Cd digipack
Novembre 2011
Tiratura Cd: 500 copie
€10.00
92 disponibili
(Italian Psych combo legend from the late 70s! Now again together to release a fresh and dreamy sound, moody original new album!)Ebbene sì, il combo torinese attivo dalla fine degli anni ’70 e guidato da Alberto Ezzu e Salvatore ‘Ursus’ D’Urso, ci regala un nuovo album e ci fa sognare ancora, immersi nel loro sound onirico e ammaliante.
La versione di Area Pirata è un digipack tre ante disegnato dallo stesso Ursus, mentre la versione vinile è a cura della Psych Out in edizione limitata a 500 copie!
Ma lasciamo le presentazioni a Roberto Calabrò, Eddy Cilia e Tony Face che hanno recensito in anteprima questo ‘Cristalli Sognanti’.
Ci deve essere da qualche parte, nel vasto “universo”, un altro mondo in cui “Gli occhi”, folk-beat dalla melodia invincibile, è uscito su singolo per una multinazionale ed è schizzato al numero uno in classifica, e Salvatore D’Urso è andato a eseguirlo con Alberto Ezzu e gli altri sodali del tempo a “Discoring”. Così facendo, ha trasformato i tardi ’80 in una seconda Estate dell’Amore. In questo nostro mondo imperfetto, No Strange avevano fatto finora tre album e mezzo (il mezzo una facciata live sul doppio “Oracolo”) di musica elettroacustica di sensazionale forza visionaria, a un crocevia incontro di beat, psichedelia, progressive e influenze etniche. Oggetti di culto per fortunati possessori sparsi ovunque per il globo. Il quarto ce l’hanno fatto attendere due tondi decenni e non so mica se mi va di perdonarli. Riascolto questi brani quelle altre dieci o venti volte e vi saprò dire.
Eddy Cilia
Forse qualcuno crede ancora che la “psichedelia” appartenga ad un passato remoto, lontano e non riproponibile.
Con questo album i NO STRANGE dimostrano che quel sound non ha epoca, può tranquillamente evolversi, attingendo dal passato e creando un suono attuale, soprattutto personale e moderno.
Non c’è alcuna autoreferenzialità nè tantomeno un’attitudine nostalgica, ma solo uno sguardo il più ampio possibile verso il presente e il futuro.
Il suono è fresco, il mood energico, abbonda la creatività e i riferimenti non sono mai palesi, ma lasciati sottopelle a solleticare la nostra capacità di percepirli.
Un album che ci voleva, che mancava e che va a riempire un vuoto.
Che ci permette di poter dire che non si tratta nemmeno più di “psichedelia”, ma semplicemente dei No Strange.
Tony Face
IL RITORNO DEI NO STRANGE: TURN ON, TUNE IN, DROP OUT
Era da un tempo lontano, quasi tre lustri, che si erano perse le tracce dei No Strange. Esattamente dal 1998 quando, dopo diverse stagioni di silenzio, vide la luce un mini-Cd intitolato Medusa. Poi fu di nuovo silenzio. Ora una delle formazioni più oscure e misteriose dell’underground italiano è tornata a far parlare di sé. Salvatore “Ursus” D’Urso e Alberto Ezzu hanno ricostituito la creatura con la quale durante la felice stagione neo-Sixties avevano realizzato alcune pietre miliari della psichedelia tricolore: gli album No Strange (1985), L’Universo (1987) e Flora di Romi (1991), oltre al sette pollici White Bird/Fiori Risplendenti (1986).
A tredici anni dall’ultimo sussulto discografico i No Strange sono tornati in pista: oltre ai due fondatori, sono della partita altri musicisti “psychoattivi” che avevano fatto parte del gruppo nelle varie incarnazioni passate (Tony D’Urso, Pino e Lucio Molinari, Paolo Avataneo, Laura Tommasi), con la “new entry” Rosalba Guastella. Hanno ripreso brani vecchi e ne hanno creati di nuovi, presentandoli in una breve striscia di concerti assai apprezzati dal pubblico underground.
