2Cd digipack
Marzo 2014
Tiratura Cd: 600 copie
€15.00
3 disponibili
Tornano i No Strange a ripercorrere le strade della psichedelia più onirica e dilatata, in un percorso che dura da oltre 30 anni…
L’ennesima opera incisa oggi si chiama ARMONIA VIVENTE ed occupa un doppio album, pubblicato
da Area Pirata in doppio CD e da Psychout in doppio vinile, concepito come seguito naturale del precedente “Cristalli Sognanti” ed i suoni, già dal primo impatto, non tradiscono le aspettative: il mondo descritto dai No Strange è sempre più liquido, cosmico, lisergico… i sedici brani che lo compongono (di cui DUE registrati in concerto LIVE) sono un viaggio fuori dal tempo, con riferimenti alla grande tradizione indo-europea, così come alla avanguardia ed alla sperimentazione, connesse con il folk più acido e con la melodia popolare.
ARMONIA VIVENTE è tutto questo ed altro ancora…tanto che all’edizione in CD sono state aggiunte 4 bonus track, tratte dal primissimo periodo dei No Strange (1983-84) che a suo tempo uscirono solo in versione demo-tape.
Ed ecco l’impressione di chi l’ha ascoltato in anteprima…
Ogni uscita discografica dei NO STRANGE è un momento importante per la discografia, per la musica, per l’arte sotterranea italiana. Perchè non è mai un momento banale, non è mai SOLO un nuovo disco di uno dei gruppi più rilevanti degli anni 80 che ha ritrovato da poco l’energia e la voglia di ricominciare ad esprimere la propria creatività.
I NO STRANGE abbracciano nel modo migliore, soprattutto unico, tutto l’immenso bagaglio della tradizione musicale italiana e mediterranea, assorbendo la lezione cosmica che arriva dagli anni 70 tedeschi e dai tardo 60 americani e inglesi ma inserendo anche lontani echi medievali, barocchi, orientali, canti gregoriani, tradizione popolare.
Il suono dei NO STRANGE è unico e il formato doppio del nuovo album non è solo un coraggioso schiaffo ad una assurda modernità che brucia e consuma tutto in un attimo ma un’esigenza di espressione creativa per contenere tutto lo scibile sonoro del gruppo torinese.
Un gruppo importante, un disco ancora di più.
Tony Face Bacciocchi
Il ritorno sulle scene discografiche dei No Strange, segna un punto cruciale nella storia recente del panorama musicale italiano. Come già avvenuto con il precedente “Cristalli Sognanti” (Area Pirata/Psychout, 2012) Salvatore D’Urso e Alberto Ezzu continuano a mantenere vivo il concetto di psychedelia andando a scavare nella storia di questo genere musicale adattandolo, per quanto si può, ai tempi moderni.
Sin dalla iniziale “Grida Mondo” con le sue delicate armonie vocali, arricchite dalla presenza di Rosalba Guastella, assurta al ruolo di terzo membro ufficiale della band, i No Strange fanno capire di avere pronto un programma ricchissimo che spinge ad abbandonare ogni preconcetto sul “genere”, invitando l’ascoltatore ad abbandonarsi al flusso della musica che seguirà.
Il concetto di base è quello che ci troviamo davanti ad un disco di “musica totale” alla quale approcciarsi con lo spirito curioso ed attento che si dovrebbe avere ogni qualvolta si ascolta un disco. Non ci troviamo certo dinnanzi ad un “prodotto” usa e getta da classifica, ma ad un modo di parlare attraverso la musica, con un linguaggio che può apparire tanto desueto quanto affascinante.
“Armonia Vivente” è un disco completamente armonico, dove suoni, voci, testi evocativi, strumenti affascinanti e suoni di tutti i giorni vengono amalgamati, seguendo un flusso circolare che avvolge l’ascoltatore, mettendolo al centro di “un altro mondo”.
Questo disco rimanda ad un’epoca che sembra lontanissima, quella in cui ad ogni opera che si ascoltava si prestava una lunga e ponderata attenzione, condicio sine qua non che tutti dovremmo avere ben presente ogni qualvolta ci si pone all’ascolto della musica. Senza ritagliarsi uno spazio necessario per abbandonarsi alla musica di “Armonia Vivente” difficilmente riusciremo a coglierne le mille sfumature, i tantissimi ricami che i musicisti coinvolti hanno cesellato per dare corpo alle visioni di questo nuovo capolavoro dei No Strange.
Eliseno Sposato – RLB Radioattiva
TRACK LIST:
DISCO A
1. Grida Mondo 3:51
2. All’Albeggiare del Nulla 2:25
3. Contrasti 12:02
4. Il Burattino di un’Altra Commedia 2:57
5. Analogie 1:15
6. La Città Ubiqua 8:42
7. Tu non lo sai 3:28
8. Cascate di Luce 2:51
9. Fori Elastici 11:26
10. Armonia vivente 6:59
11. Uno squarcio nel pensiero 1:11
12. Splendid Your Rise on Living Râ 6:29
13. Il Mattino Resta 7:16
14. Bangalore 6:10
DISCO B
1. You (1983) 3:11
2. Rainbow (1983) 2:59
3. Lisergic Tomahawk (1984) 6:41
4. Tribe from another world (1983) 3:41
5. Voli Sonori (Live 2013) 11:32
6. Le Fond Marin – in Train (Live 2013) 5:37
Formazione disco A:
– Alberto Ezzu: voce, chitarra elettrica, basso, tastiere, sintetizzatore, sitar,
arpa gotica, synphonia, liuto medievale, flauto dolce, duduk, violoncello,
percussioni;
– Salvatore D’Urso “Ursus”: voce, percussioni, testi, disegni;
– Pino Molinari: chitarra acustica, voce, tromba, armonica;
– Rosalba Guastella: voce, tanpura;
– Lucio Molinari: batteria, percussioni;
– Paolo Avataneo: basso.
Formazione disco B:
Tracce 1-2-3-4
– Alberto: voce, chitarra elettrica, basso, organo, violino;
– Salvatore D’Urso “Ursus”: voce, percussioni, flautino.
