Lupe Vélez – Weird Tales

CD digipack
Giugno 2018
Tiratura: 300 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

4 disponibili

Lupe Vélez – Weird Tales

I Lupe Vélez nascono a Livorno nel 2014 da Stefano Ilari (voce, testi e musiche), fondatore del progetto, Alex Gefferson alla chitarra, Gianni Niccolai al basso e Gianfra alla batteria. Nelle prime sessioni di registrazione e pre-produzione hanno collaborato con altri musicisti provenienti da generi diversi: il chitarrista Dome la Muerte (CCM, Not Moving, Dome la Muerte and the Diggers, Dome la Muerte E.X.P.), il tastierista Fabio Marchiori (Linton Kwesi Johnson, Bobo Rondelli), e musicisti di estrazione classica quali Matteo Fusaro (pianoforte) e Anita Salvini (violoncello).

Successivamente entra in pianta stabile Luca Valdambrini alle tastiere e di lì a poco viene pubblicato un EP “Mystic man” (Inconsapevole Records, 2015) con 4 pezzi incisi al Banana Studio di Livorno e prodotto da Valerio Fantozzi (Snaporaz e Bobo Rondelli). L’EP inizia a delineare il sound che poi caratterizzerà la band successivamente all’ingresso di Donatella Doda Mariotti al basso e Iride Volpi alla chitarra.

Il repertorio si compone in definitiva di brani con sonorità garage-rock alternati da altri armonicamente più influenzati dal panorama rock anglosassone con qualche riferimento alla scena australiana. Il tutto a formare un mix di sonorità esplosive, di chiara radice rock ‘n roll.

Hanno avuto diverse esperienze di live tra le quali da notare alcune aperture tra cui quella ai Nabat nel 2015 al “Newroz” di Pisa e agli Sham 69 al “The Cage” di Livorno nel 2016.

Il coronamento di questo percorso avviene con l’incisione del primo album presso l’Orfanotrofio Studio di Lorenzana (Pisa) a cura di Niccolò Mazzantini (Appaloosa) nel Settembre 2017.

La band:

Stefano Ilari – alla voce con i Mumblers (1987-1990), con all’attivo una partecipazione ad Arezzo Wave (1989); altre band locali e poi con gli Stella Maris Music Conspiracy, con i quali incide “Operation Mind Fuck” (Area Pirata 2013), disco che viaggia tra Hardcore e Detroit sound e che ha ricevuto un buon riscontro di critica. Nel disco è ospite Syd Migx ex voce dei Cheetah Chrome Motherfuckers (CCM)

Alex Gefferson – chitarrista da anni impegnato con band locali e collaboratore con la garage rock band Steve Sperguenzi and the Incredible Lysergic Ants. Anche lui negli Stella Maris Music Conspiracy.

Gianfra – batterista in numerose band locali da una decina di anni, ha inciso con Zedded, See Your Skills e Ruiha and the Kelavra e collaboratore con i Biffers gruppo con all’attivo due CD su Kung Fu Records (USA). Milita tutt’ora con Dome la Muerte and the
Diggers.

Donatella Doda Mariotti – bassista con prime esperienze negli anni ’80 nel giro Granducato Hardcore con i Senza Sterzo, suona nell’ultima formazione dei Not Moving con i quali incide nel 1995 l’album “homecomings” (pick up records) e con alcuni gruppi della scena pisana: acid rain , philomankind, delirememami.

Luca Valdambrini – tastierista e polistrumentista con lunga esperienza di live soprattutto con The Pipelines e Surfer Joe & his boss combo e nel panorama della surf music. Ha militato nei Pam, band folk-rock livornese con i quali ha inciso un LP omonimo. Attualmente suona con: Dome la Muerte E.X.P. (Lazy Old Sun, Go Down Records 2016) e è leader dei Trenchtown Train.

