The Liars – The True Sound of the Liars – Anthology 1985/1990

2Cd
Luglio 2012
Tiratura Cd: 600 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

15.00

3 disponibili

The Liars – The True Sound of the Liars – Anthology 1985/1990

Piazza dei Miracoli come Haight Ashbury? L’iperbole è meno azzardata di quanto possa sembrare. Non fosse altro perchè Pisa, nel bel mezzo degli anni Ottanta, rappresentò l’epicentro di quel sisma neopsichedelico che stava scuotendo l’Italia da nord a sud. Con tre gruppi di assoluto valore – Birdmen of Alkatraz, Steeplejack e Liars – il cui albero genealogico risaliva a un unico nome, quello degli Useless Boys. Una formazione che, per una volta, non è esagerato definire “seminale”: non soltanto per il segno lasciato nella scena underground con un demo di culto, Dream’s Dust Factory , ma soprattutto perché dalle spore di quel fungo lisergico vennero fuori, quasi per magia, tre band straordinarie.
Una di queste erano, appunto, i Liars: formati dal bassista Alessandro Ansani che, chiusa l’esperienza con i Ragazzi Inutili, chiamò a raccolta il batterista Andrea Cecchi e il chitarrista Pierpaolo Morini, che di lì in avanti diventerà il suo inseparabile “partner in crime”.

Le influenze dei Liars, almeno inizialmente, mettono in luce una psichedelia tenue non immune da un certo gusto new wave tanto in voga all’epoca. Lo si può notare subito nella prima prova licenziata dal terzetto: un nastro intitolato ’86 Tears – ovvio il riferimento al classico di Question Mark & The Mysterians – molto apprezzato e ricercato dagli appassionati della nostra scena underground. Una sorta di album su cassetta che finalmente rivede la luce dopo quasi trent’anni nel doppio CD che tenete in mano. E che ne rappresenta uno dei momenti più gustosi, con i suoi dieci brani ispirati e naïf in cui si intravedono gli sviluppi successivi del sound del gruppo.

Appena un anno dopo, siamo nel 1987, il terzetto pisano esordisce su disco con “Optical Sound”, un mini-Lp pubblicato dall’etichetta milanese Supporti Fonografici. L’evoluzione stilistica dei Liars è evidente sin dai primi solchi. Le cinque tracce racchiuse in quel vinile bianco sono perennemente in bilico tra un sanguigno versante rock’n’roll (ascoltate l’iniziale She’s Allright e la cover di Squeeze Her Tease Her di Jackie Wilson) e uno più acido rappresentato da brani come The Lady Knew e Changin’ Faces .

E’ solo l’antipasto del capolavoro che il gruppo firmerà nel 1988, con l’innesto del batterista e songwriter Daniele Caputo, ex Useless Boys e leader dei lisergici Birdmen of Alkatraz. Si tratta di “Mindscrewer”, una delle vette più alte del panorama neo-Sixties europeo. Pubblicato dall’indie-label bresciana Tramite di Jean Luc Stote e Guido Biagi, il disco racchiude una manciata di canzoni ispirate e brillanti. Un album di psichedelia acida e visionaria, ricca di soluzioni sonore sognanti e spesso d’impatto, con i tre musicisti che si alternano al microfono arricchendo così lo spettro musicale del disco.
L’intero universo Sixties viene esplorato in questo incredibile viaggio dai mille colori: dai chiaroscuri di Tulips Of Harlem alla fantasiosa energia di She’s Crumblin’ Down , dall’impasto garage-psichedelico di Dumb Generation al trascinante rock’n’roll di You Shock My Heart passando per il caleidoscopio lisergico di It Gets Wasted e Fire Illusion . Nel mezzo ci sono pure tre belle cover: Wildwood Blooze dei Nazz, Bubblegum di Kim Fowley, Her And Her Mountain dei Frantics. Ma non è tutto.
Perché in “The True Sound Of…” trovate anche l’effervescente singolo Cold Girl , pubblicato in Germania da Unique nel 1990, i due pezzi live Satisfaction Guaranteed e Baby Please Don’t Go apparsi sulla compilation “Rockbeef” nel 1988 e tre canzoni – Julia Redhair, Lust For You e A New Start – tratte da un demo del 1989 e già orientate verso il versante hard-rock che caratterizzerà un’altra fase della straordinaria band pisana. Ma siamo già negli anni Novanta e quella è un’altra storia.

