(Here are the detailed and deep liner notes by Franco Lys Di Mauro to describe this new bright single by The Trip Takers!
We have the new Trip Takers’ work in our hands. Small and round. A black vinyl inside a flashy cover. On each side, there are two and a half centimetres of grooves from which a spring of crystalline sixties waters flows.
Moreover, they are from the Peloritani Mountains, who would have bet on it!
Jumper Blues and Another One continue in the likely, masterly recovery of the folk-punk that had already characterized the tracks of their splendid debut last year.
Harmonica, a bit of fuzz, Vox organ and faultless vocal harmonies, all aimed at recreating an almost perfect time bubble in which the silhouettes of Five Canadians, Knickerbockers, Marauders or Little Boy Blues seem to reverberate. The Trip Takers shake it with cynical self-confidence that blasts open a magical and stormy sixties world.
The music of this Sicilian quintet has a primordial essence that the band profess to be proud of channelling. They skilfully protect it from modern age influences, which could jeopardise their music. Instead, the music finds itself a place amidst the enchanted and remote beauties of the vintage universe.
A parallel and armoured world where, avoiding the clash with everyday life and its gray-poison, colourful dreams predominate and leave their decisive yet deceptive imprint.
The Trip Takers have created a present day sensation that in times past occurred in bands like Optic Nerve, Offhooks or Backdoor Men.
So be generous, buy and enjoy it!
<Franco “Lys” Dimauro>)
BIOGRAFIA
Il progetto “The Trip Takers” nasce in Sicilia nel settembre 2015 (inizialmente la band si chiamava “Revolution n.6” e con questo nome esordisce dal vivo l’11 febbraio 2016 a Messina) in seguito all’incontro tra Carmelo Gazzè e Manuel Rotella.
Il primo, reduce dalla longeva e ispirata esperienza tra le file degli Out Key Hole e intenzionato a proseguire il discorso interrotto permeato di patinate atmosfere anglo-californiane e proiettato verso il confronto nuovo con altri musicanti viaggiatori della stessa frequenza d’onda; il secondo, giovane beatnik amante di folk music anglofona (motivo per cui ha avviato un progetto solista parallelo utilizzando lo pseudonimo Manley), poco incline alle nuove tendenze musicali appartenenti alla sua generazione e quindi alla costante ricerca di terreni fertili d’altri tempi. La band viene completata dagli innesti di Giuseppe Mangano, anch’egli con un recente passato negli Out Key Hole e in seguito particolarmente attivo in alternativi progetti multiforme (Intelaiatura Basimale); Morgan Maugeri, già chitarrista dei Demo Mode, interessato a calcare dimensioni sonore parallele, e Simone Di Blasi (proveniente dalle formazioni ‘Addamanera’ e ‘Brothel’) che, con il suo inserimento all’organo, completa la formazione.
In ottobre vede la luce il primo EP omonimo: “The Trip Takers”, con l’etichetta ‘Area Pirata Records’ (PI), la cui uscita è subito seguita da un’ottima accoglienza da parte della critica del settore. Per il formato, rigorosamente il vinile, in perfetto rispetto dello spirito che muove l’intero progetto.
Ora è volta di un nuovo 45 giri che farà da apripista ad un secondo Tour europeo.
THE TRIP TAKERS – Jumper Blues / Another One (Area Pirata)
Abbiamo tra le mani il nuovo lavoro dei Trip Takers. Piccolo e rotondo. In vinile nero e chiuso dentro una copertina sgargiante. Su ogni lato ci sono due centimetri e mezzo di solchi da cui esce una sorgiva di cristalline acque Sixties. Dai Monti Peloritani, e chi l’avrebbe detto.
Jumper Blues e Another One proseguono nel verosimile, magistrale recupero del folk-punk che aveva già caratterizzato le tracce del loro splendido debutto dello scorso anno. Armonica, piccole recrudescenze fuzz, organo Vox, armonie vocali inappuntabili, a ricreare una bolla temporale pressoché perfetta dentro cui paiono riverberarsi le sagome di Five Canadians, Knickerbockers, Marauders o Little Boy Blues. I Trip Takers la scuotono con cinica sicurezza, e il mondo magico dei sixties si apre alla sua tormenta di neve.
Una musica, quella del quintetto siciliano, che argina le precarie lusinghe dell’età moderna che potrebbero compromettere l’essenza primordiale di cui si professano fieri e abilissimi rabdomanti e che si abbandona invece alle incantate, remote bellezze dell’universo vintage. Un mondo parallelo e blindato dove, evitando lo scontro con la quotidianità e il suo grigio-veleno, sono ancora i sogni e i loro colori a predominare, a lasciare la loro impronta decisa eppure ingannevole. I Trip Takers riescono, oggi, a fare questo prodigio che in passato era riuscito a band come Optic Nerve, Offhooks o Backdoor Men. Voi siate prodighi nel non farlo sciupare.
