate e ne vado fiero. I pezzi che mi fanno stare bene? Enjoy Yourself e Tex Willer. Dal vivo una furia, che volete più dalla vita? B-Back let’s go!!!!
Trippa Shake 02/07
Scorrendo le pagine dell’ultimo numero di una blasonata rivista musicale, mi sono imbattuto nel quesito posto da un altrettanto rinomato giornalista musicale: come è possibile che il garage (nel caso specifico si parlava di sixties-garage, ma il discorso può valere certamente anche per il garage-punk, il garage-beat e le altre declinazioni di questo verbo in note) risulti più reale e vivo di tanti altri generi, anche di recenti natali?
Non pretendo di trovare una soluzione in questa sede, ma osservo con piacere che la mia sensazione non resta isolata, trovando sostenitori anche in altri e ben più titolati lidi. Sia come sia, alla fine, la capacità di tenere lontana muffa e polvere resta una delle qualità portanti di un genere che continua a infiammare i cuori degli appassionati di ogni età e latitudine. Un’ulteriore prova di questa teoria risiede nei solchi del nuovo album a firma B-Back, veri e propri paladini del garage-beat nazionale e già autori di un debutto accolto calorosamente da critica e pubblico (In Time!).
Lungo le tracce che compongono questo Second Hand ritroviamo tutta l’energia che unisce i ritmi beat e le cavalcate garage, i The Kinks ai Miracle Workers (era Inside Out), per un tuffo nel passato lungo dodici tracce e destinato a far ballare chiunque vi si avvicini.
Comprendere perché questi suoni non smettano mai di colpire nel segno e non finiscano mai di sembrarci l’ideale inizio per una giornata all’insegna del sorriso, è impresa che travalica le nostre capacità, ma in ultima analisi non resta che concordare con l’esimio critico di cui sopra. Certi generi musicali nascono già vecchi, altri perdono presto lo slancio vitale, fortunatamente non ne parliamo qui.
A cura di: Michele Giorgi
Audiodrome 12/06
Si rifanno alla scena anni ottanta del garage cercando di continuare quel percorso
iniziato da band italiane come Sick Rose, Electric Shields e Woody Peakers.
Sono i B-Back quartetto che proviene dalla Toscana ed autori di questo ottimo album
di garage punk decisamente “sixties oriented”.
Tutte e dodici le canzoni che compongono questo album sono state scritte dai B-Back e
questa è sicuramente una nota di merito in quanto sono stati rispettati
rigidamente i canoni stilistici del garage dando dimostrazione di una notevole
competenza e passione.
Fin dai primi brani come Are You Ready, Brother Ringo e Fire si
nota come siano evidenti le contaminazioni dei gruppi guida tipo Miracle Workers e
Creeps.
Proseguendo nell’ascolto mi hanno impressionato Shout caratterizzata da un
intro con fuzz guitar mentre Billy is Over è a mio modo di vedere il
più bel momento dell’intero album, una splendida ballata folkeggiante
veramente coinvolgente, How Do You Feel brano dove emergono influenze
“psycho pop” e Little Guilty Man gran pezzo di garage che chiude
l’album.
Devo affermare che siamo di fronte ad un bel lavoro che ridà lustro ad una
scena che ci ha fatto emozionare qualcosa come vent’anni fa ma che dimostra di essere
ancora viva e molto attiva.
Roberto Arioli – Jamboree 04-06/07
Michele Giorgi – Audiodrome webzine 22/12/06
Garage, anzi garage virato beat, un suono agli antipodi di ogni ricerca e innovazione, eppure brulicante di vita e capace di donare più di un brivido. Questa la proposta dei B-Back, formazione arrivata al secondo lavoro su Area Pirata e pronta a sottoporsi al nostro terzo grado. Accendete pure la lampada, l’interrogatorio ha inizio.