Formazione disco B:
Tracce 5-6 (live):
– Alberto Ezzu: voce, chitarra elettrica, tastiere;
– Salvatore D’Uurso “Ursus”: voce, percussioni;
– Pino Molinari: chitarra acustica;
– Lucio Molinari: batteria;
– Rosalba Guastella: voce, percussioni, tanpura
– Frank Partipilo: sax
La meritoria etichetta pisana Area Pirata e la brindisina Psych-Out pubblicano l’atteso nuovo album dei No Strange in doppio cd e vinile intitolato “Armonia vivente tra analogie
e contrasti”. I No Strange sono da considerare un gruppo fondamentale nella storia della psichedelia italiana. All’interno del filone del revival garage-rock e psichedelico
italiano degli ’80 i No Strange erano sicuramente fra i gruppi più importanti Il loro leader, il mitico Salvatore “Ursus” d’Urso è un vero conoscitore della materia e Alberto Ezzu un musicista competente e preparato.
L’approccio dei No Strange alla psichedelia è profondo e concerne gli aspetti culturali e filosofici non limitandosi solo alla musica ma esplorando anche le arti visive e
l’oriente. Un “visione” in netta antitesi con l’estetica superficiale e consumista del mondo moderno. Lo stesso Ursus è autore delle visionarie copertine dei dischi dei No Strange. La psichedelia diventa così un vero e proprio stile di vita.
Musicalmente le influenze sono numerose e vanno dai gruppi del Krautrock come gli Amon Duul e gli Ash Ra Tempel a nomi storici come i Pink Floyd e il primo Battiato fino al beat italiano
(di cui “Ursus” è un cultore e un esperto).
Piccoli classici come il fantastico primo album o “L’Universo” meriterebbero di essere ristampati ma purtroppo problemi burocratici con la loro prima label – la Toast – per il
momento rendono impossibile questa gioia. Il nuovo disco prosegue il discorso del precedente e valido “Cristalli sognanti” (2011) ponendosi come uno dei capisaldi della loro
discografia. Il suono è liquido e misticheggiante e la strumentazione usata si è arrichita. In particolare si è dato risalto alle sonorità etniche e medievali con
l’utilizzo del liuto medievale, del duduk, della ghironda e del sitar.
Nel primo dischetto ci sono alcune tracce lunghe che rappresentano il lato più onirico e lisergico del loro sound come l’orientaleggiante “Contrasti”, l’onirica “La città ubiqua” e la cosmica “Fori elastici” in cui si sentono echi dei Pink Floyd e dei Corrieri Cosmici. Ci sono in ogni caso anche composizioni che si avvicinano all’acid-folk come “Armonia vivente” e si sente lo spirito del beat italiano riletto in maniera personale in “Tu non lo sai” e in “Il burattino di un’altra commedia”. Il secondo dischetto presenta invece alcune vecchie
registrazioni del loro repertorio che costituiscono una sorta di filo rosso con il presente dei No Strange. Chiudono questo monumentale album “Voli sonori” e “Le Fond Marin –
In Train”, due tracce registrate dal vivo. “Armonia Vivente tra analogie e contrasti” è un disco imperdibile per tutti i viaggiatori cosmici e per gli appassionati di psichedelia.
Voto 7/10
Cesare Buttabuoni – StoriaDellaMusica.it 03/2014
Avviso ai naviganti degli spazi interstellari: i No Strange, storici ‘corrieri cosmici’ torinesi, rimontando gli eoni in uno spazio inverso e fatalmente convesso, sono tornati. A distanza di tre anni dal notevole “Cristalli Sognanti”, la valorosa band di Salvatore “Ursus” D’Urso e Alberto Ezzu licenzia questo doppio cd/lp, “Armonie Viventi Tra Analogie E Contrasti”, facendosi validamente coadiuvare da Pino Molinari, Lucio Molinari, Paolo Avataneo, e Rosalba Guastella alla voce.
La trentennale esperienza della cosmica band torinese, divisa in più fasi esistenziali e come spalmata in segmenti musicali sedimentati nel loro tempo artistico sempre a livelli d’eccellenza, trova qui la sua epitome sonora, intessuta di suoni psichedelici, lisergici, acid-folk, beat nell’accezione più deviata e obliquamente modulata. Ed è già un prodigio artistico il mantenersi lontani dalla deriva consumistica e volgarmente mercificatrice cui oggi è dato assistere in ogni ambito dell’espressione musicale o presunta tale, piegata troppo spesso a funeste mode effimere e transeunti, rimanendo fedeli al canone di una musica che sfida i decenni e non transige di una virgola, in ordine alla qualità, rispetto a una società omologatrice e ottundente, nel senso orwelliano.
E i suoni rispondono in pieno alle attese, alle premesse e promesse artistiche, in quest’album gremito di atmosfere così lontane dall’ordinaria declinazione dei teoremi musicali consueti. Una cert’aria da viaggio siderale nella musica cosmica tedesca degli anni Settanta, Ash Ra Tempel, Embryo, i Popol Vuh di “Hosianna Mantra” , Amon Duul, come si evince dalle lunghe tracce del primo cd, tarsiate di polistrumentismo lisergico, con rinvii, altresì, a eteree influenze orientali drappeggiate di lievi spire di sitar e duduk, strumento a fiato simile al flauto reso celebre dal miracoloso Gasparyan, con la chitarra elettrica che tesse liquide trame serpentine, rifrangenze sonore iridescenti come le scaglie spirituali di Kundalini (Contrasti, La Città Ubiqua, Fori Elastici ). Infine, puntate nel pop sperimentale del Battiato primigenio o nella musica dall’afflato metafisico del grande Juri Camisasca (All’Albeggiare Del Nulla, Il Burattino Di Un’Altra Commedia, Splendid Your Rise On Living Ra, Il Mattino Resta).
Il secondo cd contempla sei tracce: quattro delle quali tratte dal repertorio storico dei No Strange: You, Rainbow, Lisergic Tomahawk, Tribe From Another World ; e le restanti due (la splendida cavalcata siderale di Voli Sonori e la conclusiva Le Fond Marin – In Train, con Frank Partipilo al sax) dal vivo, stralciate da concerti del 2013. Un’opera di rara intensità artistica, pregna di suggestioni spirituali ed efflorescenze poetiche di finissima tessitura armonica. Cum laude.