Adesso finalmente è giunto il momento di ascoltare il loro nuovissimo album Cristalli sognanti, che si ricongiunge idealmente con le precedenti prove della leggendaria formazione torinese. Un disco che riparte laddove i No Strange avevano interrotto il loro affascinante percorso artistico e apre nuove porte per inoltrarsi in caleidoscopici territori sonori. Psichedelia, si dirà. Musica per esplorare le infinite possibilità della nostra mente immaginifica. Musica per viaggiare.
Il sound dei No Strange assume, come sempre, dei contorni personali in cui i vari riferimenti musicali a scene e situazioni del passato – la psichedelia italiana di fine Sessanta, i “corrieri cosmici” tedeschi, l’attrazione per l’Oriente – si fondono per creare una miscela dal fascino assolutamente peculiare. Più che un disco comunemente inteso, Cristalli sognanti è un viaggio in cui lasciarsi trasportare: dalla dolcezza rarefatta di Aria alla (quasi) strumentale Sulle onde.
In mezzo ci si trova di fronte a esplosioni cromatiche (Riscopro i colori), progressioni lisergiche (Il sudore dei pianeti), ipnotici mantra musicali (Respirare il mare), episodi strumentali misticheggianti (la splendida Orion Smile, la più inquieta Quando scendemmo dalle piante), momenti di pura poesia e meditazione (la title-track, Il colore sognava) alternati a sprazzi di abbagliante energia solare (Echidna). E allora non resta che attenersi fedelmente alle “istruzioni per l’uso”: spegnere la luce, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in una dimensione “altra” dai Cristalli Sognanti dei No Strange.
Roberto Calabrò TRACKLIST:
1. Aria
2. Riscopro i Colori
3. Il Sudore dei Pianeti
4. Respirare il Mare
5. Australopiteco
6. Orion Smile
7. Cristalli Sognanti
8. Echidna
9. Il Colore Sognava
10. Quando Scendemmo dalle Piante
11. Sulle Onde
DISCOGRAFIA:
Demo Tapes
1983 Rainbow (Autoprodotto)
1984 Lisergic tomahawk (Roller coaster Italy)
33 giri
1985 Trasparenze e suoni (Toast Records Italy)
1987 L’Universo (Toast Records Italy)
1991 Flora di Romi (Toast Records Italy)
45 giri
1986 White bird/Fiori risplendenti (Toast Records Italy)
CD
1998 Medusa (Toast Records Italy)
Era da un tempo lontano, quasi tre lustri, che si erano perse le tracce dei No Strange.
Esattamente dal 1998 quando, dopo diverse stagioni di silenzio, vide la luce un mini-Cd intitolato “Medusa”. Poi fu di nuovo silenzio.
Ora una delle formazioni più oscure e misteriose dell’underground italiano è tornata a far parlare di sé. Salvatore “Ursus” D’Urso e Alberto Ezzu hanno ricostituito la creatura con la quale durante la felice stagione neo-Sixties avevano realizzato alcune pietre miliari della psichedelia tricolore: gli album “No Strange” (1985), “L’Universo” (1987) e “Flora di Romi” (1991), oltre al sette pollici “White Bird/Fiori Risplendenti” (1986).
Un nuovo gruppo, questa volta con una line-up completa e allargata, poi l’impegno di riprendere i vecchi brani e di crearne di nuovi, infine una breve striscia di concerti assai apprezzati dal pubblico. E adesso finalmente è giunto il momento di ascoltare il nuovissimo “Cristalli sognanti”, pubblicato in Cd da Area Pirata e in vinile in edizione limitata da Psych Out. Un lavoro che si ricongiunge idealmente con le precedenti prove della leggendaria formazione torinese. Un disco che riparte laddove i No Strange avevano interrotto il loro affascinante percorso artistico e che apre nuove porte per inoltrarsi in caleidoscopici territori sonori. Psichedelia, si dirà. Musica per esplorare le infinite possibilità della nostra mente immaginifica. Musica per viaggiare.