Iride Volpi – giovane chitarrista, dopo l’esperienza in diverse band locali, è entrata nei Dome la Muerte and the Diggers nel 2014 con i quali ha inciso “Supersadobabi” (Go Down Records, 2014) e si è esibita in numerosi live, tra questi degna di nota l’apertura del concerto dei Flamin Groovies al “Go Down Summer Fest” nel 2015.

 

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Recensioni:

Davvero una bellissima rivelazione, questa firmata Lupe Veléz e targata Livorno.

Al debutto assoluto su grande formato, la band toscana dimostra una padronanza di mezzi espressivi davvero invidiabile. Il loro è un rock ‘n roll che ricorda quello di una band come i New Christs ma anche quello di certi MC5 più power-pop e, forse meno consapevolmente, certe cose degli Hüsker Dü più maturi. Modelli di riferimento da cui tuttavia i Lupe Veléz dimostrano ampiamente di non essere nient’affatto prigionieri, lasciando spazio ad episodi di totale libertà stilistica. Valga su tutte la conclusiva Worms per pianoforte e viola ma anche l’iniziale It Seems So Real che si arrampica sugli specchi di un acid-rock possente e per nulla onanistico. Liberi di scorrazzare dove più gli aggrada, senza porsi limiti o vincoli di genere ma sempre con grande padronanza del mezzo. Improvvisando il salto ma camminando poi con piedi fermissimi anche laddove molti altri rischierebbero di venire inghiottiti dalle sabbie mobili del prevedibile.

C’è un ordigno piazzato in Italia. E a sistemarlo non è stato nessun immigrato, clandestino o meno che sia. Sappiatelo.

Lys Di Mauro 25/06/2018

Nuova uscita di Area Pirata, un’etichetta che e’ ormai una garanzia per gli amanti delle sonorita’ ’60 piu’ ruvide e per i nostalgici della mitica scena garage-punk italiana degli ’80. E’ infatti merito di Area Pirata e dell’instancabile e curioso Tiziano Rimonti se abbiamo avuto la possibilita’ di ascoltare i nuovi dischi – e anche ristampe di vecchi lavori – dei No Strange, dei Sick Rose, dei Not Moving e degli Steeplejack. Ma Area Pirata e’ molto attiva anche nello scoprire e valorizzare nuovi talenti. Di recente mi sono occupato dei validi lodigiani The Scrubs. Ora e’ la volta dei livornesi Lupe Velez che sono al loro esordio sulla lunga distanza con “Weird Tales”, il cui titolo rimanda ad atmosfere gotiche e tenebrose cosi’ come la raffinata copertina, degna di una pellicola horror. In realta’ non si tratta di un gruppo dark! Anzi al contrario i Lupez Velez sono devoti alle radici del piu’ classico garage-rock, quello che negli anni ’80 andava molto di moda anche nella nostra penisola. Tra l’altro fra gli ospiti troviamo una vera e propria leggenda come Dome La Muerte, guru e trascinatore di band fondamentali come i CCM e i Not Moving e che rappresenta un pezzo di storia del rock italiano. “Weird Tales” e’ il coronamento di un percorso creativo che ha visto i Lupez Velez fare diverse esperienza dal vivo e pubblicare un EP – “Mystic man” – nel 2015. A giudicare da questo disco l’impressione e’ quella di trovarsi di un gruppo valido e affiatato: certo non c’e’ niente di nuovo in quello che viene proposto ma l’intenzione non e’ certo quella di essere originali a tutti i costi ma c’e’ solo la voglia di suonare vecchio e immortale rock’n’roll: il tutto con un approccio punk e con uno stile che non disdegna la melodiae un feeling genuinamente ’60 come si puo’ ascoltare in tracce come l’iniziale “It Seems So Real”, l’orientaleggiane ed esplosiva “Mystic Man”, la dirompente “Asleep”, la punkeggiante “Banned From The City” e la power-pop “Oblivion”. Consigliato caldamente ai seguaci e ai nostalgici del garage-punk!