Dalle note di copertina di Roberto Calabrò TRACKLIST:

Disc 1
1 – She’s Alright
2 – That’s In My Mind
3 – Squeeze Her, Tease Her
4 – The Lady Knew
5 – Changin’ Face
6 – Mindscrewer
7 – You Shock My Heart
8 – It Gets Wasted
9 – Dumb Generation
10 – Her and Her Mountain
11 – Bubble Gum
12 – Wildwood Blooze
13 – Tulips of Haarlem
14 – She’s Crumblin’ Down
15 – Fire Illusion

Disc 2
1- Cold Girl
2 – Flashin’
3 – Satisfaction Guaranteed
4 – Baby, Please Don’t Go
5 – Julia Red Hair
6 – Lust for You
7 – A New Start
8 – Cold Girl
9 – It’s Not True
10 – There Was a Time
11 – A Dream Within a Dream
12 – Just Like a Shadow
13 – The Lady Knew
14 – The Ghost On The Hill
15 – Flashin’
16 – Another Chance
17 – For Your Love

Tracks 1-5 (disc 1) taken from ‘Optical Sound’ MiniLp recorded at Bips Studio (Milan) in November 1986 and released by Supporti Fonografici in 1987
Alessandro Ansani – Bass and vocals
Pier Paolo Morini – Guitar and vocals
Andrea Cecchi – Drums
Tracks 6-15 (disc 1) taken from ‘Mindscrewer’ Lp recorded at Magic Frog Studio (Brescia) from 18 th April to 4 th May 1988 and released by Tramite in 1988
Alessandro Ansani – Bass, lead vocals on ‘Wildwood Blooze’, backing vocals
Pier Paolo Morini – Electric Guitar, Acoustic, Slide, and pedal effects, lead vocals on ‘You Shock My Heart’ and ‘Dumb Generation’, backing vocals
Daniele Caputo – Drums and tambourine, lead vocals on ‘Mindscrewer’, ‘Bubble Gum’, ‘She’s Crumblin’ Down’, ‘Fire Illusion’, backing vocals
Sound engineer – Dario Caglioni
Executive producer – Guido Biagi and Jean-Luc Stote

Tracks 1-3 (disc 2) taken from ‘Cold Girl’ 7″Ep recorded in 1989 at Loris Studio (Pisa) and released by Unique (Germany) in 1990
Track 4 (disc 2) taken from ‘Rockbeef’ Lp compilation released in 1988 by Tramite
Tracks 5-7 (disc 2) taken from studio master recorded in 1989 at Loris Studio (Pisa)
Alessandro Ansani – Bass and vocals
Pier Paolo Morini – Guitar and vocals
Fabio Galeazzi – Drums
Tracks 8-17 (disc 2) taken from ’86 Tears’ demo recorded in 1985 at Loris Studio (Pisa)
Alessandro Ansani – Bass and vocals
Pier Paolo Morini – Guitar and vocals
Andrea Cecchi – Drums
Track 1 (disc 1) also on ‘Yellow Purple & Italian Sunshines’ Lp compilation released by GMG/Venus in Furs (France) in 1987
Track 6 (disc 2)
on ‘Punto Zero n.2’ released by Toast in 1990

Consigliato:

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Recensioni:

La storia del rock ci ha abituato alle omonimie più surreali. Quella che accomuna i Liars americani di oggi e quelli italiani di venticinque anni fa non colpirà la fantasia come altre più famose (Nirvana, Charlatans), ma la distanza tra i due universi musicali è altrettanto ampia. I “bugiardi” in questione erano di Pisa e, così come Birdmen Of Alkatraz e Steeplejack, sorsero dalle ceneri degli Useless Boys, antesignani del revival Sixties nel nostro paese. Il trio formato da Alessandro Ansani (basso), Pier Paolo Morini (chitarra) e Andrea Cecchi (batteria) esplorava i confini del genere con incursioni nella psichedelica, divagazioni rockabilly/r’n’r e qualche ricordo wave. Se il mini-lp di esordio Optical Sound , benché penalizzato come tanti dischi undreground italiani del periodo da un missaggio inadeguato, rappresenta una discreta dichiarazione d’intenti, l’album Mindscrewer (con l’ex sodale Davide Caputo alla batteria) è un lavoro sanguigno, compatto e solidissimo che ricorda i migliori Not Moving, con l’unico limite di arrivare un po’ tardi (1988) per l’ondata neo-Sixties. Questo doppio cd contiene anche la cassetta-demo 86 Tears , un singolo e una manciata di outtake. Da riscoprire

