Killer Klown Born to Rock!!!

Cd
Aprile 2011
Tiratura Cd: 500 copie
–COPRODUZIONE–

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

4 disponibili

Killer Klown Born to Rock!!!

(A brand new album which will be well appreciated from who loves Celibate Rifles, Gun Club and X!
The legendary Killer Klown are finally back ‘cos they’re “Born To Rock!!!”)I leggendari Killer Klown da Torino tornano con un nuovo fiammante album!
Il loro Garage Punk &e;grave un marchio di garanzia e si muove tra Celibate Rifles e Gun Club, passando per gli X.

Formatisi nel 1995, hanno all’attivo una decina tra album e singoli e vari tour in Italia e all’estero solcando i palchi con New Bomb Turks, Spider Babies, Nashville Pussy, Satan’s Pilgrims, Pleasure Fuckers, Real McKenzie e molti altri.

Insomma i nostri sono tornati per non fare prigionieri ‘cos they’re “Born To Rock!!!”

TRACK LISTENING:

1. Karnival Karnage
2. I Wanna Be Yr Girl
3. Amputation
4. Drunk Redneck In A Pick-Up Truck
5. A Wanted Man
6. Outsider Among Outsiders
7. Pussy In The Mud
8. Love Is A Fart
9. I Said Yeah!
10. The Call
11. Pusher O’love (ghost track)

 

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Recensioni:

I Killer Klown, torinesi e amanti del rock’n’roll scorretto, muovevano i primi passi negli anni del tardo grunge. Riviste come Bassa Fedeltà dovevano ancora nascere e il ritorno del punk era solo annunciato: insomma, la band sbagliata nel momento sbagliato. Eppure, in quella fase così difficile per il garage-rock, furono tra i pochi a tenere viva la fiamma. Lo fecero con una manciata di dischi ultraunderground coi quali si guadagnarono il rispetto degli amanti del rock’n’roll più lercio, quello che nasce con Back From The Grave e arriva ai Ramones passando per MC5 e New York Dolls.
Oggi tornano con un disco nuovo di zecca nel quale il tempo sembra essersi fermato al ’95, quando col loro suono sferragliante evocavano scenari da B-movie e nostalgie punk (Russ Meyer, i film splatter, la puzza del CBGB’s).
Born To Rock!!!
è questo e nient’altro, un disco cattivo e vitale, con pezzi brevi dai titoli come Amputation , Drunk Redneck In A Pick-Up Truck e Love Is A Fart , e con una voglia di dar fastidio che è rimasta intatta, nonostante gli anni trascorsi. Qui non c’è nemmeno il tentativo, di fare qualcosa di nuovo. Basta saperlo e ci si arriva preparati.
Voto 7/10
Luca FRazzi – Rumore 06/11 #233

Sapere che ci sono faccende come i Killer Klown , ancora in giro e a cazzo dritto dopo 16 anni, è di conforto, come una bella boccia di Cynar ghiacciato, contro il logorio della vita (moderna e non) . Quindi lunga vita ad Area Pirata che ci regala questa nuova scheggia da piantare sottopelle, in modo che bruci e faccia infezione, per non dimenticare mai che il rock’n’roll ti fotte, ti frega, ti incula la vita e il cervello… ma alla fine è l’unica certezza che resta sempre lì, se sei in grado di coglierla.
Fatto l’imprescindibile cappello introduttivo, è altrettanto obbligatorio rimarcare come questo cd, almeno per il sottoscritto, sia una doppia soddisfazione, visto che ci trovo dei KK molto più proto-hard e con ispirazione australiana, rispetto al gruppo supergarage deliziosamente marcio che avevo lasciato circa cinque anni fa (l’ultima volta in cui suonammo assieme in un improbabile centro sociale di Valenza Po). Qui c’è il fango dei Sixties più luridi, ma anche i colpi di lama arrugginita del freakbeat pre-hard rock (provate ad ascoltare il pezzo live in chiusura (“The Call”) per capire senza più dubbi quello di cui si sta parlando). Il tutto si convoglia in uno spirito molto Radio Birdman/New Race/Visitors, e perché no: Dubrovniks, anche se i Dubrovniks erano decisamente più light.
Per carità, non è una rivoluzione o un cambiamento di genere repentino, ma di sicuro il baricentro si è spostato verso territori meno noti. E forieri di godimento senza limiti.
Non c’è un brano che svetta sugli altri, né la tipica recensione track-by-track avrebbe molto senso; Born To Rock è un pacchetto da ingollare nella sua totalità. Prendere o lasciare, non si cambia la merce. Anche perché chi chiede di cambiarla non ha esattamente tutti i venerdì al loro posto.
Fausto e Piera, grazie per la vostra musica e per non avere mai mollato. E voi che leggete, invece, compratevi questo disco.