Voto: 8/10
Rocco Sapuppo – Distorsioni Web Magazine di Rock 27/03/11/2014
Area Pirata rende disponibile in formato doppio cd, limitato a seicento copie, Armonia Vivente Tra Analogie E Contrasti dei No Strange. Alberto Ezzu e Salvatore D’Urso sono accompagnati da Pino Molinari (chitarra acustica, voce, tromba, armonica a bocca), Rosalba Guastella (voce, tanpura), Lucio Molinari (batteria, percussioni) e Paolo Avataneo (basso) lungo un viaggio che affonda le radici nella psichedelia e nel folk. La struttura delle composizioni è libera e si affida a molteplici suoni scaturiti da strumenti europei e orientali (sitar, arpa gotica, flauto dolce, liuto medievale, duduk e violoncello). Ne risulta un mosaico policromo, carezzato da paesaggi sonori in cui le linee vocali svolgono la funzione di collante tra i diversi frammenti. Ogni elemento contribuisce a caratterizzare tanto la corale “Tu Non Lo Sai” quanto la multiforme “Fori Elastici”. Il disco B include estratti da cassette risalenti al 1983 e 1984 e si chiude con due brani registrati dal vivo l’11 maggio 2013 ad Alice Castello. I contenuti sono lievemente più scuri rispetto a quelli del disco A e testimoniano il valore di una formazione che pare non avere ancora esaurito la propria vena creativa.
Samuele Lepore – The New Noise 06/05/2014
Iniziarono a suonare che ero piccino picciò e ora che sono quasi all’amaro suonano ancora. La band torinese di Salvatore D’Urso e Alberto Ezzu ritorna a tre anni di distanza da Cristalli Sognanti … i suoni sono lisergici e, per quanto ci si possa sforzare per trovare una definizione sonora, si fa gran fatica, però potrei rimandarvi ai Pink Floyd di Ummagumma e anni limitrofi per mettervi sulla strada, detto in soldoni. Non è musica facile da recensire, nel senso che la ascolti e ti trapana il pensiero, ti cattura l’attenzione rilasciando l’emozione… sembra assurdo ma è così, per cui troverete qualcuno che li trova esaltanti perché adora fermarsi ad ascoltare e non semplicemente a “sentire”, altri li troveranno noiosi, personalmente sono tra i primi e certa roba, ascoltata in un mondo che ti dice.. nasci, produci, consuma e muori …può risultare inopportuna…calma…. i No Strage ti dicono, attraverso la musica, di tenere fiato, di fermarti un attimo, di stabilire un contatto con quel mondo meraviglioso nascosto nella mente di ognuno. Con rimandi alla cultura orientale dedita allo “spirito”, non vi segnalo pezzi in particolare, sarebbe come togliere un giorno a una settimana, il disco ha un senso ascoltato interamente e con attenzione. Questo di cui parlavo era il primo disco, nel secondo ci sono pezzi storici della band come You e Rainbow , Lisergic Tomahawk ecc… questo disco potrà essere ascoltato ora come tra 30 anni e la sua caratteristica sarà quella di mancanza di collocazione nello spazio temporale…mica poco!
Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 17/04/2014
I No Strange sono gli alfieri della psichedelia a tutto tondo. Il loro sound, infatti, non si limita ad un flusso lisergico che parte dagli anni ’60 e resta confinato nelle esplorazioni che ci sono state fino al decennio successivo, ma spazia nel tempo.
In questo doppio cd, nel quale sono compresi anche due brani live e vengono recuperate quattro tracce degli esordi di trent’anni fa, il duo-diventato trio, con l’ingresso di Rosalba Guastella, si lascia andare a flussi musicali dilatati che si lasciano contaminare andando avanti ed indietro nel tempo e nello spazio.
Tra l’India e la Germania del kraut-rock, tra il pop psichedelico italiano dei ’60 ed i canti gregoriani, tra echi medievali e folk, il doppio cd è un flusso di coscienza che diventa collettivo.
Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 27/08/2014
Dopo “Cristalli Sognanti” del 2012, la seconda vita dei No Strange continua con questo nuovo che definisce in maniera sempre più raffinata il percorso di ricerca musicale e spirituale della band torinese, cominciato una trentina di anni fa sotto il cappello della scena neopsichedelica italiana. Salvatore ‘Ursus’ D’Urso e Alberto Ezzu (con la collaborazione di Rosalba Guastella e di altri musicisti amici) allestiscono simposio sonoro che non è solo un incontro tra misticismo orientale e occidente ‘pop’ ma un luogo in cui si esperiscono
altri modni geografici e temporali , onirici e metafisci. “Armonia Vivente tra Analogie e Contrasti” è un disco composto da brani concisi e lunghe digressioni dove possiamo tirare in ballo termini e definizioni come musica cosmica e world, acid folk e Canterbury, beat e minimalismo. E un disco fatto di fingerpiking e bordoni, dove la dimensione acustica e quella elettronica parlano lo stesso linguaggio e dove la voce stessa viene usata come strumento di esplorazione. La psichedelia qui, più che come insieme di generi musicali deve essere
intesa come espansione di coscienza, come messaggero di spazialità e armonia.
L’album viene completato da un secondo CD che raccoglie quattro pezzi tratti dai primi due demotape della band (epoca 1983-84, alcuni dei quali finirono allegati alla fanzine Roller Coaster, al tempo codiretta stesso Ursus), alle grezze ed elettriche radici una propensione lisergica e meditativa. Dopo di essi torna al presente, con altre due tracce live manco a dirlo visionarie e trascendentali. Immaginate una linea di confine tra rock e musicoterapia e superatela, prendendovi tutto ll tempo possibile a disposizione.