Carlo Bordone – Mucchio Selvaggio #698 09/2012

 

Tutto comincia con gli antesignani Useless Boys da cui sono nate un tris di formazioni che hanno fatto di Pisa un centro nevralgico della neopsichedelia italiana di metà anni ’80, ovvero Birdmen of Alkatraz, Steeplejack e Liars. Quest’ultimi sono i protagonisti di questa ristampa antologica curata da Roberto Calabrò (e chi se non lui). Al di là della discografia ufficiale, da segnalare subito favorevolmente la presenza del primo demotape targato 1985. “86 Tears” è importante non solo per i completasti visto l’alta percentuale di canzoni inedite, ma anche per verificare quanto la band di Alessandro Ansani inizialmente fosse influenzata da un suono new wave molto in voga al momento (qualcosa dei Cure ma soprattutto gli U2 più evocativi). Quella vocazione nel 1987 fu ridimensionata (alla ripresa di un brano come The Lady Knew ) al momento dell’esordio vinilico per Supporti Fonografici con il mini “Optical Sound” in favore di un approccio questa più marcatamente rivolto al r’n’r delle origini ( Squeeze Her, Tease Her ) e ai sixties psichedelici (con il garage punk di She’s Alright o con la jangly That’s In My Mind ). L’anno successivo sarà l’album “Mindscrewer” (uscito per la bresciana Tramite) a inserire i Liars nella mappa delle band neopsichedeliche italiane da esportazione. Dal disco sembra emergere forte una spinta rock-blues e powerpop contrassegnata da una stonesiana title-track, da un’effervescente hit come You Shock My Heart o dalla cover di Blubble Gum e Wildwood Blooze . Sul versante musicale più lisergico tuttavia si continuano a scrivere belle pagine, dalla ballata Tulips Of Haarlem al sorprendente lirismo di It Gets Wasted , alla conclusiva Fire Illusion che sprigiona tutta la vena visionaria del trio toscano. Una manciata di outtakes e la cover del celebre blues Baby, Please Don’t Go ci accompagnano poi agli albori dei ’90 quando un 7″ ( Cold Girl ) preannuncia un consistente irrobustimento del sound, andando a riarrangiare un paio di brani del primo demo e interpretando in maniera stoogesiana Satisfaction Guaranteed. “The True Sound Of The Liars” finisce così, in due CD, di documentare i primi sei anni di una band che ufficialmente non si è mai sciolta ma che invece saltuariamente ha continuato a proporsi con nuovo materiale. Tra l’altro è successo anche non da molto, con un ottimo singolo di vigoroso psych rock (vedi Blow Up #148), ospitato dalla stessa etichetta che qui ci riconcilia con un altro pezzo della nostra storia e cultura giovanile-musicale.

Fabio Polvani – Blow Up #172 – 09/2012

Area Pirata è la migliore etichetta del sottobosco garage, punk e rock’n’roll in Italia. The True Sound of The Liars è una splendida antologia in doppio cd che racchiude la discografia dei Liars, terzetto di Pisa nato dalle ceneri degli Useless Boys, formazione della scena neo-sixties e psichedelica nostrana degli anni Ottanta. 32 brani acerbi e oscuri tra energico r’n’r e psichedelia acida e visionaria.

Gabriele Barone – Alias Manifesto 09/2012

 

L’etichetta pisana Area Pirata continua nel lodevole lavoro di riportare in auge alcune perle dimenticate del neo-sixties degli anni ’80. L’ultima in ordine di tempo è quella dei
pisani The Liars , gruppo nato dalla una costola dai seminali Useless Boys . L’antologia in questione, in doppio cd, raggruppa ben trentadue canzoni, pubblicate dal quartetto toscano
nella seconda metà degli anni ’80, vale a dire il periodo in cui si espresse maggiormente con la psichedelia, la new wave e il garage.
Nel primo cd sono presenti i cinque brani contenuti nel 12′ d’esordio “Optical sound” ed il primo Lp “Mindscrewer”. Nel 12′ sono già presenti le influenze di quello che negli Usa è stato definito il paisley underground data la capacità dei pisani si trovare l’equilibrio tra rock’n’roll (“She’s all right”), beat e psichedelia (That’s in my mind”), non senza ottimi spunti di post punk stralunato ed evocativo (“The Lady knew”). “Mindscrewer” è intriso di psichedelia
visionaria, ma anche di un serrato rock blusato. Diversi i richiami alla psichedelia della California degli anni ’60 (“Her and her mountain”), ma anche ai Nuggets (“Fire
illusion”) e non mancano istanze proto-punk (“Dumb generation”).
Nel secondo cd, invece, troviamo il primo nastro del gruppo, che con questa antologia, è