Andrea Valentini – Black Milk Freak magazine 04/11

“Spaccare il culo ai passeri” è una locuzione che ben si presta a descrivere un gruppo come i Killer Klown: roba incendiaria, adrenalina pura , ed una perizia nel trattare la materia tale da rompere il piccolo deretano dei simpatici volatili citati in apertura di recensione.
I nostri girano per lo stivale da più di 15 anni, e “Born To Rock!!!” esce per la mai troppo lodata Area Pirata Records : il genere suonato lo definiscono abbastanza chiaramente loro stessi, scrivendo in copertina, sotto la ragione sociale, l’esemplificativo sottotitolo “Hard Garage’n’Roll From Outer Asshole” (sempre per restare in tema di orifizi…).
Disco che non fa prigionieri, pregno di una ferocissima mistura di proto-hard che lega con un robusto filo d’acciaio le derive della solita e cara vecchia Motorcity con i canguri rock’n’roll australiani (per i meno pratici: il letale asse Stooges-Radio Birdman), unendo il tutto, per usare un riferimento più moderno, ad una frenesia garage verniciata d’hard rock (ascoltare gli assoli al fulmicotone di cui è infarcito l’album) che ricorda certe cose dei Nashville Pussy (il gruppo di sconvolti redneck con le due battone).
Così, dall’iniziale “Karnival Karnage” fino ad arrivare alla conclusiva “The Call” è un susseguirsi di giri rock’n’roll al cardiopalma, chitarre trituraossa, voci sguaiate e ritmi infernali. Non c’è un attimo di pausa, la cattiveria qui regna sovrana.
Bentornato, pagliaccio assassino.
Voto 4/5
Denis Prinzio – StayPunk Webzine 04/11

 

Li davo per morti e sepolti, ma sono un povero sciocco. D’altronde chi li ammazza i Killer Klown? Per quanto banale, il titolo del loro nuovo album (il quinto) è la sacrosanta verità. La cricca di farabutti torinesi è nata per rockeggiare, non ci sono cazzi. E stiamo parlando di “rock” vero, che tradotto significa rock’n’roll vizioso shakerato con eguali dosi di garage stordente e punk al fulmicotone. Roba che azzanna alla giugulare, come Cramps e Gun Club prima, New Bomb Turks e Nashville Pussy dopo.
Fausto e Piera, l’asse portante dei Killer Klown, mi piacciono a pelle, avendo memoria di un incendiario concerto teramano al fu Jasse Jame ed avendo, in seguito, trascorso con loro una piacevole cena ed un altrettanto piacevole dopo cena a Torino.
Detto questo per onestà, non sono affatto di parte. Con il suo organo Piera trapana letteralmente il cervello di noi inermi ascoltatori. Fausto è un genio anche quando nel finale di un pezzo al cardiopalma come A Wanted Man gorgheggia alla Elvis o si traveste da Iggy Pop che fa il verso a Lou Reed prima di sbroccare di brutto in Pussy In The Mud . Le chitarre non danno tregua, accatastano un riff dopo l’altro lanciandosi in assoli alcolici che si fermano un secondo prima di diventare tamarri (Karnival Karnage , I Wanna Be Yr Girl): cosa non facile.
In copertina campeggia la scritta “Hard garage’n’roll from outer asshole”. Mi pare che ci sia poco, davvero poco da aggiungere, se non ringraziare i ragazzi di Area Pirata che hanno riportato in pista una delle migliori macchine punk’n’roll italiane degli ultimi 15/20 anni.
Disco consigliatissimo a rocker di primo, secondo e terzo pelo.