Fabio Polvani – Blow Up #193 06/2014
Heaven up here! E’ un disco coi flocchi quello confezionato dallo storico
combo torinese. Psichedelia distorta e ossessivamente fluttuante con voci che si nascondono nelle pieghe del suono. Al pari di gente
come Sundial, Spiritualized, Spacemen 3, i No Strange sanno coniugare la ricerca alla componente istintuale, Ia melodia
all’esuberanza del gatto che rincorre il gomitolo. Musica non certamente nuova ma che continua a macinare il suo significato, se
fatta bene come in questo caso. Il secondo cd contiene materiali risalenti alle prime fasi di attività, del gruppo.
Loris Zecchin – Solar Ipse #7 12/2014
I veri marziani del lotto (che vede la presenza di Out Of Time, The Liars e Backwards, ndAP) sono i No Strange che, con il loro ultimo parto “Armonia Vivente Tra Analogie e Contrasti”, riaprono il colloquio tra galassie infinitamente lontane dopo “Cristalli Sognanti” e con il piglio obliquo che li contraddistingue da sempre. Influenze sperimentali, frustate Kraut, voci trasognate, folk e psichedelia aerea frullate insieme come al concertone di Parco Lambro, e testi al limite dell’hippismo esoterico/militante. Un altro doppio cd (tiratura limitata 600 pezzi) che si lascia ascoltare senza mai uno scazzo, dall’artwork inconfondibile, e che ti accompagna per mano nella dimensione alfa della quiete. Bella l’idea di mettere nel secondo cd una manciata di inediti del periodo aureo della band di Ursus. Ideale per viaggi notturni in macchina su qualche provinciale sperduta.
Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 05/03/2016
Marialaura Grillo – Blog Frequenze 01/2014
Oggi ho il piacere di poter fare qualche domanda ad Alberto Ezzu e Salvatore d’Urso Ursus dei
NO STRANGE,
formazione di matrice neopsichedelica con oltre trent’anni di attività e di ricerca
musicale e che sta presentando l’ultimo lavoro in uscita a febbraio, con il titolo affascinante
di “Armonia Vivente”.
I NO STRANGE che oltre a Salvatore d’Urso alla voce e alle percussioni e ad Alberto Ezzu alle
tastiere, chitarra elettrica, strumenti a corda e voce, nell’attuale formazione comprendono
Pino Molinari alla chitarra acustica,strumenti a fiato e voce, Rosalba Guastella alla voce e
tambura, Paolo Avataneo al basso elettrico e Lucio Molinari alla batteria(il chitarrista Tony
d’Urso è momentaneamente preso da altri impegni), hanno da poco terminato le
registrazioni del loro nuovo album dal titolo “Armonia vivente”, che sarà
pubblicato a breve per l’etichetta Area Pirata Records nel formato CD e per la Psychout Records
in vinile.
D : Parliamo prima di tutto di come avete assemblato i brani in questo album doppio e dei
criteri che vi hanno guidato nella scelta del materiale del disco B.
URSUS – I brani sorgono da poco più di un anno di lavoro, nella solita maniera
“ad incastro” che ci contraddistingue fin dagli esordi : abbiamo sempre fatto tutto
partendo da una idea in comune e arricchendo la composizione man mano che il lavoro di
registrazione si svolgeva. Un album doppio non era previsto, ma questa volta le idee erano
tante e non ce la sentivamo di tagliare qualcosa per nessuna motivazione. Inoltre il doppio
album ci ha sempre affascinato fin da quando ci formammo nell’ascolto di dischi quali
“Ummagumma” dei Pink Floyd o di alcune suite di Terry Riley o di Ravi Shankar.
Tuttavia, malgrado i pezzi in scaletta siano 16(di cui 2 registrati dal vivo in concerto) le
durate variano molto e si va da brani brevi e concisi fino a divagazioni cosmiche di oltre 10
minuti.I 4 pezzi che abbiamo aggiunto alla versione CD comparvero solo nei primi due demo-tape,
pubblicati tra il 1983 e il 1984, alcuni allegati al primo numero della fanzine “Roller
Coaster”, che ai tempi pubblicavo in fotocopia con Lele Roma, attuale DJ di radio
Flash.
ALBERTO EZZU – I brani dal vivo vogliono testimoniare come ci presentiamo dal vivo oggi, con
una formazione che comprende sia musicisti della seconda formazione, quella da Flora di Romi in
poi, sia me e Ursus con l’aggiunta di Rosalba. Mettere anche quattro brani degli anni ’80
precedenti le uscite discografiche è stata un’esigenza dettata dal desiderio sempre
più pressante di alcuni fans che non erano riusciti ad entrare in possesso di quelle
registrazioni. Altre case discografiche ci avevano contattati per fare un disco basato sulla
storia dei NO STRANGE, ma sino ad ora non avevamo trovato un accordo che ci convincesse in
pieno, soprattutto perchè non volevamo rientrare a tutti i costi nel genere
“psichedelico” come viene inteso comunemente. Per noi la “psichedelia”
è più un atteggiamento filosofico ed è legata al concetto ginsberghiano di
“aumentare l’area di consapevolezza” e non di usare determinati strumenti musicali
piuttosto che altri. Di conseguenza il progetto parallelo dell’Alberto Ezzu Lux Vocal Ensemble,
che adopera il canto armonico come tecnica principale, secondo me rientra in pieno nella
psichedelia… questo per rispondere anche a tutti i giornalisti che metodicamente hanno voluto
farci rientrare in qualche corrente “nostalgica” degli anni ’60 o addirittura degli
anni ’80. Lo diciamo una volta per tutte: non siamo nostalgici e guardiamo in avanti, non
indietro!