stato pubblicato per la prima volta. Si tratta delle dieci tracce presenti in “’86

tears”, un chiaro riferimento al classico di Question Mark & The Mysterians , nelle

quali emerge il gusto naïf dei Liars, con tanti brani evocativi, beat e tanta

ingenuità acerba che avrebbe dato ottimi frutti in seguito. Gli altri sette brani sono

out-take, brani presenti in antologie e un Ep. Tra questi il più esaltante è la

cover di “Baby please don’t go”, realizzata con una ritmica alla Bo Didley e con una

voce nella quale convivono le corde vocali di Van Morrison e di Howlin’ Wolf.

Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 06/12

 

Che bellezza! Sarà che ho vissuto quel periodo in prima persona ma quando ho in mano

lavori come questo mi vengono I bordoni. Tutto questo grazie ad Area Pirata che ha rimesso

insieme in 2 CD l’intera discografia del trio pisano e in più una chicca mostruosa

ovvero “86 Tears” il demo del 1986. Nel pisano in quel periodo imperversavano alcune

band…. I Birdmen of Alkatraz (quanti li risentirei volentieri…), Steeplejack e appunto i

Liars…. il tutto proveniente dagli Useless Boys. All’interno di questo lavoro troviamo il

Mini Lp Optical Sound, cinque pezzi fra cui una delle mie preferite e cioè Changin’ Face

e la cover di Jackie Wilson Squeeze Her, Tease Her. Il secondo lavoro di seguito è il

bellissimo “Mindscrewer” fra cui spicca la strepitosa You Shock My Heart. Il loro

suono è un sixties lisergico (lo preferisco ad acido, rende meglio) e riesce ad essere

influente e composto nelle melodie ma anche terribilmente efficace sotto il profilo delle

energie. Quando poi sento Tulips of Harleem sto bene! Prima di passare al secondo Cd vi dico

che esiste all’interno un coloratissimo Booklet con articoli e recensioni della band in quegli

anni…..il tutto fornito da una splendida presentazione dell’amico Roberto Calabrò,

veramente un grande! Il secondo disco si apre con il 7 pollici “Cold Girl” e la title

track è veramente bella…. Da amante del RNR non posso segnalare la cover di Baby

Please Don’t Go edito sulla compilation Rockbeef nel 1988…. nel 1989 fanno un demo con tre

pezzi fra cui segnalo Julia Red Hair, sognante e bella! Lust For You spacca di brutto,

impetuosa, disarmante, fantastica! Di “86 Tears” c’è poco da dire se non

apprezzare la genuinità dei Liars…. ascoltatelo non ho altro da aggiungere! Chiudo con

il dire di prendere questo disco, è un pezzo di storia.

Stefano Ballini – Trippa Shake 07/2012

Una ristampa da teca

nel British Museum, quella che area Pirata ha appena estratto dal marsupio di Doraemon. Questi,

cari miei, sono i Liars, formazione dell’ondata garage revival, neo-Sixties e soprattutto

neopsichedelica che scosse l’Italia negli anni Ottanta (quelli magistralmente raccontati da

Roberto Calabrò in Eighties Colours )… gente che divideva palchi, ispirazione e

aspirazioni con compari del calibro di Birdmen of Alkatraz e Steepeljack nella loro Toscana.

Ora, i dischi di tutte queste band non sono certo semplici da trovare, per quanto

universalmente riconosciuti come seminali e fondamentali per la storia dell’italico

underground… quindi un’operazione come questa è provvidenziale e andrebbe fatta anche

per le altre band citate. In questo doppio cd antologico, infatti, c’è davvero tutto o

quasi lo scibile sui mitici Liars (peraltro ancora in attività): il demo del 1986 86

Tears , il miniLp Optical del 1987, l’album Mindscrewer del 1988 (della mitica Tramite di Jean

Luc Stote, un personaggio che meriterebbe un libro biografico!), il 7″ “Cold

Girl” del 1989 e poi brani da tre compilation  e da un demo del 1989. C’è

davvero da ubriacarsi e strafarsi (con gusto e piacere, peraltro) con questa vagonata di Liars

anni Ottanta, nel loro periodo più psichedelico/garage rock, a cui seguì una

virata lievemente più hard rock – ma questa è un’altra storia.

