Cd digipack
Luglio 2012
Tiratura Cd: 500 copie
Lp
Dicembre 2012
Tiratura Lp: 300 copie
–COPRODUZIONE–
€10.00
Esaurito
(The long-awaited 12 tracks full length album for this great Italian garage band! “UWAGA! is a perfect mix of r’n’b, garage, punk, blues nuances and melodies, a time bomb ready to explode” (cit.)I Kaams si formano a Bergamo a fine 2009 per volontà del cantante/chitarrista Andrea Carminati e del batterista Marcello Giannelli.
Partita come duo la band incide il primo Ep già all’inizio del 2010, “She’s a Killer” esce infatti per Bedo Records/Dirty Water Digit Records.
Marco Facheris viene inserito al basso e l’attività live inizia a farsi copiosa. Marcello lascia la band dopo pochi mesi, e al suo posto subentra, se pur per pochi live, Marcello Crotti, Marco passa alla batteria.
A fine dicembre 2010 esce il 7” split “Chose your Coffin – The Kaams vs The Monolithics” su Boss Hoss Records e distribuito da Area Pirata, Alberto Mafessoni entra a far parte della band al basso e ad inizio 2011avviene il definitivo assestamento: Tiziano Carozzi (ex Monolithics) sostituisce Marco alle pelli, quest’ultimo gli fa spazio e va ad imbracciare la chitarra.
Il 2012 è un anno ricco di impegni: un tour in Germania, decine di date in lungo e in largo la penisola e soprattutto l’uscita prevista per giugno del primo attesissimo album, “UWAGA!”, ancora una volta per Area Pirata/Boss Hoss Records, “12 tracce che miscelano alla perfezione r’n’b, garage, punk, sfumature blues e melodia, una vera e propria bomba ad orologeria pronta a scoppiare” (cit.)
Registrato da Nene Baratto all’Outside Inside Studio di Montebelluna (Tv) nel Dicembre 2011 e masterizzato dal mitico Carl Saff a Chicago.
TRACKLIST:
1 Carol
2 Stop Talkin’
3 It’s Up to You
4 What I Want
5 Come Back Home
6 I Want More
7 The Rhythm Is You
8 Just a Little Bit
9 No Escape
10 What’s the Matter
11 Stoned
12 One More Chance
DISCOGRAFIA:
“She’s A Killer”- 7″ Ep – March 2010 (Bedo Records/Dirty Water Digit Records)
“Choose Your Coffin :The Kaams vs The Monolithics” – 7″ split – March 2010 (Boss Hoss/Distribution Area Pirata)
I Kaams spaccano e lo sapevamo già . Ora dopo la solita trafila di demo-cd, split 7″ e singolo, arrivano al traguardo del debutto sulla lunga distanza, targato nientemeno che Boss Hoss e Area Pirata. I più scafati avranno già capito, insomma, dove si va a parare: questo è un bel cd di garage punk italiano, contemporaneo ma filologico e prodotto da leccarsi i baffi. Il tutto è registrato all’Outside Inside di Montebelluna (dove passa il top della scena garage, rock’n’roll, lo-fi etc etc nazionale) e masterizzato in quel di Chicago da Carl Saff, uno che un paio di cosette le sa fare in questo campo…
Undici brani originali più una cover di Rosco Gordon (proposta con gli stessi intenti di rilettura che ne diedero i Them), pieni di Sixties garage, garage revival, accenni blues, r’n’b, frat e stomp. Diciamolo ancora: i Kaams spaccano. Mi spiace solo che dentro ci suoi il batterista della mia band… perché con un gruppo come questo, è facile capire cosa sceglierà di fare, quando e se mai verrà il momento. E avrà anche ragionissima.
Reality check: done.
VinylHunter – Black Milk Freak magazine 06/07/2012
Nati soltanto tre anni fa e già con diversi cambi di line-up, i Kaams , con questo cd
esordiscono sulla lunga distanza, dopo aver pubblicato nel 2010 un paio di Ep. il quartetto
veneto si esprime con un esplosivo garage rock scoppiettante ed eccitante. La matrice di tutti
i dodici brani in scaletta è un rhythm’n’blues da cui partono virate verso tutti i
generi e sottogeneri limitrofi.
I Kaams partono sparati con il garage-punk di matrice svedese di “Carol”, proseguono
con il blues swingato di “Stop talkin'” e
proseguono con il beat-garage melodico di “It’s up to you”.
In questi primi sei minuti sono condensate le intenzioni del gruppo che graffia con il rockabilly bluesato di “Come back home”, si fa inseguire nel r’n’b velocizzato di “One mode chance” e fa smuovere il culo anche alle mummie con il soul serrato, con tanto di sax, di “The rhythm is you”. In meno di mezz’ora i Kaams emanano tantissime good vibrations. Grazie ragazzi.
Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 07/12
La diagnosi è molto semplice: i bergamaschi Kaams suonano garage punk di chiara estrazione sixties e non interessa loro nient’altro che perseguire questa strada. A volte sembrano mossi dallo spirito festoso e selvaggio dei Sonics ( Carol ), altre mostrano un approccio bluesy (con armonica) più vicino al beat britannico (fino a una vigorosa ripresa in area Them di Just A Little Bit . I loro brani in generale sono ben ritmati e coinvolgenti e in un paio di casi giocano la carta del sax. Quel che succede su “Uwaga!” è roba da party band d’altri tempi con i Kaams sulla scena a fare da mediatori musicali nell’atto di trasformare le vibrazioni del revival in una esigenza moderna.
Fabio Polvani – Blow Up #172 – 09/2012
Ancora un ciclone di garage RNR, la formazione nasce in quel di Bergamo nel 2009 e all’inizio
del 2010 esce con il primo ep “She’s a Killer” è un boom vero e propro, band
con quattro palle evvia! Dopo qualche assestamento di line-up la band riparte e a fine 2010
esce lo split con i Monolithics per Boss Hog e distribuito da Area Pirata… ancora un cambio
dietro i tamburi e nel 2012 partono a fiamma, tour in Germania e date in giro per la penisola,
inoltre l’uscita di Uwaga!, sempre per Boss Hog e Area Pirata. Registrato all’Outside Studio di
Montebelluna (TV), masterizzazione a cura di Carl Saff a Chicago. Il disco appare ben
strutturato con un suono ben potente, lasciando piuttosto sconcertati chi li ascolta per la
prima volta, a me piace tanto Come Back Home, sembra un pezzo degli Sting Rays… bellissimo!
C’è anche la cover di Rosco Gordon e cioè Escape…le tracce sono dodici e non
fanno sonnecchiare affatto… secondo me il trucco di questa band è che fanno Garage
ecc… ma c’è qualcosa che li differenzia e quando ricordo gli Sting Rays non lo dico a
caso. L’uso del sax in What i Want, The Rhythm is You e la cover di Gordon lo dimostrano… per
me un gruppo che non fa tenere ferme le gambe…. Provateli….
Stefano Ballini – Trippa Shake 07/2012
07/12
Quartetto bergamasco al debutto dopo neanche tre anni di vita vissuta
già abbastanza intensamente, tra cambi di line-up, singoli, split e l’amore viscerale
verso il garage rock della tradizione e tutte le possibili parentele e sfumature correlate.
Registrato a Montebelluna e masterizzato dal solito Saff a Chicago, l’urlo di battaglia
‘Uwaga!’ corrisponde a poco meno di ventinove minuti di roca atmosfera rock’n’roll, genuina,
sana, senza orpelli, sincera e con una seconda parte da circoletto rosso. Tutto già
battuto, sentito e storicizzato ma quando c’è questo ardore, questa proprietà di
linguaggio, ben vengano band come questa dei quattro The Kaams.
Emanuele Tamagnini – Nerds Attack! MusicaRoma Underground Webzine
Gustosissima nugget questo Uwaga! dei bergamaschi The Kaams, offertaci dalla Boss Hoss
Records e distribuita dalla benemerita Area Pirata.
Dopo un ep e un sette pollici con i Monolithics nel 2010, oltre ad un’intensa attività
live su suolo italico e teutonico, la line-up dei Kaams si assesta in un quartetto
formato da Andrea Carminati (voce, chitarra), Marco Facheris (chitarra), Alberto Mafessoni
(basso) e Tiziano Carozzi (batteria). Con questo dischetto calano una sgargiante scala
multicolore sixties-oriented registrata alla mecca r n’r di Montebelluna, l’Outside
Inside, con tanto di mastering di Carl Saff from Chicago (tra i suoi tanti beneficiari
anche Guided By Voices, Unsane e Braid, mica cazzi). Stiamo parlando di una fulminante
stilettata garage r n’r che fin dal primo accordo, anzi di più, diciamo già dal
packaging, t’inchioda a un muro tappezzato di poster sgualciti e gloriosi di ceffi come Pretty
Things, Sonics e Stones col caschetto, ma anche di quelli un po’ meno ingialliti di Hives e
Strokes, in una miscela esplosiva di classicità e freschezza d’impatto. Pensate a
tutte le declinazioni del garage che potrebbero solleticare i vostri fini palati, le troverete
qui: garage punk? “Carol”; un tocco di swing? “The Rhythm Is You”; un
ficcante giro d’armonica? “It’s Up to You”; un po’ di stomp blues per
(immaginare di) ballare avvinghiati a quella sculettante moretta cotonata davanti al palco?
“I Want More”. Credetemi, vi basterà prestar loro trenta secondi della
vostra preziosissima attenzione: non la rivorrete più indietro e li supplicherete di
prendersela tutta mentre dimenate maldestramente le anche.
Inutile aggiungere che dal vivo spaccano il culo e che se ci fosse giustizia in questo mondo
infame avrebbero diritto a vivere di ciò che suonano, e pure alla grande. Per il momento
i Kaams sono solo l’ennesima prova che il Veneto custodisce una qualche pozione magica che
rende invincibili tutte le sue band garage punk.
E non è cosa da poco.