D : La tua risposta, Alberto, anticipa in parte quanto stavo per chiedervi adesso. Mi pare
evidente in questo nuovo album un interesse più marcato verso l’aspetto cosmico e
contemplativo rispetto al precedente “Cristalli sognanti” : se quest’ultimo era un
album di canzoni strutturate secondo uno schema riconoscibile(pur se legate ad una matrice
psichedelica) e solo talora sconfinanti nella musica di ricerca, colgo nel vostro nuovo lavoro
discografico un cambio di prospettiva poiché esso pone al centro la musica di ricerca e
solo in qualche episodio questa si incontra con la “forma – canzone”. A tal proposito
mi chiedevo se attualmente gi studi di Alberto sull’uso degli armonici naturali e sulla difonia
abbiano raggiunto un livello evolutivo tale da richiedere anche nella composizione dei brani
dei NO STRANGE un superamento della dimensione “pop” che ormai vi va decisamente
stretta…
URSUS – Certamente il “viaggio” di cui si compone questo lavoro discografico è
fatto di molte sfaccettature, ma la dimensione “canzone” ci appartiene ancora. Le
nostre caratteristiche di fondo sono sempre state l’effetto,la sensazione di spazialità,
ma su di uno sfondo armonico mai troppo dissonante. Il termine “pop” a mio modo di
vedere va inserito nella tradizione popolare, anche se negli ultimi anni sta assumendo
connotati molto distanti dal nostro. Per certi versi, lo vedo indicato soprattutto in
riferimento ai nostri testi.
ALBERTO EZZU -Come notava Ursus, oggi il termine “pop” è quasi offensivo per
chi fa una certa ricerca,mentre quando iniziammo noi aveva tutt’altro significato. Provo ora a
rispondere alla tua domanda. Il canto degli armonici(o canto difonico)è una tecnica di
origine mongola e siberiana – ma ci sono esempi in tutto il mondo,anche nel Sud Africa o nella
nostra Sardegna – per mezzo del quale lo stesso cantante può cantare simultaneamente
più suoni, in rapporti di quarta, quinta, ottava, settima etc, insomma può fare
una vera e propria polifonia “da solo”. Questa, però, è solo una
tecnica, che presa in se stessa non aggiunge o toglie niente a quanto facciamo come NO STRANGE
da molti anni. Quello che cambia, utilizzando il canto difonico(nel disco c’è solo un
breve esempio al termine del brano “Contrasti”) è l’atteggiamento più
“spirituale”, che dagli anni ’80 sino ad oggi si è arricchito di esperienze
sempre più “di prima mano”. Se allora ero solamente attratto dalle filosofie
orientali,con il tempo ho iniziato a praticare il buddhismo zen del maestro Deshimaru, a
prendere i voti da Bodhisattva, poi a frequentare la filosofia Rosacroce e ad addentrarmi
sempre più in una ricerca personale in cui il suono era parte integrante della pratica,
divenendo in se stessa pratica spirituale. Ovviamente la musica dei NO STRANGE ne ha tratto
nuova linfa, e se i lavori degli anni ’80 avevano “in nuce” queste intuizioni, ora
colorano i suoni e le composizioni dal di dentro. Il Lux Ensemble che guido si avvale di questa
tecnica ma inserisce anche strumenti delle varie tradizioni, da quelle orientali(sitar,
tanpura, harmonium) a quelle occidentali antiche e moderne(synphonia, micanon, oboe, viola da
gamba, liuto) sino agli strumenti elettronici. Questa ricerca parallela ha fatto sì che
anche le musiche dei NO STRANGE ne abbiano tratto giovamento. Amiamo la canzone popolare come
la musica d’avanguardia… sarà per questo che nei nostri dischi le contaminazioni
appaiono in maniera caleidoscopica e risulta difficile selezionarne una invece di un’altra:
Perotinus e Monteverdi, La Monte Young e Anton Webern, Luigi Nono e i Popol Vuh, i
Quintessence, i Brainticket e la musica popolare corsa… una bella difficoltà per
un critico addentrarsi in ogni sfaccettatura. Per questo, forse, colgono più in
profondità il nostro linguaggio quelli che lo affrontano in maniera più spontanea
: un conto sono i nostri ascolti, un altro quello che esce dai nostri dischi.
D : L’interesse che avete sempre dimostrato per la musica asiatica, in particolare indiana, si
incontra in questo album con quello per il canto gregoriano e per la musica popolare del
Medioevo occidentale, quest’ultimo testimoniato dall’uso di strumenti come il liuto e la
ghironda. C’è nel vostro intento anche quello di promuovere un sincretismo culturale,
una sorta di riscoperta delle comuni radici indoeuropee delle rispettive civiltà oppure
si tratta di un interesse strettamente musicale e artistico?
ALBERTO EZZU -Quelle orientali sono musiche che, personalmente, ho “dentro”. Ho
studiato musica indiana, il canto Dhrupad, perciò la musica indiana non è, per
me, un semplice “colore” asiatico, ma una forma musicale che conosco abbastanza bene.
Con l’associazione che dirigo (Arte, Cura e Trasformazione) oltre ad interessarci di terapia
(musicoterapia etc) cerchiamo di renderci testimoni e custodi di tradizioni che stanno
scomparendo, pertanto organizziamo spesso convegni, seminari ed altro su musiche non
convenzionali, come appunto il gregoriano, di cui mi sono letteralmente innamorato pur non
essendo cristiano. Le radici indoeuropee di cui parli si sono un po’ sfaldate quando
l’accordatura degli strumenti a tastiera si è uniformata nel 1600 e si è perso
tutto il lato “armonico”, quello che colora il suono. Non che il risultato ottenuto
sia da buttar via : Bach ce lo teniamo eccome! Tuttavia è innegabile che le musiche
più semplici,”a bordone”, sviluppate su poche note, si siano progressivamente
perse. Senza pretese filologiche, posso dire perciò che questo incontro tra Oriente ed
Occidente ci interessa, eccome. I NO STRANGE però sono più “pop”, nel
senso di “popolare”, molto meno intellettuali e più spontanei. O almeno
così speriamo : non vorrei che questi discorsi facessero pensare ad una pedanteria…
credo invece che proprio la psichedelia possa mettere in moto questi ragionamenti, che pescano
nel profondo delle emozioni delle persone,ma sempre col sorriso, col piacere di vivere,di
suonare e di cantare… il gregoriano si dovrebbe cantare sorridendo ed anche i NO STRANGE,
nelle loro vesti “colorate”, sorridono!