Vote: 3/5
Cesare Buttaboni – Debaser.it 26/03/2018

Il sestetto livornese (che tra le sue fila ha una serie di veterani della scena musicale italiana, provenienti dalle più svariate esperienze) all’esordio con un potente album, suonato con la corretta attitudine rock ‘n’ roll. Brani tirati, nervosi, compatti, melodie efficaci, suono grezzo e sincero, tra garage punk, power pop, sferzate punk (con la splendida eccezione di “Worms” che chiude l’album in chiave primo Bowie). Partenza con il botto!

Antonio Bacciocchi – RadioCOOP 26/06/2018

 

In un momento storico musicale come quello di adesso dove senti parlare in giro solo di Trap, Hip-Hop, tricche ballacche et similia, c’è sempre, per fortuna, chi crede ancora nel sano verbo del “Rock ‘n Roll”. Tra questi ci sono sicuramente i Lupe Velèz, formazione labronica che nasce a Livorno nel 2014 da Stefano Ilari (voce, testi e musiche), fondatore del progetto e che nel 2015 pubblicano un EP di 4 pezzi intitolato “Mystic Man”. Tra il 2015 e il 2016 si danno all’attività live che mostra subito il carattere e lo spessore della band. Nel 2017 (settembre) arriva l’incisione del loro primo lavoro su lunga distanza “Weird Tales”, presso l’Orfanotrofio Studio di Lorenzana (Pisa) ad opera di Niccolò Mazzantini, membro degli “Appaloosa”, altra band di Livorno sulla breccia da diversi anni.
L’atmosfera che apre il disco è subito quella giusta: “It Seems So Real”, un condensato di armonie inizialmente 60’s che sfociano successivamente in territori più cari ai 70’s, la promessa che i Lupe Velèz ci fanno è racchiusa in questo pezzo; infatti le mie aspettative subito vengono confermate dalla seguente “Wild Girl” più vicina agli anni 80 e a quel mood “Paisley” caro a noi tutti.
E’ il turno di “Mystic Man”, la cui intro mi riporta direttamente al giardino incantato dei “Kaleidoscope” di “Side Trips”, “Next Mistake” e “No Pain” con approccio più Punk e la bellissima “Asleep” il cui pianoforte arricchisce in chiave melodica l’intero brano.
Il disco scivola via benissimo tra pezzi garage-punk e altri con attitudine più vicina al power-pop fino alla finale “Worms” che chiude l’album in perfetto stile “Floydiano” (mi immagino Waters al piano che canta insieme a Gilmour).
Insomma “Weird Tales” contiene tutti gli ingredienti giusti per ambire ad essere uno dei “miei” dischi dell’anno; 38 minuti di sano e puro rock, suonato alla grande con il piglio giusto e soprattutto con il “cuore” e “l’anima” di chi sente innato dentro di se, l’amore e la passione per la musica.
Voi ascoltatevi Young Signorino, io mi ascolto i “Lupe Velèz”!!!

