Diabolico Coupè – Little Carmine

CD digipack
Dicembre 2015
Tiratura Cd: 300 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

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Diabolico Coupè – Little Carmine

A distanza di 2 anni dal precedente omonimo  disco di debutto, torna la Surf band Piacentina  dei Diabolico Coupè. Gli ultimi 2 anni passati suonando intensamente,   e in date di supporto anche di mostri sacri del
genere quali Paul Johnson dei Bel-Airs, Messer Chups e Satan’s Pilgrims oltre che al Surfer Joe Summer Festival di Livorno hanno rafforzato la convinzione della Band di essere sulla strada giusta, e proseguire con
il mix a base di surf classico, exotica , e rock’n’roll strumentale stile Las Vegas Grind.

“Little  Carmine”, il nuovo disco supportato da Area Pirata, contiene 10 pezzi con suoni puliti e potenti, sostenuto da massicce dosi di reverbero nelle chitarre, e morbide linee di sax che creano la giusta atmosfera  in cui l’attitudine della band esce tutta, con canzoni che semplicemente continueresti ad  ascoltare e riascoltare.

 

TRACK LIST:


1 – Hot Rod Coupè
2 – Donnie The Surfer
3 – Exotic Girl
4 – Mombay Express
5 – Hey!
6 – Saturday Night
7 – Little Carmine
8 – Holiday In Mururoa
9 – Happy Birthday
10 – Slinky

Consigliato:

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Recensioni:

Nelle mie memorie infantili il Diabolico Coupè è una delle strabilianti vetture che partecipavano alle Wacky Races, le corse pazze in cui Dick Dastardly figurava da eterno e borbottante perdente.  Meritando tutto il mio amore.
Ormai in disuso da diversi anni, pare che il Diabolico Coupè sia tornato a vita nuova in un officina piacentina, tornando a gareggiare a suon di chitarre tremolanti. Tanti concerti e poche sortite discografiche. Questa pubblicata da Area Pirata è la seconda uscita “ufficiale” per la band che raccoglie criminali già conosciuti sotto i nomi di Morticia’s Lovers, Hermits o Supereroi.
L’assemblaggio della macchina è semplice ed efficace: surf-music, exotica, frat-rock. Se è roba che amate e viceversa non amate le chiacchiere, questo disco è perfetto per voi. Pistoni e tavole da surf a go-go. Raschiate dal barrito di un sax, rigate dalle unghiate di una chitarra. Un Diabolico Coupè che corre nella sua pista fra il deserto e il mare, portandovi fuori dal percorso che ogni giorno alle otto vi conduce a lavoro e alle diciassette vi riporta sul divano di casa.

Voto: 7/10
Franco Lys Dimauro – Distorsioni 06/01/2016

Difficile e semplice dire che sono una band piacentina dedita al surf stile Ray Daytona…tra le file personaggi estrapolati da Supereroi, Hermits e Morticia’s Lovers, lo dico subito, il disco spacca! Molto!Alcuni pezzi sono degni di una colonna sonora che si rispetti e parlo di  Exotic Girl, Moombay Express  e  Slinky , spettacolari! Il suono è impetuoso ma a fare la differenza è la presenza del sax baritono, mai invasivo e sempre perfetto. Vorrei tanto vederli dal vivo, secondo me ancora più potenti! Un complimento a tutta la band e a Area Pirata che, ancora una volta, ci vede molto lungo!