Il sound dei No Strange assume, come sempre, dei contorni personali in cui i vari riferimenti musicali a scene e situazioni del passato – la psichedelia italiana dei primi anni Settanta, i “corrieri cosmici” tedeschi, l’attrazione per l’Oriente – si fondono per creare una miscela dal fascino assolutamente peculiare. Più che un disco comunemente inteso, “Cristalli sognanti” è un viaggio in cui lasciarsi trasportare: dalla dolcezza rarefatta di “Aria” alla (quasi) strumentale “Sulle onde”. In mezzo ci si trova di fronte a esplosioni cromatiche (“Riscopro i colori”), progressioni lisergiche (“Il sudore dei pianeti”), ipnotici mantra musicali (“Respirare il mare”), episodi strumentali misticheggianti (la splendida “Orion Smile”, la più inquieta “Quando scendemmo dalle piante”), momenti di pura poesia e meditazione (la title-track, “Il colore sognava”) alternati a sprazzi di abbagliante energia solare (“Echidna”).
E allora non resta che attenersi fedelmente alle “istruzioni per l’uso”: spegnere la luce, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in una dimensione altra dai “Cristalli Sognanti” dei No Strange.
Roberto Calabrò – Freak Out 15/11/11
I No Strange di Ursus, Ezzu & compari tornano dopo quasi tre lustri di lontananza dalle scene… e lo spirito della caleidoscopica – purtroppo lontana, ma mai dimenticata – era degli Eighties Colours è con loro.
Questo nuovissimo Cristalli sognanti fotografa una band attualissima nel sound (nonostante ad alcuni il termine psichedelia evochi immagini di vecchiume barboso), capace di fare viaggiare e avvincere, con un innegabile pizzico di nostalgia. Che a noi piace sempre molto, per la cronaca.
Attenzione dunque: non aspettatevi la violenza del garage revival o la filologia Sixties punk propria di altre – validissime – band italiche anni Ottanta. Perché coi No Strange si esplorano le terre più oniriche, nebulose e alterate del rock psichedelico venato di prog. E il panorama evocato, che ti entra dritto nel cervello, è fatto di paesaggi sognanti, immagini curiose, melodie calde e soffuse nell’aria, profumi orientali.
Un album probabilmente difficile se non si pratica il genere, ma anche un lavoro di quelli che – indipendentemente dai propri ascolti ordinari – ha una personalità così forte da farsi percepire da subito come un disco valido e davvero importante. Intriso di storia, di voglia di scoprire, di immaginazione, di gustoso revival ma anche di spirito outsider.
Per chiudere, niente può funzionare meglio delle parole di Ursus raccolte qualche anno fa dagli amici di Retrophobic (che perdoneranno il piccolo furto), per farvi entrare nello spirito di questo Cristalli sognanti, che pur essendo attuale non può prescindere dalle sue radici, che affondano negli anni Ottanta e nel neo Sixties:
“Tutte le ondate in qualche modo lasciano dei segni, sicuramente io non ritengo che gli anni 80 siano importanti come i 60 e, in parte, neppure come i 70 (questi ultimi contraddittori e un po’ eccessivi, ma decisamente vitali)… il clima generale di quegli anni, per conto mio, era di passività e stanchezza: la crisi generale delle ideologie, il ritorno al privato, persino il mito della carriera ‘yuppie’ erano figli di quel periodo… in mezzo a tutta questa merda c’è sempre comunque chi non si adegua, i cosidetti ‘irregolari’… noi in qualche modo facevamo parte della CONTROcorrente, pur guardando oltre ai miti stereotipati della ribellione e dell’antagonismo politicizzato, tanto ostentati per esempio dall’hardcore punk. Per conto mio la psichedelia rimane questo: superamento delle gabbie culturali, anche di quelle ritenute alternative”.
Andrea Valentini – Black Milk Freak magazine 12/11/2011
Un tuffo nel passato aggiornato alla modernità, alla rivampa di suoni cosmici e psichedelici, rimembrando le stagioni d’oro di un tempo determinante, che per i torinesi No Strange significa pienissimi anni ’80. A vent’anni esatti dall’ultimo album completo e a tredici dall’ultima avvisaglia discografica (il mini ‘Medusa’) si riaffacciano coraggiosamente Salvatore D’Urso e Alberto Ezzu. Vecchie passioni e nuovi orizzonti, stessa lucida maestria supportata da una line-up praticamente rinnovata ed aggiornata attorno al duo-cuore pulsante, per un album profondamente radicato nell’era psych-prog anni ’60 (Pink Floyd Vs The Soft Machine giusto per assegnare una coordinata di convenienza) che di lì a breve avrebbe fatto i conti con la superba lucida follia del progressive rock visto con gli occhi della Germania musicalmente migliore di sempre. Cantato in italiano, ‘Cristalli Sognanti’ affascina brano dopo brano, riuscendo a toccare le emozioni più sincere nella seconda parte (da ‘Australopiteco’ in giù per intenderci) mantenendo comunque una propria integrità, una personale lettura tutta tricolore, un innegabile appeal color seppia, fuori dal tempo ma sorprendentemente – e al contempo – attuale e scevro da facili banalizzazioni. Gradito ritorno alla riscoperta di ciò che è stato molto prima di noi.