Ottimo lavoro: grazie Liars, grazie Area Pirata e grazie Calabrò (che ha curato le note

del booklet, tra l’altro bello pieno di foto interessanti).

Andrea Valentini – Black Milk Freak magazine 07/12

Big celebration time per Area Pirata, che con questa esaustiva antologia, inserita nella

collana di ristampe “Eighties Colours Reissues”, tributa in un sol colpo una band

leggendaria quanto dimenticata, la scena neopsichedelica italiana anni Ottanta (di cui Pisa fu

il cuore) e – non ultime – le proprie radici musicali.

I The Liars (ovviamente solo omonimi della band americana accasatasi su Mute) nascono come

terza costola, insieme a Birdmen Of Alkatraz e Steeplejack, dei seminali Useless Boys, e

infilano subito un demo, 86 Tears, qui nel secondo dischetto della compila, che già dal

titolo sublima l’assetto di un movimento all’epoca furoreggiante nei corridoi underground

europei, in un carosello di chitarre jingle jangle, levità wave quasi smithsiane e

qualche affondo acido in territori paisleyani. Come non segnalare, poi, una spettacolare

versione della sacra “Baby, Please Don’t Go” di Big Joe Williams?

Con l’esordio su vinile Optical Sound del 1987, tutto nel primo dischetto, i bugiardi virano

decisamente verso un wild side più garage (“She’s Alright”, “Changin’

Face”) e acido (‘The Lady Knew”), sorta di preludio al masterpiece che uscirà

su lp l’anno seguente, Mindscrewer.

Davvero un gran lavoro, quest’ultimo: il pezzo eponimo ha una tiro così Steppenwolf da

farmi saltare in sella al primo chopper che vedo, e che non saprò nemmeno mettere in

moto, mentre le California roads continueranno a snodarsi senza di me in “It Gets

Wasted”, pervasa da un forte odore di Cipollina, fino a convergere in un acid test a

Frisco con l’ultralisergica “Her And Her Mountain’.
Un viaggione, insomma, se non s’era afferrata la sottilissima metafora. Fatevi un regalo

allora, facciamocelo tutti: non lasciamo gemme del genere seppellite nel letame di cui è

ricca questa nazione, ma tiriamole via e custodiamole gelosamente. E non temete: l’unico

odore che giungerà alle vostre narici sarà quello dell’incenso e dell’erba buona.

Guaranteed.

Roberto Di Gregorio – The New Noise 24/07/12

Negli anni ’80, mentre Firenze era la culla della new wave tricolore, all’ombra della torre pendente impazzava una scena legata al revival neo-sixties e tra i gruppi di punta c’erano i Liars, nati dalle ceneri degli Useless Boys. In questo doppio cd “The True Sound of the Liars”, pubblicato dalla pisana Area Pirata, troviamo il materiale uscito tra l’86 eil ’90: il demo “86 Tears”, due singoli (“Optical Sound” e ” Cold Gil”), quattro brani rari e l’album “Mindscrewer”, una delle migliori uscite psichedeliche di quel periodo. Gustoso il booklet con recensioni e foto d’epoca.

Guido Siliotto – Il Tirreno 12/09/2012

07/12

Irrinunciabile operazione antologica quella che la sempre viva-attiva Area

Pirata confeziona per celebrare l’opera viscerale, underground, storica dei pisani The

Liars . In pieno revival garage rock, siamo ovviamente a metà degli anni ’80,

anche in Italia l’effervescenza musicale trasforma l’omaggio al genere in una breve scheggia di

ardente psichedelia riferita alla bella epoque americana, grazie ad una serie di gruppi (in

questo caso l’epicentro è all’ombra della “torre”) che semineranno

copiosamente senza peraltro (purtroppo) riscuotere il dovuto successo su media-larga scala. Un

doppio CD per 32 brani totali che ha la bontà di comprendere praticamente tutto il

registrato della band toscana. Si parte dal demo ’86 Tears’ (siamo nel 1985), quindi al mini-LP

‘Optical Sound’ (1987), per poi inevitabilmente soffermarsi su ‘Mindscrewer’ (1988), fino al

7″ ‘Cold Girl’ (1990) e a brani ripresi da alcune imperdibili compilation dell’epoca. A

corredo un esaustivo booklet dove troverete la storia raccontata anche attraverso gli artwork

dei lavori citati e gli articoli apparsi sui magazine dell’epoca. Complimenti

vivissimi.