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 09/01/2016

Maledetti recensori più solerti e più veloci di me a buttar giù recensioni!
L’ho lette sapete le vostre parole! Mi avete rubato l’incipit! Tutti a parlare di Wacky Races e del Diabolico Coupé come uno dei concorrenti, ed io come lo introduco questo disco? Dicendo che vedendoli con le mascherine questi cinque surf-rockers piacentini sembrano degli attori porno amatoriali di quelli che compaiono nei film della centoxcento (e non venitemi a dire che non conoscete questa casa di produzione ed il suo geniale boss Alex Magni)? Va beh per stavolta vi perdono ma per la prossima perlomeno mettiamoci d’accordo che diamine! A proposito ero così impegnato a dir castronerie che quasi mi dimenticavo di parlare di questo disco, va beh dai lo farò, e lo farò per due ottimi motivi: 1) Esce per quelle persone splendide di Area Pirata 2) E’ un gran disco. Si tratta di dieci pezzi di spettacolare instro-surf per poco più di venticinque minuti di intenso godimento (i creativi della pubblicità spero non me ne vogliamo per questa citazione). C’è spazio per brani dal groove spettacolare ( Donnie The Surfer e Little Carmine ) per pezzi suadenti ( Exotic Girl e Holiday in Mururoa ) per il magnetismo più coinvolgente ( Mombay Express ) per i sapori mediterranei ( Hey! ) per concludere con il frat-rock più contagioso ( Slinky ). Qualche tempo fa chiacchierando con il mio amico White Seed dei Topdrop (a proposito se vi piace il surf segnatevi questo nome) gli chiedevo, un po’ maliziosamente, se la scelta di suonare brani esclusivamente strumentali fosse dovuta alla mancanza all’interno del gruppo di qualcuno che sapesse cantare e lui mi ha risposto, fin troppo gentilmente, che la mancanza di un cantante non era per loro nulla di castrante in quanto nel surf strumentale ci sono tutte le basi del miglior sixties-sound. E sapete cosa vi dico? Vi dico che sono parole sante e che queste basi le ritroverete foti più che mai in questo notevolissimo disco. Mettetevi comodi, possibilmente sdraiati, chiudete gli occhi fate partire questo Little Carmine e lasciatevi portare in alto come dicevano i Byrds, e se non ci riuscite vuol dire che l’ancora che vi inchioda al terreno è davvero mastodontica.
P.S.: Ah, niente male l’auto numero 2 sospinta dal drago del Diabolico Coupé, tié beccatevi questa!

Voto 7,5/10
Il Santo – Indie-Eye.it 16/01/2016

Il quintetto piacentino (i cui membri hanno brillanti trascorsi in alcune tra le migliori bands della scena garage/rock n roll/punk nostrana, dagli Hermits ai Morticia Lovers ai Supereroi) firma il secondo album con un’ inequivocabile introduzione nelle note di copertina: “Il surf non è un genere musicale ma uno stato mentale” . Ovvero quello in cui ci accompagnano i dieci brani strumentali di “Little Carmine”,  tra surf classico, exotica, ruvida lounge e il più deragliante rock n roll (dalle parti di Link Wray e Sonics). Nessuna sorpresa ma nessuno l’avrebbe desiderata perchè guai a toccare un genere, scusate, uno stato mentale che non ha bisogno di nessuna interferenza, soprattutto quando è eseguito così bene, con tanta convinzione e altrettanta passione.

Tony Face Bacciocchi – RadioCoop 14/01/2016

 

I Diabolico Coupé sono tornati sul luogo del delitto, già perché i nostri cuori infranti non resisteranno alle vibrazioni surf di “Little Carmine“, che esce a due anni dall’omonimo esordio. Il gruppo piacentino ci delizia con dieci perle con una struttura musicale unica, ma con molte variabili, dati i tanti archi che hanno nel loro arco. Evocativi e vintage, esprimono la nostalgia per il jazz italiano degli anni ’50 in “Exotic girl” e miscelano surf e folk nella convulsa e volteggiante “Hey!“. La maggior parte dei brani sono vibranti e volteggianti proprio come l’onda in copertina, spesso circolari e pre-rock’n’roll (“Hot rod coupé“, “Saturday night“), qualche volta sono anche rarefatti (“Holiday in Mururoa“). Venticinque minuti da divorare in un sol boccone!!!

Vittorio Lanutti – Freakout Magazine 17/02/2016

 

La scena surf, nell’era contemporanea, in cui creatività e capacità musicali di gruppi e artisti vari sono messe sempre più a dura prova da diversi fattori, è tra quelle che meno risentono di questo sciagurato segno del tempo. C’è dell’altro: il surf è anche uno dei pochissimi generi in cui le band italiane riescono a dire la loro ed a guadagnarsi un meritato rispetto a livello internazionale. Il “come mai” richiederebbe un approfondimento a parte, noi intanto godiamoci alcuni frutti di questa situazione.