Emanuele Tamagnini – Nerds Attack! MusicaRoma Underground Webzine 25/11/2011
Li credevo estinti col paleolitico.
E invece mi ritrovo tra le mani il nuovo lavoro dei No Strange. Strano, anzichè No.
Chi può dire in che anno solare ci troviamo quando la coda della cometa No Strange ci passa vicino? Chi può dire cosa troveremo al di là dei vetri delle nostre finestre?
Un parco giurassico abitato da rettili titanici? Le abbaglianti mura bianche del Taj Mahal? Una cosmonave aliena? Il Balyogi Baba in equilibrio su una sola gamba? Un tappeto volante cavalcato da un gigantesco narghilè?
La musica dei No Strange viaggia sospesa sul tempo.
Mistica, psichedelica e solitaria. Oggi come tre decenni fa.
Gettando ponti col loro stesso passato e con la storia che li ha preceduti (il rock crauto, il progressive, il folk, la psichedelia, i Kaleidoscope, i Grail, Le Orme, Ravi Shankar, Battiato) Cristalli Sognanti si riannoda abilmente alla loro discografia, tra le visioni orientali di Il sudore dei pianeti/Respirare il mare e la furia prog di Echidna lasciandosi ammirare come un vero cristallo (sognante).
Voto 7
Franco Lys di Mauro – Rumore #239 12/11
Ricordo bene quando uscì l’album “No Strange” nel 1985, ricordo che mi fecero un buon effetto, poi seguirono “L’Universo” ed altri fino ad arrivae a “Medusa” del 1998… poi il silenzio…ed è proprio questa parola… il silenzio che mi porta a pensare ascoltando questo disco… il titolo è la migliore recensione dello stesso… Si ascolta in silenzio, si riflette, si sogna… Nella mente passano colori… suoni… immagini multi colorate… una peculiarità che per certi versi mi facevano provare i Pink Floyd di Ummagumma , intendiamoci niente di simile ma qualcosa che colpisce profondamente. In un mondo odierno dove il Fast e il susseguirsi delle informazioni vanno a tremila questo disco sembra che stoppi ognuno di noi e ci dica: “Ehi amico, datti una calmatina, fermati, osserva e soprattutto ascolta, ascolta e guarda ciò che ti circonda… è tutto li quello che cerchi…”. Oriente ed occidente insieme, nord e sud, bianco e nero… I brani… Respirare il Mare , Australopiteco , la title track e Il Colore Sognante ….Psichedelia …pura!
Stefano Ballini – Trippa Shake 11/2011
A tredici anni dalla loro ultima produzione, il mini-cd “Medusa” i No strange , storica band psichedelica torinese torna a farsi sentire. I due leader storici Salvatore “Ursus” D’Urso e Alberto Ezzu , hanno recuperato diversi componenti che nel corso dei quindici anni tra il 1983 ed il 1998 sono entrati ed usciti dal gruppo, vale a dire Tony D’Urso, Pino e Lucio Molinari, Paolo Avataneo, accolto in formazione la new entry Rosalba Guastella, e si sono rimessi in pista.
In “Cristalli sognanti” i No strange hanno recuperato brani del passato ed assemblato nuove composizioni miscelando folk-beat beat, psichedelia, progressive e influenze etniche, non limitandosi a sonorità o ad evocazioni nostalgiche, dato che il gruppo torinese con questo lavoro dimostra che nell’ambito psichedelico, e dintorni, c’è ancora molto da dire. Pensate alle dilatazioni de “Il sudore dei pianeti”, intarsiate da un’elettronica teutonica, o all’intrigante miscela tra noise, tribalismi e psichedlia di “Australopiteco” o ancora a “Riscopro i colori”, nella quale la chitarra penetrante e morbida nel finale si lascia andare al progressive su un testo assolutamente hippy. Colpisce poi l’epica della dilatata “Quando scendemmo dalle piante” ed il conturbante rock frizzante strutturato su un funky psichedelico di “Echidna”.