Emanuele Tamagnini – Nerds Attack! MusicaRoma Underground Webzine

La Toscana, negli anni Ottanta, è un ecosistema di menti ed energie che gravitano

intorno alla musica giovane. Tutta. New wave, elettronica, punk, hardocore.
E, ovviamente, garage e psichedelia. A Pisa il big bang psichedelico aveva generato gli Useless

Boys, la stella lisergica da cui poi sarebbero nati i nomi imprescindibili del retro-rock

pisano: Birdmen of Alkatraz, Steeple Jack, Liars. Band dalle radici profonde nel rock

americano, californiano in particolare, dal suono articolato e dai rami intrecciati l’ un l’

altra.

L’esordio della band di Alessandro Ansani è del 1985, con la demotape 86 Tears

, ovvio riferimento al celebre brano di ? and The Mysterians con i quali però il

gruppo pisano ha davvero poco a che spartire. I dieci brani della demo sono piuttosto vicini

alla psichedelia di moderne band post-punk come Icicle Works, Times, Jasmine Minks, Royal

Family and The Poor, Weather Prophets, Desperate Bycicle, un suono (si ascolti A dream

within a dream) non ancora totalmente emancipato dalle ombre oppressive della new wave ma

che ha sapori e odori fortemente sixties. Odori e sapori che diventano più forti sul

mini album di debutto registrato un anno dopo e pubblicato da Supporti Fonografici che mostra

però forti lacune in termini di produzione del suono, soprattutto per quanto riguarda il

suono della batteria, un po’ troppo feroce anche per i climi surriscaldati di alcuni brani (la

cover di Squeeze Her, Tease Her, She’ s alright e la ripresa di The Lady Knew

). Il capolavoro vero arriva però dopo che Alessandro si riabbraccia fraternamente

con Daniele Caputo e lo chiama a sostituire Andrea Cecchi alla batteria. Daniele è un

fuoriclasse che può garantire il salto di qualità per i Liars.

E il salto ha un titolo: Mindscrewer.
Pubblicato per una piccola label di Brescia, il primo vero album dei Liars è uno

dei gioielli della neopsichedelia italiana, la scelta delle cover è per niente ovvia e

il suono si è inasprito diventando acido e potente. L’alternarsi delle tre voci al

microfono principale rende inoltre la scaletta ulteriormente variegata. Stavolta il gruppo ha

più di quindici giorni per lavorare in studio e sviluppare i pezzi, anche se in molti

casi non è neppure necessario registrare più di una take. Jean-Luc Stote investe

sul gruppo (un po’ meno sulla tipografia, visto che dalla scaletta del disco viene omessa una

delle tracce migliori del disco tutto, NdLYS) e ne viene ampiamente ripagato con un album ricco

di canzoni splendidamente ammantate di psichedelia, folk e proto-hard come Tulips of

heaven, It gets wasted , Dumb Generation , She’s crumblin’ down

e la fantastica cover di Bubble Gum di quel matto di Kim Fowley. La band gira

buona parte dell’Europa aprendo per bands come Fuzztones, Chesterfield Kings, Jesus & Mary

Chain e Prime Movers.

E’ dopo un mini-tour in terra di Germania assieme a questi ultimi che la Unique Records li

invita a registrare un 7″. Daniele ha a quel punto lasciato pelli e bacchette in mano a

Fabio Galeazzi che ha un suono meno fantasioso ma pesta come un pugile. E’ per questo, ma non

solo (si ascolti la chitarra di Pier Paolo su Flashin’ ) che i tre pezzi del singolo

(il recupero della vecchissima Cold Girl più la cover di Satisfaction

Guaranteed dei Mourning Reign sporcata di wah wah fanno compagnia a Flashin’ )

risultano più esplosivi che mai. Il suono della band sta in realtà rapidamente

perdendo i legami con l’ acid-rock per allinearsi verso un rock’n’roll più stradaiolo,

come testimoniano i tre inediti dello stesso periodo che vengono inclusi in questa doppia

collezione che raccoglie tutto quanto fatto dai Liars dal 1986 al 1990. Da allora sono passati

ventidue anni. Ma la storia dei Liars non si è mai fermata del tutto. Anche se nessuno

di loro ha più scritto qualcosa che valga quanto Tulips of Heaven o She’s

crumbling down . Ma sono certo che loro vi diranno di sì.
Bugiardi.