Manuel Graziani – Manwell 05/11

 

I Killer Klown li conosco da più di dieci anni ormai, siamo amici, abbiamo suonato e sbevacchiato insieme, li ho visti in periodi di grande splendore e in momenti di affaticamento a causa dei cambi di formazione. Sono ormai il più longevo dei gruppi garage punk italiani e solo per questo meritano grande rispetto. Ma il punto non è solo questo: Born to Rock!!! la loro ultima fatica è un disco di grande rock’n’roll chitarristico, roba da far fischiare le orecchie a gente come Ron Asheton (RIP) e Deniz Tek. Pezzi freschi e belli tirati, difficile segnalarne qualcuno in particolare, perché il disco non perde un colpo, sino alla ghost-track finale di Pusher of Love , registrata live allo United di Torino. Per ora è il miglior disco italiano uscito nel 2011.

Ferna – Trippa Shake Webzine 05/11

 

Più carichi ed infiammati che mai, tornano a seminare tra borghesi benpensanti e mammine morigerate i Killer Klown . Il combo torinese, in giro da ormai sedici anni, dopo aver calcato i palchi con gente più dannata di loro (New Bomb Turks, Spider Babies, Nashville Pussy, Satan’s Pilgrims, Pleasure Fuckers, Real McKenzie e molti altri), da cui ha appreso molto bene la lezione del più fottuto rock’n’roll, pubblica undici brani che non fanno sconti a nessuno.
Il loro garage-punk è forsennato e senza sosta, che attinge tanto dal boogie (“Drunk redneck in a pick-up truck”), quanto dal garage-punk più puro (“I wanna bey r girl”), o dal punk più tossico dei ’70 (“Love is a fart”). Quando vogliono sporcare ulteriormente i loro brani, allora rendono il loro sound sguaiato come nell’abrasiva e assolutamente bollente “A wanted man”, che deve molto al punk scandinavo degli anni ’90, mentre con “Pussy in the mud” omaggiano i Nashville Pussy .
C’è poco da aggiungere se non che in questi undici brani è condensato il più puro, sporco ed abrasivo rock’n’roll. Proprio quello di cui c’è bisogno in tempi così decadenti.

Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 05/11

 

It’s Only Rock’n’Roll (But I fuckin’Like It).
Una risata mefistofelica apre questo nuovo come-back dei torinesi Killer Klown. È bello poter registrare il fatto che per alcune persone il mondo sembra non cambiare mai, noncuranti del tempo e delle intemperie della vita, perché attratte da quel morbo contagioso che si chiama passione, e questo ci conforta alquanto.
Born To Rock!!! è un disco di raw punk della miglior specie, che va dritto al nocciolo della questione.
Di fatto, il classico veicolo di promozione che funge da traino a selvagge esibizioni live, che immaginiamo essere davvero coinvolgenti. Attivo da ormai sedici anni, il quintetto piemontese celebra con la solita energia il proprio ruolo di splendido outsider della sempre vitale scena punk di terra italica, passando in rassegna la giga punk-blues di “Drunk Redneck In A Pick Up-Truck”, che consta di un micidiale assolo urticante, o gli umori Stooges che flirtano col beat in “I Wanna Be Yr Girl”, fino all’estenuante e sudato finale di “The Call”, che nasconde pure una ghost track, la lunga “Pusher O’Love”, registrata dal vivo, che è puro distillato di divertimento street-rock e ubriacante scazzo a go go.
Insomma, i Killer Klown ci sanno fare decisamente, ci credono, e questo è proprio un bene. Tanto da venire supportati dall’ottima etichetta toscana Area Pirata, che cura con la distribuzione di questa piccola pepita nascosta del nostro sottobosco underground. E ci mette buonumore sapere che esistono persone e realtà distributive come le loro che, lo ripeteremo fino alla nausea, se ne infischiano delle mode e di tutto ciò che succede nel mondo contemporaneo, per ribadire pochi e vitali concetti a loro tanto cari, ma anche a noi.
Il rock and roll, checché ne dicano alcuni suoi detrattori, è vivo e vegeto, non puzza affatto di cadavere putrefatto, e s’è pure risistemato il trucco per questa ed altre mille occasioni nelle quali celebrare il proprio mito imperituro.