D : La personalità e i riferimenti culturali di cui parlavamo emergono anche dai testi e
dalla grafica delle copertine di tutti gli album dei NO STRANGE, curata da Ursus, ma dal punto
di vista musicale questo nuovo lavoro,rispetto alle influenze rock degli anni ’60 che
caratterizzavano gli altri album, si presenta a mio parere più “acustico” che
“elettrico”. Anche la voce di Rosalba Guastella, che risulta determinante in vari
brani, mi sembra che confermi un certo allontanamento dalla matrice rock. Questo accade
perché manca la chitarra elettrica di Tony d’Urso oppure la svolta era già
prevedibile nella vostra evoluzione degli ultimi anni?
URSUS – Più che di “svolta” io parlerei di approfondimento perchè le
stesse componenti c’erano già nei lavori precedenti, ma venivano trattate diversamente:
mio fratello apportava il suo stile inconfondibilmente rock-blues, legato ad una psichedelia di
tipo hendrixiano. Noi ampliamo verso altre sonorità : in questa nuova veste ci sono
molte più tastiere, c’è maggiore alternanza di voci e ci sono anche linguaggi di
origini diverse(la maggior parte dei testi sono in italiano, ma a tratti anche in inglese o
sotto forma di suoni puri e semplici).Tuttavia non manca una certa elettrificazione, basta
ascoltare i due brani finali registrati dal vivo: in uno compare anche l’amico Frankye
Partipilo degli Eazycon al sax, che ci avvicina addirittura a certi modelli
“canterburyani”, come i primi Soft Machine e Gong…
ALBERTO EZZU – Più che “acustica”, mi sembra che nel nuovo disco ci sia una
matrice “elettronica”. Gli strumenti acustici utilizzati – in gran quantità –
sono sempre presentati su basi elettroniche o “concrete” che ne caratterizzano
l’ambientazione. Strumenti come arpa gotica, synphonia (che è la “mamma” della
ghironda),duduk, sitar,tanpura, violoncello, tromba, flauto dolce, armonica a bocca sono sempre
presentati da suoni elettronici che raramente prendono il tema,ma sottendono tutto il brano.
URSUS – Senza contare che alla batteria di Lucio Molinari si abbinano spesso le mie
percussioni, sempre più tribali e persino casalinghe( pentole e padelle da cucina).
D : Grazie per il chiarimento, anche se all’ascolto l’effetto delle strumentazioni elettroniche
è talmente bene amalgamato col resto che gli strumenti acustici risaltano comunque.
Cambiando discorso, mi piacerebbe che adesso mi parlaste della vostra tournèe in
Giappone e del perché secondo voi la vostra musica abbia tanto seguito tra i
giapponesi.
URSUS – Il tour nelle varie zone di Tokyo è stato fantastico… i giapponesi amano in
generale tutta la musica e la cultura italiana, in particolare i nostri riferimenti a quelle
sonorità a metà strada tra il beat ed il progressive, che a noi stanno molto a
cuore,soprattutto a me che le ho curate e diffuse fin da tempi lontani.
D : Per concludere, un’ultima domanda. Ancora una volta non avete rinunciato alla pubblicazione
dei dischi in vinile oltre che in CD. Siete spinti dal desiderio di accontentare i
collezionisti, credete nel supporto in vinile per il tipo di sonorità che produce o
avete ancora altre motivazioni?
URSUS – In parte sì, c’è un forte riscontro di vendite nel formato in vinile(ma
anche il CD regge bene) ma siamo molto interessati anche alla forma grafica degli album, per
cui il formato più grande si presta meglio a soluzioni artistiche variopinte.
ALBERTO EZZU – Vinile, CD e internet… con quest’ultima soluzione sappiamo che le vendite si
sono registrate in Giappone, in Canada, negli Stati Uniti, in Nord Europa, in Francia, in
Spagna. Insomma, se ci rende poco dal punto di vista degli incassi, questo però ci
dà una visione della nostra “fama” nel mondo, e la cosa,obiettivamente, ci
lusinga. Poi dobbiamo dire che sono state le case discografiche ad essersi interessate a noi e
quando abbiamo parlato loro di CD doppio e LP doppio non hanno battuto ciglio. Anche questo ci
fa un grandissimo piacere, proprio perché, in tempi così “magri”, che
qualcuno creda nella tua musica, specialmente se non così “facile”, non
è affatto scontato. Pensa che la Psychout ha prodotto persino un LP doppio dell’Alberto
Ezzu Lux Vocal Ensemble, e sempre dello stesso ensemble, Area Pirata sta curando la versione
scaricabile su internet e i-tunes. Insomma, lassù qualcuno ci ama!
Tony Face – tonyfaceblog 17/12/2013
Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA, al giornalista FEDERICO
GUGLIELMI , ad OSKAR GIAMMARINARO , cantante e anima degli STATUTO,
al presidente dell’Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI , a JOE
STRUMMER , a MARINO SEVERINI dei GANG, a UMBERTO PALAZZO
dei SANTO NIENTE, LUCA RE dei SICK ROSE, LUCA GIOVANARDI
e NICOLA CALEFFI dei JULIE’S HAIRCUT, GIANCARLO ONORATO
, LILITH di LILITH AND THE SINNERSAINTS, a Lorenzo Moretti,
chitarrista e compositore dei GIUDA , il giornalista MASSIMO COTTO
, a FAY HALLAM ,oggi è la volta di SALVATORE URSUS
D’URSO , voce e una delle anime dei NO STRANGE , storica psych band
italiana, tornata, dopo un lungo silenzio, da poco sulla scena e in procinto di pubblicare il
nuovo “Armonia vivente”, interessantissimo e personalissimo doppio album che
vedrà la luce nel 2014.
1) Proporre un album doppio, due ore di musica, in epoca in cui, notoriamente, si vende
così poco, può apparire un “suicidio commerciale”, comunque un folle
atto di coraggio. Colgo l’occasione anche per chiederti se ci sarà, secondo te, ancora
spazio in futuro per la fruizione della musica in modo tradizionale, così come lo
abbiamo sempre conosciuto (dischi, CD etc) o siamo irrimediabilmente “condannati”
alla musica “liquida”.