“Cristalli sognanti”è un disco ambivalente, perché da un lato odora di nostalgia, dall’altro dimostra che la psichedelia non è un mero genere del passato.
Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 05/12/2011
C’era tanta attesa per il nuovo album dei No Strange. Da tempo girava voce della sua uscita negli ambienti musicali torinesi e non solo torinesi e, nonostante l’attesa si sia protratta oltre le intenzioni degli stessi musicisti, finalmente a novembre “Cristalli sognanti” ha visto la luce nella doppia versione, su cd per l’etichetta pisana Area Pirata e su vinile, in edizione limitata a 500 copie e corredata
da un bel poster a colori, per la Psych-Out Records di Ostuni, entrambe con la splendida grafica curata, come sempre, dal cantante Salvatore d’Urso “Ursus”.
I No Strange sono stati uno dei gruppi più significativi della scena neo-psichedelica italiana degli anni ’80. Nati come No-Strani nel 1980 su iniziativa di Salvatore d’Urso e Alberto Ezzu, inizialmente dediti a suoni decisamente più duri, sono passati presto alla psichedelia,
cambiando il nome in No Strange e pubblicando alcuni album fondamentali nel genere, “No Strange” (1985), “L’Universo” (1987), “Flora di Romi” (1991), oltre al 45 giri “White Bird/Fiori Risplendenti” nel 1986, poi nel 1998 il mini-cd “Medusa”, e partecipando inoltre a numerose raccolte dedicate alla psichedelia e al neo-sixties. Oggi ritornano con “Cristalli sognanti” e il tempo non sembra essere passato poiché i No Strange ci proiettano, ora come allora, in atmosfere oniriche e sognanti fin dal brano di apertura dell’album, Aria.
Questo nuovo lavoro continua idealmente il percorso avviato allora dai No Strange, a cavallo tra psichedelia e progressive, con efficaci incursioni in sonorità orientaleggianti, ma il suono di “Cristalli sognanti” è decisamente più corposo, pulito e rifinito, a tutto tondo. Il secondo brano, Riscopro i colori, è tra le punte di diamante dell’album insieme al successivo Il sudore dei pianeti, un’iniezione di energia allo stato puro, con il ritmo incalzante del basso a farla da padrone. Il quarto, Respirare il mare, ci riporta a atmosfere più rarefatte ma con una ritmica decisa che ti trascina e ti scuote. Dal pezzo successivo i suoni continuano a rarefarsi e a dilatarsi fino alla title track, la cui accattivante melodia rimane in testa già dal primo ascolto, per poi esplodere letteralmente con l’aggressiva Echidna, altro gioiellino dell’album, e procedere con sonorità dilatate ma energiche per le successive tracce, passando per la bella Il colore sognava, e fino alla conclusione del disco sul fruscio del mare nell’ultima, Sulle onde.
L’album “Cristalli sognanti” è stato presentato ufficialmente in un concerto al Caffè Basaglia di Torino il 9 dicembre scorso, nel quale la band nell’attuale formazione ha eseguito anche brani del vecchio repertorio, arricchiti dalla presenza della voce femminile di Rosalba Guastella, nuovo acquisto del gruppo, altrimenti formato da Salvatore d’Urso (voce e percussioni), Alberto Ezzu (voce, tastiere, percussioni), Tony d’Urso (chitarra elettrica), Pino Molinari (voce, chitarra acustica), Lucio Molinari (batteria), Paolo Avataneo (basso). Salvatore d’Urso ha dichiarato che si è trattato del miglior concerto che abbiano mai fatto.
Avendone visti diversi in passato, ma ovviamente non tutti, non posso spingermi fino a tanto, ma è certo che al Caffè Basaglia i No Strange hanno confermato di essere davvero in un momento di ottima forma, nonostante il tempo trascorso dalla realizzazione degli ultimi lavori in studio, dando vita a una performance davvero intensa, con ampi spazi lasciati anche all’improvvisazione.