Roberto Di Gregorio – The New Noise 24/07/12
Verrebbe da gridare che il rock’n’roll è vivo e vegeto ma ho una paura fottuta di quella frangia di retrogradi che dietro al verbo di Simon Reynolds si celano sbavando sui loro dischi degli Who. Ho smesso però di avere paura dei luoghi comuni, quindi spazzerò via le convinzioni passatiste della gente che non si gode il presente e affermerò che “Uwaga!” è un disco con i contro coglioni.
Lo è ora, in questo triste 2012 offuscato dalla tendenza a sminuire l’influenza del passato che diventa inevitabilmente presente. Ai The Kaams fare rock’n’roll viene esattamente in questo modo; garage sporcato dai fiati che suona dannatamente eccitante, sessualmente libero e senza pretese alcune. Nessun cristiano romperebbe i coglioni al suo parroco perché non attualizza la parola di Cristo, la parola di Cristo vaga da secoli attualizzandosi da sola dicendo la stessa identica cosa, così neppure noi, devoti a queste sonorità che da Elvis in poi hanno sempre reso la vita meno monotona, non vogliamo immaginare che QUESTA musica diventi qualcosa d’altro.
Per tutto questo esistono i pseudo/intellettuali, i pseudo/alternativi, i pseudo/psicologi che del rock non hanno compreso che la sua libertà è solo un momento (magari di tre minuti, magari sotto effetto alcolico, magari con la lingua infilata in una grande bocca) da vivere senza delimitarne gli spazi. Il resto è solo vita che scorre, con affitti e bollette che scadono (queste sono le uniche cose che dovrebbero cambiare), donne che ci bruciano il culo o ci incendiano il cuore e amici che vivranno con noi questi minuti con la stessa intensità con la quale i The Kaams (italiani, per la precisione, atri problemi? Non eravate voi che la menavate con quella storia che a noi tocca sempre la merda? Sveglia cazzo, la provincia ha gli occhi alzati e magari anche da noi divamperà un focolaio come quello che ha lanciato e bruciato il funk nero) attualizzano le loro influenze. Che vanno dai Kinks barricadieri agli Stones invischiati in blues primordiali fino ad assomigliare a se stessi quando si lanciano in un saliscendi di soul Brown-Style che dagli Small Faces ai Pretty Things imbizzarriti capitolano alla corte dei nostri Mojomatics. Qualora questo connubio di garage beat fosse per voi ancora motivo di diatriba, vi lascerò a fondere il cervello sulle vostre retro/mani(ach)e frustrazioni. Io me la spasserò di certo, convinto che se arriverò alla maggiore età, questo sarà anche una parte del mio passato.
“I Want More”, per stare alle loro parole. Nessuna citazione. Nessuna via di fuga. Nessuna scusa. Solo costretti ad ascoltare e a battere quel cazzo di piedino.
Nicola Guerra – Kalporz Webzine 10/09/2012
Basta dare un’occhiata alla copertina di Uwaga! per capire il genere suonato da questa band proveniente da Bergamo: i ragazzi fotografati sullo sfondo scurissimo, i due squarci di bianco sopra e sotto sono un chiaro riferimento all’artwork di Boom dei Sonics.
Garage sixties, quindi: di pregevole fattura, ci teniamo ad aggiungere. I Kaams – qui al loro esordio dopo uno split 7″ condiviso con The Monolitiks – in alcuni momenti si intrippano un po’ troppo con la filologia, riproponendo ostinatamente quella miscela di r’n’b anfetaminico, rock’n’roll e funk/soul bianchissimo come il latte che fece la fortuna – e la storia – di Gerry Roslie e soci; ma c’è un’energia tale in questa dozzina di canzoni che fa passare in secondo piano questo aspetto, peraltro già da sé piuttosto trascurabile se parliamo di garage rock. Inoltre sarebbe un errore madornale bollare i Kaams come semplici cloni di Sonics e Trashmen, poiché svariati elementi ed influenze concorrono ad arricchire il loro sound, primo fra tutte il beat (No Escape ,Stoned ,Stop Talkin’) di gente come Pretty Things e Small Faces, l’irruenza del punk (Carol), il rock’n’roll alla Reigning Sound (la splendida It’s Up To You).
Insomma, insieme all’ultimo Peawees, Uwaga! (registrato agli ormai mitici Outside Inside Studio di Montebelluna) rappresenta uno dei migliori lavori di rock’n’roll selvaggio usciti recentemente nel nostro Paese.
Denis Prinzio – Impatto Sonoro 24/09/2012
[…]Infine i Kaams, milanesi. Uwaga! (Boss Hoss/Area Pirata) è un disco maturo, dodici pezzi (undici originali e
la cover di ‘Just A Little Bit’) con una base garage a influenze disparate, dal punk di Heartbreakers e Ramones al R&B dei Pretty Things.
Nomi che avete sentito un milione di volte, ma un conto è citarli, un altro coglierne l’essenza. I Kaams in Ugawa! risultano credibili (ed efficaci) suonando riff che
conosciamo a memoria: mica poco, se ci pensate.
Luca Frazzi – Rumore #248 09/2012