URSUS- L’album doppio è scaturito spontaneamente,nel senso
che avevamo molte idee su cui lavorare ed un tempo indeterminato per farlo,credo infatti che
una delle nostre maggiori prerogative sia la libertà di agire sui suoni e sulla
struttura dei pezzi senza troppe limitazioni: in pratica, fin dagli inizi, ci siamo auto-
gestiti la parte tecnica e le registrazioni, utilizzando gli studi professionali solo in pochi
casi, ma dopo avere assemblato tutti i pezzi dei vari dischi a casa nostra (da qui deriva la
nostra vecchia denominazione NO-STRANI, storpiata poi in No Strange nei primi anni 80).
I risultati, in tal modo, sono sempre stati fuori dai canoni, persino da quelli a cui si
rifaceva il cosiddetto movimento “neo-psichedelico”, perché i nostri
riferimenti sono sempre stati molteplici e non circoscritti ad una sola zona geografica o
temporale…in questo senso, che è culturale e non genericamente esteriore, la nostra
musica si può definire psichedelica, ma solo nella fruizione originaria del termine
(espansione della PSICHE).
Inoltre l’idea di ricollegarci ad esperienze discografiche che in noi stessi hanno lasciato un
segno tangibile, come dischi doppi da noi considerati fondamentali quali “Ummagumma”
dei Pink Floyd o “Yeti” degli Amon Duul II, ci allettava…anche se non è la
nostra prima esperienza a riguardo, ci fu già il doppio album “Oracolo” nel
1988, ma lì si trattava di una compilation, sebbene con una nostra presenza
“ingombrante”.
Pensiamo che ai mezzi ed ai tempi attuali ci si debba adeguare, per cui la fruizione (per il
momento) è vasta e per questo abbiamo deciso di lavorare con 2 label diverse, con
formati diversi, ma di essere molto presenti anche nella rete (sia con gli album ed i video
LIVE, che con interviste ed articoli come questo).
2) Il nuovo album pesca in molte direzioni. Ci sono riferimenti a certe oscure
esperienze italiane come Opus Avantra e Aktuala ma anche momenti più tradizionalmente
psichedelici beat, tre lunghi brani e poi ancora folk, influenze “tedesche” dei 70’s.
Un lavoro ad ampio respiro, a mio parere pressoché unico.
URSUS- Infatti è sempre stato questo il nostro intento,come
un lavoro di collage o di composizione ad incastro…non che avessimo scoperto l’uovo di
Colombo, perché questa molteplicità di suoni e di stili esisteva già nel
passato,soprattutto in quello che noi consideriamo più vicino alle nostre tematiche: mi
riferisco ovviamente al periodo più POPolare del movimento psichedelico, quindi la
ricerca avanzata da musicisti come Terry Riley, nel campo della ripetitività e
nell’ipnosi del suono, da gruppi come Fifty Foot Hoose o Silver Apples nell’introduzione
dell’elettronica, ma anche dalla componente folk ed acustica che era ben presente nella Third
Ear Band o nei primi Fairport Covention, oltre all’estendersi di suggestioni orientali
(nell’uso del sitar e di alcune percussioni tribali) e qui addirittura nell’incontro con la
vocalità medievale e rinascimentale.
Ci sono aspetti, soprattutto in questo “Armonia Vivente” che riconducono al canto
gregoriano e c’è l’inserimento di strumenti quali liuto e ghironda, tipici della
tradizione popolare di molti secoli fa. Noi pensiamo che la nostra musica abbia un percorso
concentrico, nel senso che non guarda né indietro né avanti, ma semplicemente si
innesta in una dimensione fuori dal tempo, girando su se stessa all’infinito,ed è anche
il senso di tutte le liriche e dei testi, in cui non vi è un significato oggettivo o
dettato dalla ragione,ma una poetica indefinibile ed interpretabile in mille modi differenti.
3) Hai avuto il “privilegio” di vivere direttamente tantissime fasi della
contro o sotto cultura musicale italiana, dagli anni 70, al punk, alle evoluzioni
(involuzioni?) successive. Cosa e quanto è cambiato? In meglio? In peggio? Come vedi,
dal tuo “osservatorio”, il futuro dell’arte musicale in Italia ?
URSUS- Sono cambiate molte cose,ormai da decenni,non so se in meglio
o in peggio, però con gli anni che passano (volenti o nolenti) occorre farci i conti…
molti aspetti da noi stessi vissuti conservano ancora elementi di attualità,ma da questi
bisogna attingere con un linguaggio che non sembri davvero “datato” anche per le
nuove generazioni o per chi quel tempo trascorso lo ha visto solo sui giornali o nei vari spazi
che si leggono su internet.
Il futuro, forse, è proprio questo in cui stiamo operando oggi, che non è una
dimensione professionale, assolutamente diversa dai nomi a cui facevo riferimento prima, ma
amatoriale e minoritaria…alla ristrettezza numerica, però, vorremmo anteporre l’alta
qualità delle proposte e ci rendiamo conto che è un compito difficile, a volte
quasi impossibile, ma ci piace rischiare proprio per questi motivi e non saremo noi a tirarci
indietro, proprio adesso che le cose si fanno più interessanti.
Vorrei ricordare inoltre che i No Strange sono sempre stati un progetto che rotea intorno a due
personalità: la mia e quella di Alberto Ezzu (di professione musico-terapista), ed in
questo doppio capitolo ci accompagnano i nostri amici di sempre, quali Pino e Lucio Molinari,
Paolo Avataneo ed il più recente acquisto Rosalba Guastella (la quale voce femminile
è più che mai determinante in questo “Armonia Vivente”).
4) Con l’eccezione dei grandi nomi, vivere di musica in Italia è sempre
più difficile, anche per certi artisti comunque da tempo sulla scena, che hanno pure
visibilità mediatica ma che finiscono per vendere pochissimo e ad avere rare
opportunità per esibirsi dal vivo. Non parliamo poi dei cosiddetti “emergenti”
o degli “indipendenti”. Eppure le potenzialità ci sarebbero. Che ne pensi ?
URSUS- In quanto alle uscite discografiche questi sono i numeri e da
lì credo che difficilmente se ne uscirà (perlomeno in tempi brevi), per quanto
riguarda i LIVE temo che sia una situazione ancora più complicata, perché sono
sempre meno i locali disposti ad accettare stili così lontani dalla massa, come il
nostro o di altri nostri amici o colleghi, soprattutto per quanto riguarda il territorio
nazionale.