Pochi giorni dopo, il 17 dicembre, sempre a Torino, Alberto Ezzu, Salvatore d’Urso e Rosalba Guastella hanno eseguito un concerto acustico presso il negozio di dischi Rubber Soul. In un’atmosfera tanto inedita quanto suggestiva i tre musicisti hanno riproposto sinteticamente il percorso musicale dei No Strange, suonando diversi brani dai primi tre album e una selezione di brani dal nuovo “Cristalli sognanti”. Inoltre, insieme a Carl Lee, altro noto musicista torinese, hanno presentato per la prima volta in pubblico il brano Talpa dell’infinito, che sarà incluso nella raccolta “Back to the Eighties Colours” la cui uscita è prevista per la prima metà del 2012. Talpa dell’infinito è un rifacimento di Mole of Infinity che Carl Lee incise negli anni ’80 con il suo gruppo di jazz-progressive Eazycon, e che nella nuova versione avrà il testo tradotto in italiano dagli stessi Carl Lee e Salvatore d’Urso.
Bella ciliegina su una torta che per quanto riguarda i No Strange è decisamente ricca e saporita in quest’ultimo scorcio del 2011.
Rossana Morriello – Distorsioni Web Magazine di Rock 19/12/11/2011
Un’altra sigla proveniente dalla stagione neo-psichedelica italiana di
metà Ottanta torna in auge dopo un lungo letargo: è quella dei torinesi
No Strange di Salvatore ‘Ursus’ D’Urso e Alberto Ezzu. Il nuovo album
“Cristalli Sognanti” riflette quella che è la loro inclinazione verso un
suono onirico e ricercato, dai riferimenti cosmici/etnico-orientali e dallo
slancio panico.
I brani quindi pur avendo una forte impronta meditativa
emergono nelle loro policromie (Riscopro i colori ovviamente, ma anche
Il Sudore dei Pianeti dove tra nubi di distorsione e incalzi kraut si
schiudono ‘perfumed gardens’).
Lo stesso afflato misticheggiante può
avere una matrice misteriosa e oscura (Quando scendemmo dalle
Piante) ma perlopiù è tendente a tracciare un percorso lisergico morbido
e armonioso (e mediterraneo nella suggestiva Respirare il Mare). A ciò si
aggiunge che diverse tracce grazie alla loro struttura melodica e
strumentale contribuiscono a ridurre la distanza che intercorre tra i No
Strange e la tradizione progressive (italiano in particolare, non fosse per
la lingua usata). Musica splendidamente fuori dal tempo o musica
caparbiamente fuori tempo massimo? Discernere da ciò è comunque una
questione mentale.
Fabio Polvani – Blow Up #164 – 01/12
Rentrée en scène davvero notevole (da un punto di vista prettamente
qualitativo) per i NO STRANGE, storico ensemble, fra i battistrada della
cosiddetta “Renaissance”(o “Rinascenza “come direbbe il De Sanctis)
neo-psichedelica dei mid-80s.
In “Cristalli Sognanti”, quarto loro disco sulla lunga distanza (che segue
di oltre un decennio l’uscita del precedente “parto”, “Medusa”, un minicd),”Ursus”D’Urso e Alberto Ezzu mettono la loro infinita cultura
musicale al servizio del sound che hanno sempre amato.
Il risultato finale è una riuscita contaminazione barocca e iridescente di
psichedelia UK della fine degli anni ’60 (quella dei PRETTY THINGS del
periodo psych o delle compilation della BAM CARUSO, per intenderci), di
progressive Italiano (mi riferisco a quello del primissimo periodo, ancora “infuso” di afflati beat ,prima che si orientasse verso pulsioni più
“metaclassicheggianti”) e di Kosmische Musik tipica di bands come Ash
Ra Tempel o Can .
Personalmente le tracks che preferisco sono “Riscopro I Colori”, tipico
brano “alla NO STRANGE”, con intrecci vocali che mi hanno ricordato
l’EQUIPE 84 del periodo “prog-psych”; gli onirismi “ethno-rock”,
mantrici e appunto kosmische di “Respirare il Mare”, il puro “pop-prog”
early 1970s oriented di “Australopiteco” , le digressioni “pre-hard” (do
you remember i SAM GOPAL?)di “Echidna” e “(Quando)Il Colore
Sognava”.
