One Horse Band è una singolare One Man Band proveniente da Milano, nata nell’inverno del 2015 a seguito di una notte di passione fra una donna di strada e un cavallo ubriaco.
Dopo il primo disco “Let’s Gallop!”, uscito nell’Aprile del 2017, si imbarca in un tour di più di 60 date tra Italia, Svizzera, Germania e Francia che lo porta ad esibirsi con Jack Broadbent e il leggendario Bob Log III, oltre a partecipare a festival internazionali sul palco del Secret Place a Montpellier o del Trashylvania a Praga.
E’ principalmente dal vivo che la One Horse Band si costruisce in poco tempo una solida reputazione, perfezionando costantemente il suo show che diventa sempre più maleducato, rumoroso e coinvolgente.
Al termine del tour la One Horse Band scrive e conclude il suo secondo album “Keep on Dancing”, un urlo distorto che scrive un nuovo capitolo.
Interamente prodotto dal leggendario Jim Diamond (The White Stripes, The Sonics, The Fleshtones, etc.), l’album è registrato, mixato e masterizzato nell’estate del 2018 presso l’Outside Inside studio di Matt Bordin a Montebelluna (Tv).
“Keep on Dancing” è un disco in bianco e nero, spudoratamente sporco e lo-fi, con un sound che finalmente potrà dare noia ai puristi di qualsiasi genere.
Ecco quel che succede quando si prendono più calci in culo di quanti se ne possono sopportare: ci si incazza e poi magari si sfoga tutto il risentimento accumulato stuprando una sei corde elettrica. Ma questo proselita milanese del rumore blues&rock ispirato al verbo di Bob Log III, sa benissimo come cavare il meglio dalla sua chitarra distorta e sgangherata. E poi al suo fianco c’è quel Jim Diamond che ha messo il suo “sudicio” zampino nei dischi di White Stripes, Sonics e Dirtbombs. CORTO CIRCUITO!
Elio Bussolino – Rockerilla #465 – 05_2019
Si presenta sui palchi da solo e indossando una ma-schera di cavallo. Attacca le spine agli amplificatori e comincia a sparare marcio rock’n’roll sul pubblico con un energia pazzesca, suonando una strana chitarra con una forchetta. Ecco, questo è il punto di partenza per definire One Horse Band una one man band milanese che non ha freni inibitori e nessun aiuto esterno: batteria chitarra voce e quanto serve sono tutti suonati dal misterioso uomo cavallo. Il fatto è che la musica che esce dalle casse ascoltando questo disco è una vera bomba esplosiva probabilmente anche merito di una produzione affidata al leggendario Jim Diamond (The White Stripes, The Sonics, The Dirtbombs, solo per citarne alcuni) che compie un lavoro straordinario. One Horse Band ci mette però del suo, anzi ci mette proprio dentro tutto se stesso, basterebbe ascoltare lo strepitoso e vizioso ritornello uhuhuh di Johnny’s che parte a raffica sexy e velocissima. In queste 10 tracce ci potete tranquillamente trovare il rock’n’roll sporco di I Won’t Pay, lo sporchissimo garage punk di All I Need Is You, fino ad arrivare anche a puntate quasi rockabilly sullo stile di Reverend Horton Heat con Keep On Dancing. Punto base di tutto è comunque il blues che poi viene travolto, trascinato e centrifugato in mille modi diversi, pur rimanendone parte fondamentale in alcuni brani (It Feels So Good, Not Human Anymore) e OHB non si ferma mai per tutta la durata del disco sciorinando riff e voce al vetriolo fino all’ultimo brano, l’m Coming Home, che è una ballata elettrica dai sapori country. Un disco divertente.
Daniele Ghiro – Buscadero 05/2019 #422
Velocità supersonica sputata al suolo imbracciando chitarre di fuoco pronte ad andare oltre le semplici aspettative e intascando un’esigenza simultanea di creare potenza fuori controllo, potenza che spettina e non lascia nulla indietro. Il solitario one man show in questa prova sudata Keep on dancing si assicura un posto d’onore tra le produzioni di genere. Un disco graffiante che scalda la pista e affila i coltelli dell’intelletto. Un album che corre alla velocità della luce tra incursioni dobro e avvicendamenti di sporco blues capaci di muoversi da All I need is you fino a I’m coming home passando per le necessarie Johnny’s, la stessa title track, Wide Hips. One horse band crea un disco che non cerca le mezze misure. Un album che ti fa alzare di qualche centimetro da terra con la forza rivoluzionaria di un continente alla deriva, con la forza di una terra da esplorare e sempre pronta ad entrare in gioco quando l’elettricità chiama, quando l’elettricità si fa sentire.