Franco Lys Dimauro – Blog 04/09/2012

 

Una ristampa di questo livello non fa che confermare la qualità immensa del lavoro svolto dai ragazzi di Area Pirata Records , etichetta toscana (Pisa) che da parecchi anni si adopera con successo nella diffusione del verbo garage rock, sia lanciando nomi nuovi che recuperando (come appunto in questo caso) vecchie perle. The Liars nacquero dallo scioglimento degli Useless Boys (da cui presero vita altre due importanti bands, i Birdmen Of Alkatraz e gli Steeplejack) nella Pisa di metà anni Ottanta; periodo, quello, considerato d’oro per le sorti del più classico garage Sixties sound. La band capitanata dal bassista e cantante Alessandro Ansani (e completata dal chitarrista Pierpaolo Morini e dal batterista Andrea Cecchi) era dedita ad un garage psych rock aperto all’influenza di vari stili e correnti musicali; un garage, insomma, assolutamente “anti-filologico”, se ci passate l’espressione. L’antologia (raccolta in un elegante confezione con doppio cd, dove all’interno del booklet possiamo leggere molte recensioni di riviste e fanzine d’epoca) The True Sound Of The Liars  mostra efficacemente tutti gli sviluppi stilistici della band: nel primo disco troviamo Optical Sound , mini lp del 1987, dove il garage punk più ortodosso (She’s Alright) si scontra con il rock’n’roll ( Squeeze Her, Tease Her , cover di Jackie Wilson) e con epicità da wave primi ’80 (la bellissima The Lady Knew). A completare il primo disco ecco l’Lp Mindscrewer (1988) da molti giudicato l’apice della carriera dei bugiardi: qui è forte sia il taglio rock-blues aussie che il mood psichedelico sessantiano. Rock’n’roll viziosetti (Mindscrewer, Bubble Gum, Wildwood Blooze, quest’ultime due cover di, rispettivamente, Kim Fowley e Nazz ), numeri psych pop (You Shock My Heart , Dumb Generation), ballate lisergiche (l’ottima Tulips Of Haarlem) compongono effettivamente un album ottimamente riuscito.
Nel secondo cd trovano spazio alcune rarità (tra cui il bel numero di Julia Red Hair), tra outtakes di studio e partecipazioni a compilation, più il 7″ ep Cold Girl (1990) ed il demo tape del 1986, 86 Tears , in cui troviamo diverse prime versioni di brani poi finiti nei lavori successivi, ma anche cose mai ascoltate prima su cd.
In definitiva, un’ottima raccolta che testimonia il primo periodo di attività della band (ufficialmente mai sciolta). In seguito i nostri si dedicheranno a sonorità ancora più robuste, quasi ai confini con l’Hard Rock. Ma questa è un’altra storia…

Denis Prinzio – Indie-Eye.it 08/01/12

 

11 vero suono dei Liars in un doppio album un po’ psichedelico
Negli anni ’80, mentre Firenze era la culla della new wave tricolore all’ombra della torre pendente impazzava una scena legata al revival neo-sixties e tra i gruppi di punta c’erano i Liars, nati dalle ceneri degli Useless Boys. In questo doppio cd “The True Sound Of The Liars”, pubblicato dalla pisana Area Pirata, troviamo il materiale uscito tra l’85 e il ’90: il demo “86 Tears”, due singoli (“Optical Sound” e “Cold Girl”), quattro brani rari e 1’album “Mindscrewer”, una delle migliori uscite psichedeliche di quel periodo. Gustoso il booklet con recensioni e foto d’epoca.