Maurizio Inchingoli – Audiodrome 06/11

 

Per il ritorno in pista dei Killer Klown il titolo dell’album promette rock’n’roll, e rock’n’roll sia.
Le chitarre hanno un timbro solido e selvaggio e le pelli vengono battute come fossero incudine. L’organo fissa la natura garage punk di queste dieci tracce (più una live) ma l’impronta hard è acclarata, con un paio di assolo di rinforzo che non ti aspetti. Pur con qualche variazione, la direzione intrapresa pare quella detroit-australiana di Radio Birdman e figliolanza ma con lo spirito trash che compete alla formazione piemontese.

Voto 6/7
Fabio Polvani – Blow Up #157 06/11

Giri il mondo, seduto sulla tua cazzo di piattaforma Myspace, alla ricerca di chissà quale diavolo di grande band e poi scopri che praticamente ci stai seduto sopra. I Killer Klown sono italiani (stavo per scrivere orgogliosamente italiani, ma chi osa più esserlo, oggi? NdLYS) e suonano con l’ acqua alla gola, come se davvero fossero nati solo per questo.
“Born to rock!!!” è una letale iniezione di rock marcio e bastardo, come quelle che si praticavano negli ambulatori di Ann Arbor e Sydney o nello studio privato del Dr. Koizumi, a San Diego. Chitarre che macellano il rock’n’roll, nella follia idiota di una risata assassina senza nemmeno togliere via le ossa. Perché in effetti nulla è da buttare in questo nuovo disco della band piemontese. Bello il livello di gain sulla chitarra solista, così intrinsecamente detroitiana, belli i solchi dell’organo che danno un taglio garage ai pezzi senza tuttavia soffocarne lo spirito più duro, belle le sincopi di Love is a fart che spezzano l’implacabile marcia ritmica della batteria, bella anche la ghost track nascosta che, pur nella sua registrazione sorda sembra il rigurgito di un qualche vecchio concerto degli Eyes.
Mettetelo nel cestino della merenda, vi dovesse venire fame.

Franco Lys Di Mauro – Distorsioni Web Magazine di Rock 29/09/11

Tutto quello che c’è da sapere sui Killer Klown probabilmente sta scritto sulla copertina del loro ultimo album, ovvero “Born To Rock!!!”. Non che sia una novità per chi segue le gesta dei torinesi, ormai in giro da oltre quindici anni, quanto piuttosto un’assordante rassicurazione.
Il suono è quello di sempre: un garage punk grezzo e sferragliante, che fa tesoro delle molteplici lezioni arrivate da città quali Detroit, New York o Sydney. Siamo insomma lontani anni luce da un certo revival pulitino e melodico, di quelli che si ascoltano nel Nord Europa ad esempio. Qui c’è l’organo di Piera che a tratti è lancinante, gioiosamente lancinante. Ma c’è anche qualcosa in più dei tre accordi e via. Nel finale ad esempio troviamo un brano, “The Call”, che dall’altro dei suoi quattordici minuti sfoggia tutto lo scibile di cui la band è capace, un po’ come se gli Stooges avessero visto qualche concerto dei Grateful Dead.
Tra le chicche più “standard” vi segnalo invece “Love Is A Fart”, geniale variazione della classica rima cuore-amore. Constatato il buono stato di salute della band, e complimentandoci con Area Pirata per la tenacia e la testardaggine con cui ci propina una musica ormai definitivamente fuori moda non ci resta che trovarci tutti sotto il palco dei Killer Klown. Magari ci scappa anche una bevuta. La musica, come sempre, è il piatto forte.

Giorgio Sala – Mucchio Selvaggio on line 07/11

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