Franco “Lys” Dimauro
Esce oggi 30 Aprile 2018 Jumper Blues/Another One, il nuovo singolo 7″ della garage band siciliana The Trip Takers di Carmelo Gazzè (ex Out Key Hole) e Manuel Rotella. A pubblicare è l’etichetta indipendente Area Pirata/Retronouveau, la distribuzione di Goodfellas/Sonic Rendez Vous. La band aveva registrato nel 2016 un omonimo EP con sei brani, “The Trip Takers”, per la stessa etichetta.
I quasi quattro minuti dell’ipnotica Jumper Blues (con tanto di armonica) si rifanno soprattutto alla psichedelia blues texana anni ’60 dei 13th Floor Elevators; la più serena e malinconica Another One (sempre con un fragrante Farfisa organ in bella evidenza) pesca invece nella tradizione melodica e corale della West Coast, pur non disdegnando accenti al neo-garage molto più recente terzo millennio di band europee come gli svedesi Baby Woodrose.
Pasquale Boffoli – Distorsioni 30/04/2018
Di gruppi come i Trip Takers ce n’è sempre bisogno ed è quindi con incommensurabile piacere che ricevo e recensisco questo loro nuovo singolo.
Rispetto al loro recente mini, fra i quali pezzi l’iniziale Don’t Care About Them era veramente da urlo, i nostri tornano su vinile con due pezzi che li consacrano come une delle band più brave, preparate e coinvolgenti nell’ambito sixties-oriented non solo italico. Un pezzo per lato, una gemma dopo l’altra; sul lato a trova spazio Jumpy Blues Master un folk-punk che ha il potere di riportare indietro le lancette dell’orologio al 1966, un brano senza tempo che un suono d’armonica ammaliante rende davvero magico, avete presente quelle splendide raccolte di garage americano che, spero, riempiono le vostre collezioni?
Ebbene ci starebbe dentro a pennello. Si gira lato e l’incanto prosegue anzi se è possibile si fa ancor più grande perché Another One sono due minuti e mezzo di purezza incontaminata nei quali traspare, in tutta la sua beltà, l’anima byrdsiana e sottilmente malinconica della band. La musica del quintetto siciliano è puro nettare per chi ha un cuore puro e pulsante, un’anima limpida che guarda al passato ma che possiede anche orecchie ed occhi ben piazzati e ricettivi.
E’ qualcosa per chi ha una sensibilità forte e spiccata, è quello che fa per me ora e sempre. Spero di essere, nell’apprezzarli, in buona compagnia, ma che non si tratti di un gruppo troppo numeroso perché certe cose sono troppo intime per volerle condividere troppo.
Voto 8/10
Luca Calcagno – IYE.ezine 30/04/2018
In un attimo, seppur per un affresco che dura appena l’azione di una scena di cult movie come “Blow Up” o “Quadrophenia”, irrompe l’ep “Jumper Blues” firmato dai messinesi The Trip Takers per l’etichetta Area Pirata/Goodfellas.
Il sound permeato dalla potenza dei movimenti di organetti, armoniche e fuzz non sfonda il muro di suoni blues dei Cream, ma piuttosto va a ritroso, lambendo un classico del beat come “A Certain Girl” degli Yardbirds, attingendo a piene mani nella sfrontatezza del rhythm n’ blues psichedelico. “Another One” spicca come brano meno incisivo ma più intenso, caratterizzato da una voce sgraziata tra la vena soul blues di Eric Burdon e il beat garage di Ray Davies, seguendo uno stile di registrazione capace di trasportare la band con una macchina del tempo in pieno 1966.
Difatti The Trip Takers realizzano due canzoni degne della famigerata compilation Nuggets, punto di riferimento consolidato per gli amanti del sottobosco garage psichedelico, dimostrando un’ottima ispirazione nella realizzazione e nella produzione di “Jumper Blues”, per un ascolto di nicchia ma pur sempre orecchiabile.
Davide Violante – Rockit.it 24/09/2018
Attraverso il crow-dfunding il quintetto siciliano ha pubblicato un 45 giri col buco grande da juke box, con dentro due pezzi di delicato e tentacolare 6o’s folk fatto di organi, armoniche, armonie cristalline e tutto l’ambaradan del caso. Una roba completamente fuori dal tempo e dallo spazio, che farà venire l’acquolina in bocca a vecchi e nuovi beatnik di mezza Europa. Via di qua se siete attratti dall’attualità.
Voto 70/100
Manuel Graziani – Rumore #318-319 – 07-08_2018