A due anni dall’esordio discografico torna a farsi sentire con un nuovo album il Diabolico Coupé, quintetto piacentino che, sfrecciando a tuttabirra, ci trasporta alla ricerca dell’onda perfetta con dieci tracce prettamente strumentali, fatte di atmosfere esotiche, gare di velocità e notti stellate. Lo stile è caratterizzato in prevalenza da elementi classici, plettrate monocorda a velocità proibitive, surf beat con rullante raddoppiato, marea di accordi in maggiore, riverbero ultra-wet… che il Diabolico Coupé dimostra di saper maneggiare con gusto, senza innovare ma senza neanche clonare, anzi aggiungendo il proprio tocco con un sapiente uso del sax e con alcuni arrangiamenti più moderni niente male. Queste qualità vengono messe in mostra soprattutto in “Exotic Girl”, “Mombay Express” ed “Hey”, in cui da atmosfere tipicamente espionage si passa ad un inseguimento per le strade trafficate di Bombay per poi finire la giornata in chissà quale bettola spersa nell’America Centrale.

Non rimarranno delusi gli appassionati di Dick Dale e Link Wray e i viaggiatori notturni troveranno in Little Carmine una colonna sonora particolarmente adatta alle afose notti d’estate. Peccato per la veste grafica, già vista e quanto di più lontano dal mitico personaggio di Hanna e Barbera.

Andrea Sestri – The New Noise 01/03/2016

 

I piacentini Diabolico Coupé calcano le scene della loro città natale da un ventennio esatto, ma solo un paio di anni fa sono arrivati a pubblicare il primo omonimo album (inciso, tra l’altro, su una sola facciata) per la Desert Fox Records. All’inizio di quest’anno è uscito il loro secondo lavoro, questa volta per la label specializzata in suoni sixties Area Pirata. Mai un connubio tra una band e un’etichetta poteva essere più felice.

I Diabolico Coupé propongono del semplice surf’n’roll della prima ora, non quindi quello contaminato da svisate psichedeliche e da voli pindarici, bensì quello che si riallaccia più o meno direttamente a pionieri del genere come il leggendario chitarrista Dick Dale e i Ventures. Da parte loro, hanno aggiunto giusto un pizzico di attitudine punk e stradaiola, nonostante l’album si presenti molto curato, sia dal punto di vista della produzione che dell’esecuzione.

Il tema di “Hot Rod Coupé” richiama alla mente il surf dei primi dischi dei Man or Astro-man? (la loro produzione su Estrus, per intenderci), quando ancora non si erano convertiti alle contaminazioni new-wave di gruppi come Devo e Talking Heads. “Exotic Girl” è un delizioso lento a tinte di “exotica” memore di alcuni grandi pezzi dei mai dimenticati Shadowy Men On A Shadowy Planet, mentre la danza scatenata (con tanto di sax stridente) di “Donnie The Surfer” è nel più puro stile dei mitici Surfaris.
“Mombay Express” e “Little Carmine” cercano da esulare da quei cliché, mettendo in mostra anche influenze arabeggianti. A un “twist’n’roll” scatenato come “Saturday Night” fanno da contraltare una trascinante quadriglia (ovviamente in chiave surf) come “Hey!” e un languido tema “twang” chitarristico come in “Holiday In Mururoa”, le quali avrebbero brillato entrambe in quel piccolo capolavoro del genere che è “The Shores Of Hell” (Shredder, 1995) dei Mark Brodie & The Beaver Patrol.
I tremolo delle chitarre riescono a far assumere a “Happy Birthday” un tono quasi gotico, pieno di autentica suspance . Il tutto si conclude con il poderoso “stomp” di “Slinky”, che sarebbe potuto piacere a Dick Dale.

Qualsiasi cosa in questo disco richiama il passato (dalle musiche all’esecuzione, fino alla grafica della copertina), ma senza mai scadere nel passatismo nostalgico. In definitiva, un disco onesto da una band più che corretta e tecnicamente preparata. Sia l’uno (l’album) che l’altro (il gruppo) sono freschi e godibili, pur senza essere rivoluzionari in senso stretto.

Voto : 6,5

Leonardo Di Maio – Onda Rock 09/05/2016

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