Non a caso, mentre negli anni 80 e 90, ci spingevamo oltre i confini regionali e riuscivamo a
coinvolgere ascoltatori e fans di ogni età ed estrazione sociale, oggi siamo costretti
nei nostri limiti geografici (in parole povere perché i compensi si sono molto ridotti e
spesso non arrivano neppure a ripagare le spese di un viaggio)…diversa e sicuramente meglio
organizzata è invece la situazione all’estero, lo abbiamo sperimentato di persona nella
grandiosa trasferta a Tokyo nel 2012, che per noi è stata una esperienza
indimenticabile, in tutti i sensi.
Le potenzialità ci sono ma dobbiamo prima toglierci di dosso questa patina di
provincialismo, che rimane eredità di errori passati e soprattutto nel campo aperto
dalla “critica specializzata” su riviste o blog, non dobbiamo continuare a piangerci
addosso o ad avvertire complessi di inferiorità, grossi o latenti che siano, magari
buttando via tanti inutili pregiudizi (sulla lingua da adottare nelle canzoni, per esempio) e
cominciando a riascoltare quelle che sono le nostre reali radici musicali, perché chi
pensa che l’Italia sia solo pizza e mandolino oppure Vasco e melodici napoletani, sicuramente
non ha mai approfondito la storia e non si è molto preoccupato di approfondirne i
“colori” (altro termine che spesso ricorre nei nostri brani).
5) Dopo tanti decenni trascorsi masticando musica (non dimenticando il periodo con il
negozio di dischi) dopo aver contribuito ad aprire tante strade, credi di aver raccolto in
maniera adeguata rispetto a quanto seminato?
URSUS- Se per “raccolto” si intende il fattore commerciale
o professionale no…in effetti ho raccolto solo la mia vecchia attività di negoziante,
già chiusa da tempo ma che mi ha agevolato (e di molto!) nella conoscenza a 360 gradi di
tutti gli stili musicali, nessuno escluso.
Quindi ho raccolto moltissimo in senso culturale e questo lo porterò sempre con me, come
bagaglio e come esperienza vitale…ho raccolto molte amicizie, sia di vecchia data che molto
recenti, per cui mi ritengo totalmente soddisfatto, anche se non possiedo nessun conto in banca
né potrò mai realizzare molti sogni che mi ero prefisso (ad esempio quello di
diventare un professionista del fumetto o dei cartoons, altre mie grandi passioni), ma mi
rifaccio comunque al pensiero dell’amico e fratello Claudio Rocchi, che ha rimandato ad un
altra incarnazione il proprio percorso artistico ed il proprio viaggio cosmico.
La realtà non esiste o più semplicemente la ricerchiamo, perché questo
è lo scopo totale della vita.
6) Secondo te ha ancora senso rifarsi ad una cultura (quella che possiamo sintetizzare
genericamente referente ai 60’s) dopo mezzo secolo? Sia musicalmente che
“filosoficamente”?
URSUS- E’ essenziale, proprio per i motivi che ho appena elencato,
non tanto perché questi vadano sempre ricordati storicamente o nel linguaggio degli
“esperti”, ma perché non sono linguaggi esauriti né completati…ci
sono tuttora sfaccettature e vibrazioni del “cristallo sognante” che andrebbero
approfondite senza limitazioni (perché le limitazioni sono trappole da cui si può
sfuggire,se lo si vuole), in poche parole è un gioco senza regole codificate dal tempo o
dallo spazio, durante il quale ci si diverte sia a livello epidermico che interiore… quello
che è differente in noi, rispetto ad altri gruppi che hanno percorso strade simili alla
nostra, penso che sia lo spirito: ciò che per noi è essenzialmente ludico e
divertente, ciò che spinge al sorriso universale ed alla “filosofia”
psichedelica, non ci potrà mai annoiare, perché è la ragione stessa della
nostra esistenza.
Proporla all’esterno, attraverso dischi o altri mezzi tecnici, per noi è solo l’inizio e
non il traguardo.
7) Il classico finale con una lista di dischi che porteresti sulla solita isola deserta
e qualcuno che consiglieresti come propedeutico ad un giovane a totale digiuno di musica di
“un certo tipo”.
URSUS- Ecco…qui mi metti in difficoltà, perché le mie
preferenze sono piuttosto mutevoli…anche se da quanto scrivo nei testi o da quanto metto
giù in musica, con i miei compagni di viaggio, lo si capisce abbastanza bene.
Ma per quanto riguarda i consigli ad i “neofiti” avrei delle idee ben precise,
ricollegandomi al discorso di prima, vorrei invitare il pubblico italiano,ma anche gli stessi
musicisti, a rivedere tutta la nostra tradizione culturale,che nel nostro paese c’è stata e che in misura meno evidente esiste tuttora.
Dovessi consigliare ad un giovanissimo al suo primo approccio sonoro, qualcosa che mi ha segnato nel profondo, direi molte opere del periodo a cavallo tra i 60 e 70, magari partendo dalle primissime Orme alle compilation (che io stesso ho curato anni fa) tipo “Fiori e Colori”, “Oracolo” ecc… oppure alle sperimentazioni nei primi album di
Battiato, di Juri Camisasca, le Stelle di Mario Schifano, i Living Music, gli Analogy…poi i
nomi sarebbero molti altri, collegandosi soprattutto alle esperienze dei poeti beat come Gianni
Milano o alle pubblicazioni underground quali “Pianeta Fresco”, “Mondo Beat” ecc…consiglierei comunque di non limitarsi ai soli suoni ed alla musica,
perché l’espansione della psych è fatta anche di parole, di immagini, di momenti non strettamente sonori…guarderei oltre il mezzo stesso (come può essere un disco o un video) per penetrare a fondo di tutto questo.
Come già ribadito, è una ambizione difficile e complicata,ma proprio per questo diviene semplicissima quando ci si diverte a costruirla, come un puzzle o un gioco di specchi all’infinito.