Ma tutto il disco nel suo complesso è molto valido e riporta in luce un
sound “puro”, vivido e pieno,che letteralmente e ontologicamente direi
nulla a che fare con la plastificazione e inessenzialità di troppo “indie”
internazionale attuale.
Come diceva mia nonna quando tirava il collo a un povero pollastro la
domenica mattina prima di un fumante piatto di cappelletti col bevr’in
vìn in puro “rural style”: “croed’m pütìn,galìna vècia la fò buun
broeu!”(“credimi pivello, gallina vecchia produce ottimo brodo!)”.
Mai come in questo caso la vecchia massima fu più azzeccata.
Michele Ballerini – PopArtX Blog 12/11
La psichedelia non è qualcosa che come molti pensano, si riferisce ad un periodo nato e morto… questo genere musicale è un modo di pensare, di agire, di vivere chiudendo gli occhi e lasciando che il suono entri innanzitutto nella propria… psiche.
Stessa cosa dicasi per un’altra etichetta tornata in auge, il progressive rock, che non ne è l’evoluzione, piuttosto la conseguenza immediata, tutto questo per esprimere un concetto in realtà molto semplice, il rock psichedelico non è mai morto, ma è rimasto solo sospeso.
E’ stata la fine degli anni ’70 a ricreare quel necessario desiderio di fuga che riportasse sui binari alcune atmosfere, ripartendo da dove tutto era rimasto fermo, mentre nuovi profumi erano ispirazione, e negli ’80 fra tante nuove idee sono arrivati i No Strange.
All’inizio dediti alle sperimentazioni più libere, e col nome di “No Strani”, è nel 1982 che il gruppo torinese guidato dall’artista poliedrico Salvatore “Ursus” D’Urso (autore anche delle copertine) trova la dimensione giusta, inaugurando di fatto quella che viene definita la stagione della neo-psichedelia.
Con lunghe pause e discografia comunque ricca, il gruppo è appena uscito con un graditissimo nuovo album, Cristalli Sognanti, vero punto d’appiglio se si cerca un modo innovativo di fare musica. Chiamarla semplicemente psichedelia italiana non rende l’idea della completezza di queste traccie, dove un cantato in italiano rimane sospeso nell’aria in viaggi siderali fatti di perle vitree e antichi echi, tutto ha un senso, in un alternanza di giochi sonori che rimbalzano nei pensieri, dove spiccano Il sudore dei pianeti e la title track, finemente cesellate nel tipico marchio della band, che va scoperta e assimilata come un buon thé, che ha retrogusto di India e di viaggi lontanissimi.
Daniele Nuti – Il Blog di Sirio 60/70 11/2011
Nonostante fossero tornati in qualche modo in pista già da alcuni anni, non era affatto certo che i No Strange avrebbero davvero realizzato un nuovo album: fra i protagonisti della ricca stagione neo-psichedelica autoctona degli ’80, il gruppo torinese non incideva da quasi due decenni e in precedenza era sempre stato piuttosto sfuggente, riuscendo comunque a dare alle stampe, tra il 1985 e il 1991, tre 33 giri e varia, pregevole minutaglia.
Pur conservando l’artigianalità tipica del sound della band, Cristalli Sognanti è il disco più compiuto e raffinato dei No Strange, qui attivi con un organico comprendente un po’ tutti i musicisti che si sono via via avvicendati attorno al cantante/teorico Salvatore D’Urso: i suoi undici episodi, nessuno dei quali, esagaratamente lungo, si muovono con ispirazione e gusto sul confine fra rock lisergico per lo più dilatato, tardo beat e aperture quasi prog, prediligendo atmosfere esoticheggianti e corredando qua e là la ricetta di testi in italiano in odore di epopea hippie.
Suggestioni in linea con il titolo e le soluzioni che rimandano a un periodo preciso – 1968/1969, grossomodo – ma che paiono (brillantemente) fuori dal tempo.
Retromania per retromania, vale senz’altro la pena di concedersi un viaggio (appunto…) in questo piccolo mondo antico.