IndiePerCui 23/04/2019
Dalle scuderie degli Outside Inside Studios di Montebelluna: blues punk ruvido, distorto, martellante, hardizzato. Riff ‘high-octane’ sembrano provenire direttamente dalla Motor City ma in mezzo ci sono anche inflessioni rockabilly e soprattutto southern. Il sound in pratica ricorda quello di two-man band come Immortal Lee County Killers e Left Lane Cruiser. Il tizio dietro a “Keep On Dancing” però fa tutto da solo: più che una one-man band, una one-horse band, per l’appunto, visto che in scena indossa una testa di cavallo mentre armeggia chitarra e boom box. Se Bob Log III ha avuto una qualche responsabilità nell’indicargli la strada, l’uomo-cavallo mette poi i muscoli e s’industria con la polvere da sparo, ma solo per produrre pirotecnia da juke joint. Jim Diamond in veste di producer dispensa credenziali the l’ascolto di canzoni come Johnny’s, It Feels So Good, I Wanna Spend My Money dovrebbero dispensare da sole.
Voto: 7
Fabio Polvani – Blow Up #254-255 07-08/2019
Il ballo travolgente di One Horse Band
Who said that horses can’t play?
One Horse Band è una one man band milanese nata nel 2015 dopo una notte di passione tra una donna e un cavallo ubriaco che galoppa letteralmente sul rock’n’roll, sul garage rock e sui palchi in cui, in questi anni, ha dimostrato di coinvolgere maledettamente tutti. 1110 maggio 2019 è uscito il nuovo lavoro in studio dal titolo Keep On Dancing, per l’etichetta Area Pirata Records e distribuito da Goodfellas.
Who said that horses can’t play? Appunto, chi ha detto che i cavalli non possono suonar, Nessuno e sicuramente non io, anche perché quando il disco di One Horse Band inizia, è difficile pensare qualsiasi cosa. Mi spiego meglio: si viene letteralmente trascinati in un punk poco morbido che ti urla un po’ in testa, cosa che in questa sede si apprezza molto.
Registrato in presa diretta, Keep On Dancing si accende su All l Need, un pezzo violento, selvaggio, sincero, per poi continuare su quest’onda rock potente e maleducata con pezzi di grande energia come Johnny’s e Keep On Dancing, brano che da il nome al disco, nel quale la band si impegna intensamente a tenere alta l’attenzione e il batticuore, con un sezione ritmica martellante e molto persuasiva! Le battute finali sono affidate al suono arrabbiato di Not Human Anymore e a quella che sembra, solo apparentemente, una chiusa più delicata, meno sonora e più ‘semplice’. Toglietevelo dalla testa, I’m Coming Home si apre all’improvviso e lascia, nuovamente, all’ascoltatore poco da fare, se non farsi rapire dalla voce roca e sinuosa, da quel pezzo di blues macchiato di rock sul quale questo album si va a riposare.
Keep On Dancing va assaporato, sicuramente, dal vivo, in macchina mentre si corre verso qualcosa di assurdo (come quella notte d’amore tra una donna e un cavallo ubriaco!!) o nel preciso istante in cui si sta commettendo un errore. Non concede attese, né temperature banali, c’è solo fuoco e una libertà a tutto rock’n’roll!
Maria Grazia Rozera – RadioAktiv 10/05/2019
Interamente curato e prodotto dal leggendario Jim Diamond (The White Stripes, The Sonics, The Dirtbombs, etc.), la one man band milanese arriva al secondo album sempre sulle consuete coordinate sonore. Punk blues estremo e incazzoso, country aspro e ruvido, in una miscela che Jon Spencer (e i Gun Club) hanno ben insegnato a fare.