INTERVISTA AL BATTERISTA MADISON WHEELER
1) Cominciamo con un classico, come nascono i B-Back e quali sono state le vostre esperienze come singoli prima di formare la band?
1) Il gruppo nasce nell’ottobre 2003 dopo l’uscita del batterista Madison Wheeler da Ray Daytona and Googobomboos. Inizialmente è stato fatto un lavoro a due col chitarrista dei Gloves (gruppo cover garage fiorentino), sono stati messi su sei pezzi e poi hanno fatto parte del progetto John Amato già chitarrista dei Quarrymen e quindi Paul Muppets grande chitarrista senese Rock Blues già su vinile coi Barbieri in “Mondi Diversi”, che con i B-Back guida la linea ritmica come bassista di grande qualità. Caratteristica del gruppo è che tutti e quattro cantiamo, cosa non comune.
2) Il nuovo album attinge alla tradizione beat e a quella garage, non trascurando al contempo una buona dose di personalità. Quanto del vostro stile è frutto di scelte ragionate e quanto invece del mero istinto?
2) Il secondo disco è il frutto di un lavoro di gruppo totale, nulla è ragionato, ognuno di noi ha portato le proprie idee, già molto definite, poi gli altri hanno dato il proprio contributo arrangiando il tutto.
3) Collegandoci alla domanda precedente, possiamo considerarvi parte di una scena o preferite evitare le etichette e i coinvolgimenti troppo stretti con un determinato mondo?
3) Si può sicuramente dire che siamo un gruppo garage che pende per il Beat più che per il Punk, anche se è bello vedere e sapere che il lavoro piace sia ai garage punkers sia agli amanti del Beat e persino qualche Mod apprezza, quindi meglio non si può. Sicuramente non siamo un gruppo Rock.
4) Passando ai titoli dei brani, direi che “Tex Willer”, “Brother Ringo” e “Billy Is Over” siano perfetti per incuriosire chi si avvicina per la prima volta alla vostra musica. Di cosa parlano? Cosa vi ispira in particolare nel comporre le lyrics?
4) Allora, Tex Willer è un pezzo di John Amato e evidenzia in Tex Willer colui che pensa sempre alla guerra, alle bombe. Visto che ultimamente gli Usa sono in prima linea con le guerre inventate a sommo studio il nome del brano è stato pensato da John così, alla cowboy anche se il povero Tex era Italianissimo e molto molto meno bastardo di Bush.
Brother Ringo è un omaggio a Ringo, gatto fantastico morto due anni fa e amico fraterno del batterista Mad Wheeler. Un tributo a un animale fuori dal comune, chi lo ha conosciuto sa di cosa stiamo parlando.
Billy is Over, è una canzone dedicata ad uno scooterboy Inglese di razza, proveniente da Bristol, Billy è un grandissimo intenditore di musica, amante dello stile italiano e soprattutto della Lambretta, soul rock steady ma anche rock and roll fanno di Billy una figura cardine del modernismo che piace a noi.
I testi sono in ogni caso ispirati da eventi che possono capitarci quotidianamente oppure si inventa una storia simpatica che scorra bene con la musica, non siamo un gruppo politicizzato anche se siamo comunque di sinistra, più che altro siamo antifascisti.
5) Come nasce il vostro rapporto con Area Pirata? Come vi trovate con i ragazzi della label?
5) Con Area Pirata è stato un incontro casuale, Madison si trovava all’Isola D’Elba a un raduno scooter, Phantomas di Area Pirata era lì a mettere dei gran dischi, così tra una canzone e l’altra, una parola e l’altra, è nato questo rapporto che sì è poi concretizzato nel produrre In Time, primo cd della band dopo che anche Jacopo, l’altro produttore, ha sentito il materiale. Con la Label Pisana ci troviamo benissimo e speriamo di continuare a fargli spendere un po’ di grano per produrci…
6) In un mondo sempre più frenetico e spersonalizzato, credete che una musica calda ed “umana” come quella dei B-Back possa avere ancora il giusto spazio? Qual è l’identikit del vostro ascoltatore tipo (sempre ammesso che ce ne sia uno)?