Federico Guglielmi – Mucchio Selvaggio #689 12/11
Cristalli Sognanti è il gradito ritorno dei No
Strange di “Ursus” d’Urso e Alberto Ezzu,
questa volta con la presenza anche di Tony
D’Urso già chitarrista dei mitici Templari. La
band porta avanti un discorso che non era
mai stato interrorto e che dopo le sue produzioni degli anni ottanta, come lo splendido
Universo, aveva avuto un altro ottimo episodio nella compilation Oracolo con la composizione Bow Shankar Suite. Quindi se siete tra
i fortunati che già conoscono i No Strange
dalla fantastica stagione del risveglio neo-psichcdelico e neo-garage italiano capirete subi
to di chc sriamo parlando. Sonorità rarefatte e
visionarie, disegnate magistralmente dalle
chirarre con l’aggiunta dei colori dell’hammond, del sirar, del tanpura e delle tabla, oltre
ad un misurato ed efficace uso di effetti. A
chiudere il cerchio perfetto ci sono poi i testi
poetici che scaturiscono da un immaginario
intimo e sognante e i disegni di Ursus, nati
dalla sua migliore vena artisco-psichedelica.
Cristalli Sognanti è avvolgente e basta lasciarsi trasportare da brani come Respirare Il Mare o Quando Scendemmo Dalle Piante per venire risucchiati completamente
nelle molteplici sonorità sconfinanti nello
space-psych. Unica piacevole deviazione di
percorso è rappresentata da Echidna, brano
dai contorni decisamente più rock psichedelici. Un album quello dei No Strange che è il
frutto di un ottimo amalgama fra diverse
anime artistiche e segna indubbiamente il
grande ritorno della band sulla scena underground italiana.
Pietro Dozio – Jamboree #76 01-03/2012
I No Strange sono indubbiamente il gruppo italiano che ha meglio incarnato il significato della parola psichedelia nei suoi aspetti musicali e filosofici: nel corso della loro carriera si sono caratterizzati per un approccio profondo e non banale alla musica che li ha fatti diventare una sorta di culto.
I membri principali del gruppo sono Salvatore D’Urso “Ursus” e Alberto Ezzu: il primo ha studiato grafica ed è l’autore delle colorate e psichedeliche copertine dei dischi dei No Strange molto sixties-oriented. Ursus è anche un cultore dei suoni ’60 e ’70 e un grande esperto di beat italiano. Ezzu ha invece studiato musica elettronica ed è, in un certo senso, l’anima musicale del gruppo: il suo particolare approccio, come da lui stesso ammesso, è simile a quello di Brian Eno. Il risultato finale del loro sound e’, in ogni caso, originale e riconoscibile ed è figlio dei Corrieri Cosmici, dei Pink Floyd di “A Saucerful Of Secrets” e della psichedelia italiana.
Forse il loro disco migliore, anche se un po’ naif e non privo di difetti, è ancora il primo “No Strange” (1985) che conteneva l’incredibile suite dilatata “Trasparenze e suoni” che, all’epoca, siamo negli anni ’80, doveva suonare molto strana e fuori di testa. Purtroppo nessuno si è ancora deciso, per problemi incomprensibili, a ristampare su cd questa perla. Dopo un lungo periodo di inattività i No Strange sono tornati nel 2011 con il disco “Cristalli Sognanti“, titolo ispirato da un romanzo capolavoro del grande scrittore di fantascienza Theodore Sturgeon e si presenta con una bella copertina opera di Ursus. Si tratta di un disco importante nella loro storia musicale in quanto testimonia come i No Strange siano sempre stati un’entità vera al di là di qualsiasi moda. Rispetto al passato si nota una maggiore maturità e l’uso di una tecnologia migliore anche se il loro stile non è per nulla cambiato: in tracce fantasmagoriche come “Riscopro i colori”, “Il sudore dei pianeti” e “Cristalli sognanti” possiamo così ascoltare il loro tipico sound liquido e misticheggiante. La musica è stata in gran parte composta da Ursus e Alberto Ezzu anche ci sono delle tracce opera di vecchi membri “nostrangici” come Pino Molinari e Tony D’Urso oltre a Rosalba Guastella alle voci. Il disco è uscito sia in vinile per la Psych-Out Records di Cosimino Pecere – etichetta specializzata in psichedelia – sia per Area Pirata di Tiziano Rimonti in cd.
Vote: 4/5
Cesare Buttabuoni – Debaser.it 05/04/2017