Antonio Bacciocchi – RadioCOOP 17/04/2019
Nel corso di un’intervista, alla domanda: cosa fa più presa sul pubblico, il tuo blues o il fatto che a proporlo sia un cavallo? ha risposto: “Forse più il cavallo, perché può essere un impatto nuovo e diverso. È interessante però pensarci: sì il cavallo direi che è più semplice, perché può essere una sorta di “arma”. Una nuova specie animale che suona, piuttosto che un genere musicale di nicchia.” Bizzarro per certi versi (One Horse Band suona la sua musica con chitarra, dobro, cigar box, banjo e batteria e durante le sue esibizioni indossa una maschera da cavallo) il progetto musicale di One Horse Band alla fine riesce a convincere (e forse, veramente, ad attrarre spettatori anche per via della maschera equina) almeno quelli che amano il tipo di musica che il nostro suona con vigore e voglia di coinvolgere. Dopo “Let’s Gallop!”, album uscito nel 2017 che ha avuto un buon impatto quantomeno su siti di informazione rock che in qualche caso hanno accostato la musica del nostro a Black Keys, Jon Spencer e MC5, di recentissima uscita per Loser Records ecco “Keep on dancing”, nuova proposta discografica di OHB comprendente dieci canzoni originali per circa trentacinque minuti di ascolto musicale. “All I need is you”, “Dirty leaves on the ground”, “Johnny’s”, “Keep on dancing” sono solo alcuni dei titoli contenuti in questo nuovo CD. Si tratta quasi sempre di pezzi travolgenti, primordiali, lisergici, suonati con pochi mezzi ma certamente con tutta l’energia che il genere richiede. Rock blues, psichedelia, garage e suggestioni vagamente metal: OHB, impegnato alla chitarra elettrica e alla batteria (strumenti che dal vivo suona in contemporanea) non risparmia certo il fiato, la voce e il sudore che sembra riuscire a filtrare anche dai solchi. Viene spontaneo cercare di immaginare la dimensione live di un artista così singolare.
Giovanni Graziano Manca – TuttoRock.net 05/2019
Anno Domini 2015. La leggenda orale tramandata dall’etichetta Area Pirata narra che durante una notte di pieno inverno nell’antica citta, chiamata già dai Celti, Medhelan in seguito ad una notte di passione fra una donna di strada e un cavallo ubriaco ebbe vita One Horse Band, un singolare e stralunato One Man Band meneghino.
Aprile 2017. Viene pubblicato il primo disco Let’s Gallop! e One Horse Man carico di questo “fardello” si imbarca in un lungo tour che lo porta in giro per la patria, Svizzera, Germania e Francia al fianco di Jack Broadbent e Bob Log III.
Estate 2018. Presso l’Outside Inside Studio di Montebelluna (Tv) vede la luce il nuovo capitolo della saga, Keep on Dancing. L’album è prodotto da Jim Diamond (The White Stripes, The Sonic e The Fleshtones giusto per fare qualche nome pescato qua e là).
Veniamo ora ai giorni nostri. Il 16 maggio 2019 esce per la label Area Pirata con distribuzione Audioglobe/Sonic Rendez Vous/Soundflat il terzo lavoro discografico: Keep on Dancing.
Un album che, come nella più pura tradizione lo-fi, è suonato rigorosamente in presa diretta, le cui canzoni si alternano tra batoste garage/punk, classici rock’n’roll e primitivi pezzi blues con testi ispirati alle storie di vita di un mondo dominato da autentici looser.
Se siete alla ricerca di qualcosa fuori dal consueto fatevi intossicare dalla nube di Keep on Dancing. Alla via così.
Fabio Piccolino – Rock.It magazine 11/09/2019Ci ho messo un po’ a capire che One Horse Band non era il nome di un gruppo che aveva scelto di rendere omaggio ad un non meglio precisato cavallo, ma la trasposizione equina del termine “one man band”. Nelle uscite pubbliche e nelle performance live infatti, l’artista milanese indossa una testa di cavallo, come suggerisce l’immagine di copertina, suonando contemporaneamente chitarra, dobro, cigar box, banjo e batteria.
“Keep On Dancing“, secondo album dopo l’esordio di due anni fa con “Let’s Gallop!” (titolo più che mai evocativo) prosegue nel solco di un blues sporco e di un rock ‘n roll sanguigno, di una sfrenata energia e un’attitudine lo-fi.
Dieci brani diretti e sfacciati che seguono un peculiare approccio alla musica che ne definisce l’identità sin dal primo ascolto: ad un sound poco rifinito nei dettagli, One Horse Band risponde con l’efficacia dell’istintività, all’assenza di una proposta davvero originale, ribatte con la personalità di un’attitudine decisamente punk.