Voto 7,5/10
23 garden of delight blog 26/06/2018

A meno che Grant Hart e Joe Strummer non resuscitino al volo e sfornino 5 album degli Husker Du e 5 album dei Clash nelle prossime settimane “Wierd tales” dei Lupe Vélez arriverà dritto dritto fra i miei dieci dischi del cuore del 2018. E ve lo posso assicurare già oggi, a 5 mesi dalla fine dell’anno. Senza stare troppo a menarselo, infatti, questo cd pubblicato da Area Pirata è davvero una bomba pronta a esplodere nel vostro stereo (lo so, quando mi entusiasmo così tanto inizio a perdere la fantasia). Ma fate attenzione perché il sestetto di Livorno (e già che siano in sei è un fatto abbastanza insolito) non è una band facile da inquadrare. I pezzi, pur avendo una matrice comune (il suono dei gruppi underground americani degli anni ottanta e dei primissimi novanta) sono molto eterogenei. Tra un brano e l’altro si sentono echi di rock australiano (“Next mistake”), revival garage (“Wild girl”), ma non mancano neppure mitragliate soniche punk-hc sul solco di Hukser Du, Lemonheads e soprattutto di una band spettacolare ma purtroppo dimenticata come i Moving Targets (“Oblivion”, “I’m in America”, ma più in generale quasi tutta la seconda metà del disco). Immaginate insomma un ibrido impossibile fra Visitors, Radio Birdman e i già citati Huskers e Moving Targets: il tutto guidato dalla voce incredibile e perfetta, per il genere, di Stefano Ilari, vecchia conoscenza della musica “alternativa” italiana grazie alla sua militanza nei Mumblers e nella Stelle Maris Music Conspiracy. Anche i suoi altri partner in crime arrivano da una fitta serie di esperienze musicali, quasi tutte in ambito punk hardcore: Alex Gefferson (chitarra) degli Steven Sperguenzi and the Incredible Lysergic Ants, Gianfra (batteria) già attivo nei Biffers, band hc melodica di Livorno con pedigree internazionale, Donatella Doda Mariotti (basso), storica esponente del Granducato Hardcore prima nei Senza Sterzo e poi negli ultimi Not Moving, Luca Valdambrini (tastiere, ecco il tocco Radio Birdman) dei Pipelines e dei Surfer Joe & His Boss Combo e, infine, Iride Volpi (chitarra), direttamente dalla band di Dome La Muerte, i Diggers. Il gruppo è in giro da appena 4 anni, ma come avrete capito dalle mie lodi sperticate sa già il fatto suo. Per me possiamo anche finirla qui, altrimenti finisce che scappo, prendo il primo treno per Livorno e li vado ad abbracciare uno per uno.

Diego Curcio – Hello Bastards blog 11/07/2018

Dopo vari cambi di formazione i Lupe Vélez (nome preso in prestito dall’attrice e ballerina messicana degli anni 30) si sono assestati con una formazione a sei per esordire sulla lunga distanza con questo lavoro nel quale ha collaborato, tra gli altri, Dome La Muerte dei Not Moving. Il sound è sospeso tra il rock anglosassone e quello australiano. C’è tanto blues seppure sullo sfondo ma come se fosse la base di partenza verso il rock serrato di “Next mistake” e la psichedelia hard di “Mystic man”. Una buona manciata di brani, invece, è orientata verso il punk che sia quello del disincanto tanto caro agli Husker Du di “What you’re waiting for” o quello più legato al ’77 di “Banned from my city”. C’è anche spazio per il paisley underground rock degli ’80 con “It seems so real”. Un lavoro che spazia molto, sempre in modo efficace.

Vittorio Lanutti – Freak Out 14/11/2018

Quando si dice “buona la prima”: dopo la formazione nel 2014, la pubblicazione di un EP e diversi nuovi ingressi nella line-up, i livornesi Lupe Veléz esordiscono alla grande sulla lunga distanza con questo “Weird Tales”. Senza farsi ossessionare da inutili vincoli di genere, il sestetto toscano sforna 12 tracce potenti e nervose, che spaziano tra garage, psichedelia e classic rock. Un gusto un po’ ’60, un po’ ’80 che riesce magistralmente a tenere insieme le varie influenze della band: molto convincente la traccia di apertura It Seems so Real e spiazzante rispetto al resto del disco la chiusura affidata a Worms, ballata piano e voce con l’intelligentissimo inserimento delle viole. Nel mezzo dieci episodi veloci (Next Mistake, Desire to Kill, I’m in America) e acidi quanto basta (Mystic Man, Oblivion) che confermano la grande ispirazione del cantante e compositore Stefano Ilari. “Weird Tales” è un disco accattivante che fa immediatamente venire voglia di scoprire come proseguirà la storia di questa sorprendente formazione toscana.

Vittorio Lanutti – Distorsioni 24/07/2018

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