Guido Siliotto – Il Tirreno 12/09/2012

 

La coraggiosa etichetta Area Pirata ristampa finalmente i Liars , uno dei gruppi più importanti della scena neo-psichedelica italiana degli ’80. I Liars erano di Pisa, città fondamentale di quel particolare periodo in cui la nostra penisola fu invasa da sonorità che recuperavano la lezione del garage rock e della psichedelia di matrice ’60 di gruppi come Kingsmen, Sonics, Chocolate Watch Band, Seeds, 13Th Floor Elevators e Quicksilver Messenger Service. A Pisa si formarono i seminali Useless Boys, un gruppo che ha donato al Cosmo Dream’s Dust Factory, un geniale e mitico demo di ruvido garage rock che meriterebbe di essere ristampato. Negli Useless Boys militavano tre figure dalla grande personalità ovvero Daniele Caputo (che poi sarà il leader dei grandissimi Birdmen Of Alkatraz oltre che la mente di altri progetti come Standarte e London Underground ), Maurizio Curadi (mente degli altrettanto validi e psichedelici Steeplejack ) e Alessandro Ansani, che formerà successivamente appunto i Liars.
The True Sound Of The Liars , questo il titolo di questo ricco, doppio e imperdibile cd, ripercorre tutta la carriera dei Liars e rende finalmente giustizia a un piccolo pezzo di storia della psichedelia in Italia. Il primo dischetto si apre con il mini Lp Optical Sound – un lavoro ancora acerbo  anche se non privo di buoni spunti ma troppo penalizzato, in definitiva, da una cattiva produzione. Il talento dei Liars emergeva prepontemente, in ogni caso, in brani come il deragliante garage rock di “She’s Alright” e l’acida The Lady Knew . Mindscrewer è invece un autentico capolavoro ispirato e visionario e un disco che non dovrebbe mancare in nessuna discografia che si rispetti di psichedelia . In quest’album è presente il già citato e mitico Daniele Caputo , indubbiamente un artista oltre che un grande conoscitore e collezionista di oscuri gruppi dei ’60. Tracce come la trascinante You Shock My Heart , la mistica e allucinata Her And Her Mountain – cover dei Frantic -, l’intima e metafisica It Gets Wasted – molto vicina allo spirito lisergico dei Birdmen Of Alkatraz – proiettano l’ascoltatore in una dimensione al di là del tempo e dello spazio. L’ interplay fra i tre musicisti – che si alternano alla voce – è perfetto: Alessandro Ansani è talentuoso e impeccabile al basso, Pierpaolo Morini si rivela un grande chitarrista, acido al punto giusto mentre Daniele Caputo si conferma geniale e carismatico alla batteria e al canto. Notevoli anche Tulips Of Haarlem, ancora vicina ai Birdmen Of Alkatraz e la conclusiva e viscerale Fire Illusion, sorta di visionaria mini-suite psichedelica.

Il secondo cd riporta alla luce il demo 86 Tears – il titolo cita i celebri Question Mark & The Mysterians – e mostra indubbiamente l’ispirazione del gruppo pisano. Il sound, rispetto a quello degli Useless Boys – è più misurato e denota qualche influenza new wave. 86 Tears si rivela in ogni caso un documento prezioso che mette in evidenza tutto il talento e le potenzialità dei Liars come si può ascoltare nell’incalzante e classica Cold Girl – ripresa successivamente come singolo – nella deragliante Just Like A Shadow e nella bella cover di For Your Love . Completano il dischetto tre tracce inedite e il singolo Cold Girl del 1990. Questa è grande musica che fa viaggiare la mente nel Cosmo e il consiglio è quello di procurarsi assolutamente The True Sound Of The Liars e riscoprire così una delle stagioni musicali più spontanee e creative fiorite in Italia come ha ben documentato Roberto Calabrò nel suo libro Eighties Colours (Coniglio Editore – 2010).

Voto 8/10
Cesare Buttabuoni – StoriaDellaMusica.it 11/2013

Questa ristampona in doppio cd dei Liars, riepilogativa dei migliori anni della band ovvero dal 1985 al 1990, è assolutamente IMPRESCINDIBILE sia per valore storico che per caratura qualitativa. La band pisana fu infatti la migliore espressione, in quegli anni, del soundclash totale tra le istanze garage nostrane e i fermenti neopsichedelici che si stavano rinnovando a livello planetario. Nelle sue varie fasi il combo di Alessandro Ansani ha dimostrato poi di competere per ribalte ben al di là dei ristretti confini nazionali. Qua trovate tutto il loro percorso evolutivo carico di note, foto e referenze: dal primo vagito “’86 Tears” ai capolavori sparpagliati nel tempo, ristretto, come il mini “Optical Sound” e l’album “Mindscrewer”, seminali nel loro distribuire input a tutte le latitudini dello Stivale.  In coda ci sono anche il singolo “Cold Girl” qualche outtake e qualche inedito. Da ascoltare a palla dal 1° all’ultimo minuto. Consigliatissimo!

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 05/03/2016

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