6) Sai, lo spazio vero, quello che Ti mette alla prova con te stesso e con la Tua musica te lo danno radio e MTV, in un mondo (parlo dell’Italia) dove sia radio che TV diffondono musica mediocre, di facilissimo ascolto, è difficile capire le potenzialità dei nostri lavori e di lavori di altri validissimi gruppi che si vedono confinati nell’underground perché nessuno decide di tirarli fuori. Per dare una giusta dimensione a un gruppo ci vogliono produttori con i soldi che siano coraggiosi, che abbiano il pelo sullo stomaco per poter affrontare anche il rischio di far di nuovo riflettere e pensare una generazione di diciottenni/ventenni, cosa che nessuno per ora fa. Siamo sempre radicati al cantato in Italiano qua, mentre siamo in Europa e questo non lo vogliamo capire .
Proprio l’altro ieri un organizzatore mi ha detto che spera di trovare un “Buco” per noi per suonare dal vivo, perché organizzano solo gruppi stranieri. Ma chi è straniero in quest’Europa? Forse proprio noi e allora perché trovarci un BUCO?
7) Si dice che anche il cd scomparirà presto per lasciare spazio alla musica ridotta a file da trasmettere per via informatica. Credete che arriveremo mai ad una scomparsa del supporto “reale” per la musica?
7) Con Tipi come noi (due del gruppo sono classe 1964 e 1966) la vedo dura che si possa far uscire un lavoro senza copertina, già il cd ci sembra un po’ piccolo per come eravamo abituati, addirittura i file no Dio bono. Siamo abituati ad andare a cercare pezzi di ricambio strani per le vespe oppure le puntine per il piatto o un ponte Vintage per una chitarra anni ’60 o una ricopertura per una vecchia batteria beat.
Tutto si può fare, bisogna girarsi più le scatole e darsi da fare, credo che se sparisce il cd torneremo al vinile sicuramente.
8) Avete in programma un tour o delle date per supportare il nuovo album?
8) Fare i Tour per un gruppo italiano come noi è praticamente impossibile, forse se avessimo vent’anni (io l’ho fatto coi Pikes In Panic, ma avevo 20 anni) li faremmo i tour, ma oggi senza un soldo, a dormire da amici sui divani, mangiare qua e là, sì e no, viaggiare in piena scomodità in più con i figli direi che è impossibile. Suoniamo con calma dove si presume che la serata sia a botta sicura cioè si va per pochi soldi ma almeno si gode, questa à la nostra filosofia, se poi ritornasse a sorpresa una nuova era Beat che facesse invertire i ruoli, beh, allora ci troverete nel nostro TOUR BUS. Comunque il disco pensiamo di promuoverlo in vari festival che ci sono in giro e per i quali ci stiamo attivando.
9) Cosa bolle in pentola per il prossimo futuro?
9) Per il futuro abbiamo già in mente di registrare il prossimo cd, i pezzi già ci sono, ci stiamo lavorando parallelamente all’impegno live che abbiamo per promuovere Second Hand, crediamo che in marzo o aprile andremo in studio per avere il lavoro pronto da far uscire a fine 2007 se non ci saranno intoppi.
10) Le ultime parole famose…
10) Non lo masterizzate questo lavoro cazzo, e come il nostro anche quelli di tutti quei gruppi che si fanno dei culi inimmaginabili per esistere, per diffondere la propria musica.
Masterizzate i grandi magari, anche se fanno cagare, tipo i Metallica che Vi hanno ripuppato i dieci dollari che gli avete inculato tramite quell’avvocatone che insieme al super tecnico informatico hanno avuto questa bella pensata di ricercarvi in internet, non datevi le mazzate sui coglioni, non masterizzate l’underground vero!