Attraverso uno stile ben definito,”Keep on Dancing” persegue un obiettivo chiaro sin dal titolo: non smettere mai di muoversi, trasformando la propria carica interiore in forza trascinante e musica divertente.
Maurizio Galli- musicalmind 28/08/2019
Il Blog dell’Alligatore 20/05/2019
Come è nato Keep On Dancing?
E’ nato dall’esigenza di alzare il volume al massimo e infastidire più gente possibile…per ora sembra funzionare.
Perché questo titolo? Che vuol dire?
Sono entrato in studio promettendomi di trovare un titolo entro la fine delle registrazioni, cosa che puntualmente non è avvenuta. Così mi è sembrato sensato il fatto di invitare l’ascoltatore a continuare a dimenarsi dall’inizio alla fine, dato che sicuramente non è un album di lenti.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il grosso lavoro iniziale è stato sul suono, avevo l’obiettivo di trovare un suono e un’intenzione che fosse personale, unica e riconoscibile. In contemporanea ho scritto più di 30 brani, cercando di trovare un filo comune e sfruttare al massimo le mie due mani e i miei due piedi. Ho avuto poi la fortuna di conoscere Jim Diamond e fargli ascoltare le demo dei miei nuovi brani, trovando la sua disponibilità a collaborare alla realizzazione del disco. E’ inutile dire che il suo ruolo è stato fondamentale nella definizione del sound e che i cinque giorni trascorsi in studio con lui mi hanno regalato tanto.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Keep On Dancing?
Sicuramente una delle tante cene con Jim dispersi nella campagna veneta, quando tra un ragù di selvaggina e qualche bottiglia di prosecco si parlava di aneddoti su The Sonics o The Dirtbombs…
Se il tuo album fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori?
Sulla vita di qualche rispettabile Serial Killer, uno dei tanti mestieri purtroppo distrutti dalla tecnologia moderna.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Il mio pezzo preferito è da sempre l’ultima traccia del disco. Ho il vizio di mettere il mio brano preferito in fondo, mi piace tantissimo l’idea che la gente non abbia la pazienza di arrivare in fondo e quindi si perda il meglio. Per il resto posso dire di essere fiero di tutto il disco, anche se essendo suonato fortissimo portarlo dal vivo è sempre fisicamente molto impegnativo…ma forse è questo il bello.
Come è stato produrre con Area Pirata Records? … come vi siete incontrati e come avete lavorato insieme?
È stato molto semplice: ho proposto il disco, è piaciuto e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Zero menate e tanto rock’n’roll. Devo dire che per questo album è stato molto importante creare una squadra che lavorasse sulla stessa linea d’onda, e di questo non mi posso assolutamente lamentare.
Copertina molto interessante, surreale, con quel bianco e nero con cavallo chitarrista. Come è nata? Chi l’autore?
L’autore è il buon Luca Calcaterra, fotografo e artista d’altri tempi. Dal giorno zero sapevo di volere una copertina e un album in bianco e nero, quindi abbiamo tirato un telo come sfondo, abbiamo messo su qualche disco e mi sono messo nella mia posa peggiore.
Come presenti dal vivo il disco?
Con tanto volume, tanto sudore e tanto cuore. È un disco rock’n’roll, se mancano questi tre elementi fondamentali tanto vale stare a casa o nella saletta a provare ogni martedì sera.
Altro da dichiarare?
Mi dichiaro prigioniero politico.
Gerry Ranson – Vive Le Rock! (zine/web) – 20/05/2019
Mysterious equine garage-rocker ONE HORSE BAND has just released a new album.
Straight from the stable floor, Keep On Dancing fuses intense, dirty, lo-fi punk-blues with hip-shaking rock’n’roll and infectious beat-group melodies. One Horse Band’s second album if follows on from 2017’s opening salvo Let’s Gallop!
Based in Milan, Italy, One Horse Band followed his debut album with a canter round the clubs and festivals of mainland Europe before spending the summer of last year at Outside Inside Studio in Montebelluna near Venice, with legendary Detroit knob-twiddler Jim Diamond (White Stripes, Sonics, Dirtbombs etc) in the producer’s chair.
Released through fast-growing rock’n’roll label Area Pirata, Keep On Dancing is accompanied by a video for the track ‘Dirty Leaves On The Ground’